Displaying items by tag: città

La città come bene comune

A lettura finita delle quasi 800 pagine di questo volume si resta senza fiato. E non tanto per la mole del lavoro, quanto per l’impegno profuso man mano che ci si addentra in una summa della “scienza della città” retta su di un processo di unificazione delle “due culture” – il titolo di un vecchio libro del 1963 dovuto a Charles Percy Snow – in cui, come concludono gli autori, l’approccio umanistico e quello tecnico-scientifico sono complementari l’uno all’altro sino a un rapporto di vicendevole contaminazione.

Le mappe politiche del disagio sociale

Quando l’ufficiale giudiziario, inviato dal tribunale per eseguire lo sfratto, aprì la porta, trovò il cadavere di Maria Carmela riverso per terra, con addosso il pigiama di casa, il viso mummificato e gli occhiali ancora sul naso. Era morta almeno da due anni ma qualche metro più in là i fornelli della cucina erano ancora accesi, a rappresentare una quotidianità improvvisamente spezzata. E la sua immensa solitudine. Chissà quanto tempo ha aspettato, incapace di muoversi, ascoltando ogni rumore che veniva dagli appartamenti vicini, separati da pareti talmente sottili – “foratelle” come le chiamano a Roma – dove passano tutti i suoni e gli odori delle esistenze distratte che li abitano.

Politiche integrate urbano-rurali: reti di governance per lo sviluppo territoriale

Il tema delle politiche integrate di sviluppo urbano-rurale sta emergendo come uno degli ambiti di policy di grande rilevanza per lo sviluppo territoriale. Nel contesto europeo, in particolare, dove le città hanno da sempre rappresentato il principale motore dello sviluppo socio-economico e culturale, questo aspetto costituisce una novità importante su cui vale la pena soffermarsi per mettere in luce una serie di cambiamenti significativi che riguardano, più in generale, l’ambito delle politiche pubbliche per lo sviluppo con un approccio territoriale integrato.

Riflessioni e proposte dal lockdown su città e territori

Le condizioni spaziali con le quali ci confrontiamo oggi mettono a repentaglio le forme note dell’urbano contemporaneo, minando l’essenza delle relazioni sociali e dello scambio alla base degli insediamenti umani. I divieti colpiscono le concentrazioni nello spazio (gli assembramenti, appunto) alimentando forme di controllo che richiamano figure come quelle del carceral archipelagos, transitato da Foucault a uno dei sei discorsi sulla postmetropolis di Soja, proprio mentre gli altri cinque soffrono la quarantena.

Oltre la global city. Quali prospettive per le città medie?

I nuovi assetti economici, caratterizzati dalle dimensioni globali dei mercati e da forme della produzione organizzate come filiere del valore lunghe, hanno determinato un profondo mutamento delle gerarchie urbane. I territori più competitivi, e in particolare i grandi sistemi metropolitani che compongono la global city descritta da Saskia Sassen, si sono decontestualizzati rispetto alle economie nazionali, riposizionandosi in reti di flussi globali e assumendo funzioni centrali di gestione e controllo delle reti economiche grazie alla presenza di conoscenze e servizi avanzati necessari per la competitività delle imprese.

Periferie urbane: caratteri, geografie, politiche

Quali effetti lascerà la drammatica crisi del Coronavirus sulle periferie urbane delle città italiane? Quanto gli inevitabili impatti della pandemia sull’economia, sulla società, ma anche sulle culture e sugli immaginari segneranno il destino di coloro che abitano le aree più critiche delle nostre città? In che modo le politiche pubbliche dovranno farsi carico di questi effetti, e attraverso quali dispositivi potranno intervenire efficacemente?

Città e diseguaglianze ai tempi del Covid-19

Si dice che il virus sia democratico. In mancanza di immunizzazione artificiale si diffonde esponenzialmente e colpisce le persone senza fare distinzioni tra ricchi e poveri, giovani e vecchi, sani e malati. Sarebbe esattamente così se il nostro spazio vitale fosse isotropo. Se fossimo tutti distribuiti uniformemente su un territorio costruito in maniera uniforme. Se utilizzassimo tutti lo stesso tipo di trasporto e i tempi di spostamento fossero sempre gli stessi. Se la qualità dell’aria fosse uguale dappertutto. Se i luoghi di lavoro fossero tutti simili fra loro.

Capitalismo cognitivo, produzione culturale e città

Nell’attuale emergenza sanitaria provocata dalla pandemia Covid-19 le funzioni culturali e le relazioni economiche da queste mobilitate sono tra le più colpite dalle misure di confinamento sociale decise per arginare la malattia. Anche l’organizzazione della vita urbana come finora l’abbiamo sperimentata e praticata vede vacillare molti dei propri principi ordinatori: densità, mobilità e interdipendenze spaziali sono da più parti evocate come concause della diffusione del morbo.

Dopo la pandemia, i nuovi equilibri internazionali

La bufera del coronavirus ha scosso il mondo. Nulla – si dice – sarà come prima. (…) Anzitutto perché questa crisi ha un’inedita dimensione antropologica. La pandemia minaccia la salute e la vita delle persone, sconvolge le abitudini e gli stili di vita di miliardi di esseri umani, cambia radicalmente le relazioni interpersonali e il rapporto con il lavoro. In secondo luogo perché (…) colpisce l’economia reale e il lavoro e non soltanto la finanza.

Un’economia globale da reinventare

Due emergenze, una sanitaria e l’altra economica, hanno accompagnato la diffusione a livello globale della pandemia Covid-19. Secondo le stime più recenti, il crollo dell’attività economica in questi mesi sarà senza precedenti per rapidità e intensità, almeno dai tempi della crisi degli anni Trenta. Ma c’è ancora grande incertezza sull’evoluzione della crisi economica in corso. Molto dipenderà, innanzitutto, dai tempi necessari a porre sotto controllo la diffusione del Coronavirus, fino all’auspicata scoperta di cure efficaci e/o di un vaccino.

Prev
1