La nuova destra in Ungheria: una svolta illiberale

Written by Eszter Vince Tuesday, 14 June 2011 14:05 Print
La nuova destra in Ungheria: una svolta illiberale Foto: Fazekas Réka

La nuova Costituzione ungherese, che sarà in vigore dal 1° gennaio 2012, è frutto dell’azione solitaria delle forze conservatrici al governo. Verrà introdotto così nel paese un nuovo ordine fondato su valori cristiani, conservatori e nazionalistici, irrispettoso di quei diritti fondamentali previsti dall’Unione europea che pure, formalmente, fa suoi.


L’attuale sistema costituzionale e democratico ungherese fu creato durante il periodo di transizione del 1989-90. Adottata il 20 agosto 1949, la Costituzione della Repubblica di Ungheria è stata a lungo la prima e unica Costituzione scritta del paese magiaro. L’idea di redigere una nuova carta costituzionale emerse già a partire dal 1988, ma allora non fu possibile elaborare una Costituzione totalmente nuova; si decise invece di apportare alla Costituzione del 1949 un emendamento sostanziale adottato dall’Assemblea Nazionale (Atto XXXI del 23 ottobre 1989). Sebbene il Preambolo faccia riferimento alla natura provvisoria della Carta, dichiarando che essa sarebbe rimasta in vigore solo fino all’adozione di una nuova Costituzione, essa ha mantenuto la data “1949“ nel titolo, e il suo contenuto modificato è stato la cornice in cui ha operato la nuova e democratica Terza Repubblica di Ungheria, fondata sulla separazione dei poteri e sulla protezione e il rispetto dei diritti umani.

Poco dopo la vittoria elettorale dell’Unione Civica Ungherese Fidesz (uno dei principali partiti di centrodestra del paese) nella primavera del 2010 e la conquista di oltre due terzi dei seggi parlamentari, si è pensato nuovamente di riscrivere la Costituzione. Approfittando della larga maggioranza ottenuta, lo scorso anno, in poco più di sei mesi, la coalizione di governo ha emendato la Costituzione una decina di volte. In risposta alla decisione della Corte Costituzionale di abrogare un atto del Parlamento (che introduceva una tassa speciale con effetto retroattivo), fra le varie modifiche introdotte dal Parlamento vi è quella che limita drasticamente le competenze della stessa Corte.

All’inizio di quest’anno è stata istituita una commissione costituente che ha redatto una bozza di Costituzione, resa pubblica a metà del marzo scorso e per la cui discussione è stato permesso un solo mese di attività parlamentare, ovvero appena nove giorni di sedute, prima dell’adozione da parte del Parlamento avvenuta il 18 aprile 2011. Nel corso del periodo preparatorio e della discussione della bozza in Parlamento, non si sono avuti né un vero battito pubblico né un confronto con la società civile. Sono state inoltre rimosse quelle misure previste dalla vecchia Costituzione che avrebbero costretto la maggioranza parlamentare a cercare una qualche forma di consenso da parte dell’opposizione: la maggioranza ha creato una situazione tale per cui i partiti di opposizione non hanno potuto esercitare alcuna influenza sul processo costituzionale. Non ci si può stupire, dunque, che l’opposizione abbia deciso di non avere alcun ruolo nelle deliberazioni. Il risultato, la cosiddetta Nuova Legge Fondamentale dell’Ungheria adottata il 18 aprile, firmata dal Presidente della Repubblica il 25 aprile e che entrerà in vigore il 1° gennaio 2012 è il prodotto di un unico partito politico. È evidente che la procedura per la stesura e l’adozione della Costituzione mancano significativamente di trasparenza e legittimità.

Oltre a ciò è da notare che il governo non ha mai realmente chiarito per quale ragione fosse necessario adottare una nuova Costituzione e così velocemente. L’anno scorso, subito dopo le elezioni, il leader del partito di maggioranza dichiarò che si era avuta «una rivoluzione nelle cabine elettorali» attraverso la quale il popolo ungherese fondava un “nuovo ordine“; quanto rimaneva dell‘“ancien regime“ doveva essere distrutto. Alla base del nuovo sistema doveva essere posta una nuova Costituzione che riflettesse i valori di questa “rivoluzione“. D’altro canto, nei mesi che hanno preceduto la stesura del documento i politici di Fidesz hanno riconosciuto ripetutamente che il sistema creato nel 1989 costituisce la base e la cornice della democrazia ungherese e, per questa ragione, non può essere sovvertito, ma al contrario deve essere salvato e consolidato. Eppure, se si guarda all’effettivo contenuto del testo adottato lo scorso aprile, sembra che invece di consolidare il sistema, esso scuota alle fondamenta l‘ordine costituzionale e democratico ungherese tanto nella sua essenza quanto nelle misure normative.

Numerosi sono i punti controversi.

  • Il Preambolo della nuova Costituzione (denominato “Dichiarazione nazionale di fede“) disegna e impone esplicitamente come modello un ordine fondato su valori cristiani, conservatori e nazionalistici, escludendo quanti non vi si riconoscono o la pensano in maniera diversa. Questo potrebbe influenzare e restringere l’interpretazione di diritti fondamentali, in quanto si sancisce che il Preambolo non ha puro valore dichiarativo e che le norme costituzionali devono essere interpretate in accordo con esso, implicando una possibile restrizione su valori quali la fede, la lealtà e o il ruolo preminente della cristianità.
  • La parola “Repubblica“ è stata eliminata dal nome ufficiale del paese e dall’intero testo (essa è menzionata una volta sola).
  • La nuova Costituzione apre la porta a un nuovo sistema elettorale che include persone di origine (nazionalità) ungherese che non vivono sul suolo magiaro, dunque non possono subire le conseguenze delle decisioni politiche.
  • Sebbene in principio la nuova Costituzione integri pienamente la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (che già di per sé è stata soggetta a numerose critiche, in quanto costituisce un minimo comune denominatore, che per essere efficiente deve essere ulteriormente definito ed esteso dagli Stati membri), essa non riesce nemmeno a soddisfarne gli standard minimi, quando per esempio non include la proibizione delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale ed esclude la possibilità di introdurre in futuro il matrimonio fra persone dello stesso sesso
  • Il livello di protezione dei diritti umani è considerato nella nuova Costituzione inferiore alla precedente. Per esempio, essa crea le basi per rendere in futuro illegale l’aborto. L’ergastolo senza libertà condizionale è espressamente permesso dal nuovo testo e alcune diritti sociali sono citati come un obiettivo desiderabile, non come un diritto reale.
  • Anche l‘indipendenza e il funzionamento delle istituzioni democratiche e la separazione dei poteri sono compromessi. L’ampiezza dei poteri della Corte costituzionale è stata ridotta e l’indipendenza dei giudici (non solo quelli della Corte) è messa in discussione. La possibilità di presentare petizioni popolari per le revisioni costituzionali è stata cancellata, così come sono stati eliminati tre dei quattro Ombudsman (ovvero quelli che si occupavano dei diritti delle minoranze e della protezione dei dati).
  • Subordinando l’adozione del bilancio annuale a un Consiglio di bilancio delegato dai leader del governo attuale per un lungo periodo di tempo, la nuova Costituzione mina il lavoro e lega le mani a ogni futuro governo.

È molto più difficile prevedere l’impatto futuro della nuova Costituzione, in quanto essa prevede una vasta gamma di materie per le quali è previsto un voto di una maggioranza “extra“ (due terzi), che l’attuale governo possiede. Ne consegue che questioni importanti come la nuova legge sulle amministrazioni locali, le politiche della famiglia, il sistema pensionistico, o la legislazione fiscale saranno decisi nei prossimi mesi e anni dall’attuale maggioranza senza le forze di opposizione.

Sebbene la Commissione europea consideri il processo costituzionale come una materia rigorosamente nazionale e Viviane Reding (commissario alla Giustizia, diritti fondamentali e cittadinanza dell’UE) abbia persino dichiarato in maniera esplicita che, come nel caso della problematica nuova legge ungherese sui media, il nuovo testo costituzionale non verrà esaminato, la Nuova Legge Fondamentale è già stata oggetto di un feroce dibattito al Parlamento europeo.

Infine, secondo fonti informali, sembra che la Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa, che renderà presto pubblici i risultati del suo esame, considera la Nuova Legge Fondamentale dell’Ungheria problematica in molte delle questioni enunciate precedentemente. Fra le altre cose, secondo gli esperti della Commissione la nuova Carta costituzionale sembra essere uno strumento per le attuali forze di governo per radicare il proprio potere e raggiungere i propri obiettivi politici.

 

 


Foto di Fazekas Réka

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