Displaying items by tag: scuola

La scuola e la questione palestinese. Italianieuropei 5/2020

La scuola oltre il Covid. Se durante il lockdown quasi unanime è stato il coro di voci tese a sottolineare l’importanza della scuola e il ruolo cruciale che il sistema di istruzione gioca nel definire il destino del paese, il rientro in classe ha visto, forse inevitabilmente, il dibattito concentrarsi sulle misure di sicurezza da introdurre e le precauzioni da adottare per evitare che la scuola divenisse un luogo di amplificazione del contagio.

Formazione e diseguaglianze

La chiusura delle scuole di ogni ordine e grado in Italia e non solo ha costituito una misura inevitabile nel tentativo di ridurre i fenomeni di contagio da Coronavirus. Si è trattato di una misura pesante e delicatissima sul piano sociale, non tanto e non solo perché questa ha prodotto un danno nella preparazione culturale dei nostri studenti, ma perché evidenzia, molto più di qualsiasi messaggio, la gravità complessiva della situazione. Una scuola chiusa non è solo un edificio chiuso.
È una comunità che viene improvvisamente a mancare in quel territorio; è quel luogo dove ogni mattina i bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria si ritrovano per imparare, giocare, condividere, passando una giornata insieme con le loro maestre mentre i genitori si incontrano, si confidano, raccontano.

Quale futuro per la scuola?

«Amo la scuola perché è sinonimo di apertura alla realtà. Almeno così dovrebbe essere! Ma non sempre riesce a esserlo, e allora vuol dire che bisogna cambiare un po’ l’impostazione. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. E noi non abbiamo diritto ad aver paura della realtà! La scuola ci insegna a capire la realtà. E questo è bellissimo!».
Queste parole di Papa Francesco riflettono in maniera preponderante sull’importanza per la realtà scolastica del nuovo millennio di avviare un cambio di rotta verso una nuova progettualità. In una fase di profonde trasformazioni nonché emergenze caratterizzate dall’incremento della complessità e dalla crisi di alcuni paradigmi interpretativi, il più grave pericolo che la scuola deve affrontare è l’estraneità della cultura scolastica, il suo risultare inerte verso la cultura della vita quotidiana, della partecipazione alla vita civile, del lavoro e delle professioni.

La scuola di fronte all’emergenza

Nei mesi difficilissimi che abbiamo attraversato con le scuole chiuse, l’obiettivo primario è stato quello di affermare la loro presenza anche in una situazione di emergenza mai vissuta. Stabilire un contatto con gli alunni e con le loro famiglie per evitare che, nell’isolamento in cui eravamo tutti costretti, prevalesse il vuoto. Conoscere e utilizzare nuovi strumenti di insegnamento è stato un arricchimento sia per gli studenti che per i docenti, ma solo per coloro che avevano ben chiaro che essi sono un mezzo, non un fine. Il fine della scuola, in ogni situazione, è l’apprendimento, che benché sia individuale è da intendersi come il successo personale in un’avventura collettiva giocata a scuola, «un luogo sociale animato dal desiderio», come ha scritto Miguel Benasayag.

La formazione degli insegnanti nella scuola che cambia

Ragionare sulla formazione dei docenti richiede un pensiero e una visione articolata e strategica, capaci di promuovere una scuola intesa come agenzia educativa a partecipazione universalmente condivisa, potenzialmente capace di raggiungere tutti, indipendentemente dalle proprie origini socioeconomiche e culturali, dalle proprie caratteristiche personali così come dai propri valori. Come affermano Beatrice Ligorio e Clotilde Pontecorvo, infatti, «la scuola è prima di tutto un luogo culturale che da una parte rispecchia la società e dall’altra la modella. Non può limitarsi a svolgere un ruolo di mero contenitore di informazione, di trasmissione di conoscenze acquisite e definite, ma deve essere occasione per ripensare criticamente la cultura e offrire occasione per un avanzamento sia personale che culturale» a tutti e a ciascuno.

Il sogno di un’altra scuola

L’istruzione pubblica, oltre a essere la sede istituzionale della trasmissione del sapere, rappresenta anche il carattere del paese. Non solo: si tratta di un luogo mentale in cui si forma la consapevolezza del passato nella coscienza dei giovani e si creano i presupposti per pensare il futuro. A causa di queste ragioni dovrebbe costituire lo spazio materiale e spirituale di gran lunga più importante del nostro tessuto sociale. L’uso del condizionale è d’obbligo, in quanto quasi giornalmente registriamo il tradimento di questo auspicio, non tanto perché non si dibatta sull’argomento, ma in quanto lo si fa troppo spesso in una prospettiva immediata e raramente in un’ottica strutturale. In altre parole, la scuola viene abitualmente usata da questa o quella parte, secondo logiche di contrapposizione davvero strumentali.

La scuola che vogliamo

Della scuola, dei suoi problemi attuali e futuri e di come essa dovrà impegnare il dibattito pubblico non solo oggi ma nei prossimi anni parlano diffusamente in questa sede Giuseppe Bagni ed Eraldo Affinati. Rinvio dunque ai loro preziosi contributi per il merito delle questioni che essi hanno sollevato, che condivido pienamente. Vorrei però affrontare qui un tema decisivo che pure è entrato nel dibattito pubblico in punta di piedi, e poi è stato immediatamente rimosso, per i problemi che esso crea: il conflitto tra diritti costituzionalmente sanciti, del diritto alla salute e del diritto allo studio, apertosi proprio a causa della diffusione dell’epidemia e risolto, sia dal governo che dal Parlamento, in modi che lasciano assai perplessi per effetto di una distorsione della logica emergenziale.

In questo numero

La scuola oltre il Covid. Se durante il lockdown quasi unanime è stato il coro di voci tese a sottolineare l’importanza della scuola e il ruolo cruciale che il sistema di istruzione gioca nel definire il destino del paese, il rientro in classe ha visto, forse inevitabilmente, il dibattito concentrarsi sulle misure di sicurezza da introdurre e le precauzioni da adottare per evitare che la scuola divenisse un luogo di amplificazione dei contagio. Al di là di questo, più che mai attuale e opportuno diviene interrogarsi, al di là del Covid, su quali debbano essere il ruolo e le caratteristiche del sistema di istruzione in Italia e su cosa fare per trasformare gli auspici in realtà.

Prev
1

le Pubblicazioni


copertina_1_2024_smallPuoi acquistare il numero 1/2024
Dove va l'Europa? | L'approssimarsi del voto per il rinnovo del Parlamento europeo impone una riflessione sulle proposte su cui i partiti e le famiglie politiche europee si confronteranno | Leggi tutto