Ignazio R. Marino

Ignazio R. Marino

chirurgo, è senatore del Partito Democratico e presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale.

Per una politica al passo con la scienza

Negli ultimi anni la politica italiana si è occupata in maniera antiscientifica e irresponsabile di temi importanti come i diritti delle coppie di fatto, l’adozione da parte dei singoli, il testamento biologico e la procreazione assistita. È necessario avviare un dialogo tra scienza e politica che tuteli l’inalienabilità dei diritti individuali.

Il testamento biologico va in aula

La persona che non è più in grado di decidere dovrebbe avere gli stessi diritti di cura di una persona in grado di far rispettare le proprie volontà. Si tratta di un principio fondamentale, che attiene ai diritti di ogni individuo…

Luca Marini, Codice del diritto internazionale e comunitario della bioetica, Giappichelli, Torino 20

È un prezioso strumento di formazione, lavoro e al contempo aggiornamento, questo “Codice del diritto internazionale e comunitario della bioetica” del professor Luca Marini. Docente di diritto internazionale e comunitario presso l’Università “La Sapienza” di Roma e, dal 2006, vicepresidente del Comitato nazionale per la bioetica (CNB), l’autore offre una raccolta organica e sistematica dei testi che costituiscono il quadro d’insieme del dibattito bioetico, con tutte le risposte del diritto internazionale e comunitario alle problematiche sorte negli ultimi quindici anni.

Testamento biologico

Negli ultimi mesi, con la discussione in corso in Parlamento per arrivare ad una legge sul testamento biologico, si parla spesso di sospensione delle cure, autodeterminazione dei pazienti e testamento biologico: temi difficili e controversi che da alcuni anni sono entrati a fare parte del dibattito pubblico.

Editoriale

Un sistema sanitario universale, il diritto alla cura garantito, l’accessibilità alle strutture e l’equità assicurate a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro condizioni sociali ed economiche. Su questi principi è nato, nel 1978, il Servizio sanitario nazionale (SSN), una riforma fondamentale per il nostro paese che, trent’anni or sono, ha dato concretezza ad un diritto, quello alla salute, che era già stato riconosciuto dalla Costituzione. In quello stesso anno, il Parlamento italiano approvò la legge Basaglia sulla riforma della psichiatria e la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza che, insieme alla riforma della sanità, rappresentano ancora oggi tre pilastri nel nostro sistema di welfare e nell’affermazione dei diritti dei cittadini.

La politica e la bioetica

Da molti anni illustri studiosi si occupano di studiare le questioni legate alla bioetica, ovvero alla scienza che si occupa dell’approfondimento e della definizione dell’etica della vita umana. In tempi molto recenti si riscontra tuttavia un significativo aumento dell’attenzione rivolta a questi temi, non solo nell’ambito intellettuale, ma anche da parte dell’opinione pubblica più in generale e, come diretta conseguenza, dei mass media. La bioetica resta un campo di studi molto complesso, difficile da definire entro precisi limiti e tanto più vasto quanto più la conoscenza scientifica si avvicina allo studio della vita stessa, delle sue origini, della sua essenza.

 

Il valore innovativo dell'investimento in sanità

Innovare in sanità, oggi, significa rafforzare l’impianto sociale e ciò avviene anche senza ricorrere a scoperte tecnologiche sofisticate. Il vero impatto sulla salute della popolazione del terzo millennio e, di conseguenza, sull’economia e sulla forza di un paese, passa attraverso misure più semplici di quanto possiamo pensare. Per salvare vite umane e migliorare la qualità di vita dei cittadini serve innanzitutto promuovere la prevenzione, assicurare servizi di base capillari, regolamentare durata e modalità dei ricoveri, informare e comunicare con i cittadini. Operazioni semplici dal punto di vista tecnico, perfino scontate, ma non per questo di facile o immediata adozione, anzi sempre più spesso accantonate in favore di scelte apparentemente più fruttuose. Di fronte a una scienza medica che propone soluzioni altamente specializzate, talvolta anticipando la richiesta della comunità dei pazienti, almeno di quelli più abbienti, pare banale insistere sull’opportunità di investire per esempio in campagne di salute pubblica che non promettono risultati immediati ma assicurano un impatto più ampio e duraturo.

Sanità italiana sotto esame: quale terapia?

Le due grandi anime italiane, quella cattolica e quella laica socialista hanno certamente un terreno di incontro comune nel tentativo di alleviare la sofferenza. Per vincere l’indispensabile lotta mirata a creare una sanità più giusta, più umana e più efficace deve essere invocata proprio questa comune sensibilità alla sofferenza umana, che più di ogni altra scava le differenze sociali, economiche e culturali. La salute condiziona addirittura la nostra «capacitazione», le nostre opportunità di sviluppo, ciò che il premio nobel Amartya Sen pone alla base della possibilità stessa di emancipazione da situazioni di disuguaglianza sociale. È quindi indispensabile dare un’anima alla riorganizzazione sanitaria, sia ricordando che la medicina non è solo un mestiere, sia incoraggiando e chiamando a raccolta le forze che operano nel settore, dagli ordini professionali, ai sindacati, alle scuole, alle mille forme di volontariato che spesso lavorano con straordinaria efficacia nell’ombra.

 

La morte non si vive. Medico e paziente di fronte al testamento biologico

L’ingannevole banalità del passo di Derrida introduce un argomento delicato come quello del testamento biologico (o testamento di vita o dichiarazioni anticipate di trattamento) che impone un’analisi dell’essere e del morire e del loro profondo rapporto. Alla base dello stesso concetto di persona, elaborato nella filosofia occidentale da pensatori come Kant e Stuart Mill, resta l’idea di un agente autonomo, dotato di intenzionalità e libertà di azione. La morte, d’altro canto, è tuttora rappresentata come limite, confine o il passaggio di un confine.

 

Etica della ricerca biomedica: per una visione cristiana

La valutazione della condotta umana in ambito medico e scientifico alla luce di valori e principi morali si è resa sempre più necessaria negli ultimi decenni, parallelamente all’avvento di scoperte e ricerche che hanno rivoluzionato la posizione stessa dell’uomo nei confronti della natura, della vita e della morte. Oggi è impensabile ignorare gli innumerevoli quesiti morali emersi dall’inarrestabile progresso scientifico e la ricchezza (e al contempo complessità) della riflessione bioetica nasce dalla sua stessa natura interdisciplinare. Un concreto contributo agli interrogativi posti dalla ricerca biomedica può derivare soltanto dal confronto continuo fra studiosi e operatori di diversa formazione: medici, biologi, teologi, giuristi, psicologi, economisti, politici.

 

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