Italianieuropei 2/2015
Italianieuropei 2/2015

Agenda

Nuove regole, pericolose derive

Focus

Cina, le Crepe di una “società armoniosa”

In questo numero

Dopo sette anni di crisi economica, nel vivo di un’evoluzione delle forze politiche di centrodestra di cui solo in parte si intravedono gli esiti, il Nord Italia si confronta con la difficoltà di rispondere al malessere dei suoi ceti produttivi e di ridisegnare i tratti del suo modello di sviluppo e di welfare. Saprà trovare una formula efficace per il suo rilancio? Quale futuro sta costruendo, per sé e per l’Italia tutta, la parte più produttiva e ricca del paese?

il Sommario

gli Articoli

Il caso italiano.Uscita Nord

Torino, la città che ha sfidato la crisi

of Piero Fassino

Se per cento anni Torino è stata una realtà essenzialmente industriale e manifatturiera oggi, pur continuando a rappresentare una grande realtà produttiva, ha saputo darsi un profilo diverso e aprirsi a nuove vocazioni espressione della società e dell’economia della conoscenza: ricerca, innovazione, formazione, cultura. Forte dell’enorme trasformazione già messa in atto, la città ha affrontato la crisi e l’ha sfidata, convinta che nella capacità di produrre cambiamento e trasformazione stiano le opportunità di crescita, di progresso, di lavoro di una comunità.

Il caso italiano.Uscita Nord

Prima le persone: Investire in formazione, innovazione e ricerca

of Patrizio Bianchi

L’esperienza dimostra che l’unica vera forza in grado di muovere un’economia e garantire lo sviluppo sono le persone. In una società come quella attuale, in cui la globalizzazione e le tecnologie hanno profondamente cambiato le dinamiche socioeconomiche, risulta di capitale importanza innalzare la capacità di ognuno di comprendere la complessità della realtà per poter divenire cittadini consapevoli e lavoratori in grado dicontribuire al generarsi e al consolidarsi di quelle innovazioni sociali ed economiche che costituiscono il motore dello sviluppo. Occorre pertanto tornare a investire in cultura, istruzione e, ora che l’Europa sta per fortuna riscoprendo la centralità della manifattura, anche in formazione tecnico-professionale.

 

Il caso italiano.Uscita Nord

Fare società al Nord. Rancore, paura e disincanto operoso

of Aldo Bonomi

Innescato dalla crisi del 2008, il declino del postfordismo italico imperniato sull’egemonia del capitalismo molecolare, cioè su quel modello di sviluppo basato sull’operosità e i saperi delle comunità locali soprattutto del Nord Italia, ha prodotto il collasso delle rappresentanze sociali di categoria e il conseguente dissolvimento della società di mezzo. Ciò non vuol dire però che sia scomparsa la dimensione del territorio come spazio di organizzazione economica. Stanno infatti emergendo diverse configurazioni territoriali, abitate da un nuovo tipo di capitalismo, il capitalismo delle reti, ancora in attesa di una adeguata e innovativa politica di accompagnamento e raccordo.

Il caso italiano.Uscita Nord

Se il Nord (Italia) si scopre Sud (Europa)

of Giancarlo Corò

In questi lunghi anni di crisi anche le imprese del Nord, come del resto tutta l’economia italiana, hanno patito gli effetti del crollo dei consumi interni e degli investimenti, oltre alle conseguenze delle scelte economiche compiute da Bruxelles. Hanno così imparato a loro spese quanto oggi possa costare la mancata crescita produttiva del Mezzogiornoe cosa significhi essere trattati da Sud di un’Europa che sembra avere smarrito il senso di un destino comune.

Il caso italiano.Uscita Nord

Criminalità organizzata e imprese, un rapporto stabile e strutturale

of Enzo Ciconte

Alcune indagini recenti hanno confermato in maniera clamorosa la diffusa e radicata presenza delle mafie, in particolare della ‘ndrangheta, nell’economia settentrionale. La drammatica novità è data dal fatto che sono ora gli stessi imprenditori a cercare la criminalità organizzatae a richiederne i servizi, creando con essa un rapporto stabile e strutturale. Scopriamo così, purtroppo, che una parte consistente delle forze produttive del Nord Italia ha scelto di affrontare la crisi con l’uso dell’illegalità. E questo è un problema che tocca tutti, che dovrebbe riguardare la politica prima ancora delle forze dell’ordine e della magistratura.

Il caso italiano.Uscita Nord

Cambia il nord, cambia il welfare

of Franca Maino e Chiara Lodi Rizzini

In un paese che registra grandi differenze tra le sue varie aree in merito alle dinamiche del sistema produttivo e alla distribuzione della spesa pubblica, la crisi economica ha generato problemi diversi, che richiedono risposte e modelli di intervento adeguati. Al Nord il problema principale è dato, più che dal calo dell’occupazione, dalla perdita di qualità del lavoro, che accresce il numero dei soggetti esposti al rischio di disagio economico e sociale. Ed è proprio in quelle Regioni che la sperimentazione di nuove forme di intervento basate sul contributo di attori e risorse non pubbliche ha permesso di affiancare ai provvedimenti di policy più tradizionali un secondo welfare, più flessibile e adattabile a profili specifici.

Il caso italiano.Uscita Nord

Il Veneto nell’interminabile transizione italiana

of Marco Almagisti e Nicola Scarnera

I distretti industriali sono dei sistemi produttivi locali formati da piccole e medie imprese situate in aree contigue. Essi spesso sono in grado di anticipare i fenomeni di cambiamento che poi investiranno l’intera comunità nazionale e risultano pertanto molto significativi per valutare anche l’evoluzione nel tempo delle tendenze di voto. Il caso del Veneto, la cui cultura politica costituisce per ragioni storiche un unicum nel panorama italiano, è in questo senso piuttosto emblematico, poiché permette di evidenziare il passaggio da una subcultura politica territoriale a una cultura politica locale, intesa come persistenza di significati e pratiche specifiche e tipica di una società priva di una forza politica realmente dominante.

Il caso italiano.Uscita Nord

Svolta e rilancio della Lega Nord

of Roberto Biorcio

Nella sua storia la Lega Nord non ha avuto uno sviluppo dei consensi lineare, alternando momenti di crisi a fasi di rapida e considerevole crescita del sostegno elettorale e vedendosi più volte costretta a cambiare strategia e profilo politico. Oggi, con una nuova leadership e una proposta politica diversa, fortemente antieuropeista, vive l’ennesima stagione di rilancio. Quanto e come è cambiata la Lega dopo la svolta promossa da Salvini?

Il caso italiano.Uscita Nord

Orizzonte cittadinanza. Italiani e stranieri in tempi di crisi

of Roberta Ricucci

Negli ultimi vent’anni la società italiana è profondamente mutata e gli stranieri residenti, il cui numero si è quadruplicato, sono diventati una parte fondamentale del tessuto socioeconomico del paese. La condivisione delle (scarse) risorse, la promozione di politiche interculturali vere, l’accoglienza dei richiedenti asilo, il rapporto con gli immigrati musulmani e con le seconde generazioni rappresentano le sfide principali che amministratori e società civile sono chiamati ad affrontare. L’associazionismo e il protagonismo delle nuove generazioni possono costituire al riguardo due fattori strategici per costruire finalmente coesione sociale.

Il caso italiano.Uscita Nord

I falsi miti della pressione fiscale italiana

of Giampaolo Arachi e Caterina Ferrario

Spesso, nel tentativo di individuare interventi per ridare competitività al sistema produttivo italiano e stimolare la crescita, si propone di agire sulla leva fiscale, convinti che l’Italia abbia un livello di tassazione abnorme, soprattutto sul lavoro, e che sia possibile tagliare significativamente la spesa pubblica senza compromettere la qualità dei servizi. Una lettura meno superficiale evidenzia invece che le aliquote italiane sono in linea con quelle dei paesi simili e che i grandi ambiti di spesa – pensioni, sanità e istruzione – sono già stati colpitiduramente dai tagli. Anche l’idea, cavalcata a lungo dalla Lega, di una riduzione del carico fiscale al Nord possibile grazie all’eliminazione dei trasferimenti a beneficio del Sud viene smentita dai fatti. Da almeno una decina di anni, infatti, la pressione fiscale al Sud sta aumentando, fino ad annullare il differenziale con il Centro-Nord.

Agenda. Nuove regole, pericolose derive

Critica a un Parlamento di “nominati”

of Vannino Chiti

Per capire le ragioni che hanno spinto ventiquattro senatori del PD a non partecipare alla votazione finale a favore della legge elettorale occorre tenere presente un quadro più ampio, che include anche la riforma costituzionale e l’esperienza delle Province. Il principale motivo didissenso nei confronti della legge uscita dal Senato riguarda il modello di elezione dei deputati, i quali risulterebbero in gran parte nominati anziché eletti. Si tratta di un grave deficit democratico che lacera ulteriormente il rapporto tra cittadini ed eletti, accrescendo l’autoreferenzialità della politica. Piuttosto che perseguire l’innovazione a tutti i costi bisognerebbe rafforzare la coerenza con i principi fondativi della Costituzione.

Agenda. Nuove regole, pericolose derive

Le modifiche del Senato alla legge elettorale

of Ugo De Siervo

Gli interventi del Senato sul disegno di legge di riforma del sistema elettorale hanno apportato importanti modifiche al testo varato dalla Camera, intervenendo su aspetti cruciali come il profilo dei protagonisti del confronto elettorale – liste di partito e non più di coalizione –, le soglie di sbarramento, i meccanismi di garanzia dell’equilibrio di genere e la questione della sottrazione dei capilista al voto di preferenza. Su quest’ultimo aspetto, in particolare, rimangono ancora delle perplessità che, insieme alla carenza di disposizioni relative al ballottaggio a livello nazionale e alla disposizione di rinvio dell’efficacia della legge consiglierebbero, in sede di dibattito, un’ulteriore fase di discussione e perfezionamento.

Agenda. Nuove regole, pericolose derive

Verso una democrazia cesaristica

of Nadia Urbinati

La riforma della Costituzione avviata dal Partito Democratico, unita alla nuova legge elettorale, che la completa, rischia di portare l’Italia verso una democrazia di stampo cesaristico. Quale sicurezza può darci un assetto istituzionale privo del contrappeso al potere costituito rappresentato dal bicameralismo, con una diminuita prerogativa del diritto di suffragio e ostaggio del potere del leader, dell’esecutivo e della sua maggioranza?

 

Agenda. Nuove regole, pericolose derive

La riforma mancante

of Claudio Sardo

È tempo di mettere all’ordine del giorno l’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione. La sua assenza tra le riforme all’esame del Parlamento rappresenta un vuoto che rischia di mettere a repentaglio gli equilibri dell’assetto democratico. Senza una rigenerazione dei partiti le riforme costituzionali ed elettorali non basteranno a chiudere la lunga transizione italiana.

Focus. Cina, le crepe di una “società armoniosa”

La Cina di Xi Jinping

of Romeo Orlandi

Xi Jinping è stato scelto per guidare la Cina perché ritenuto il più adatto a trovare una sintesi fra i tradizionali obiettivi strategici del paese e gli interessi della nomenklatura che lo ha nominato. Ma l’eredità che Xi ha raccolto dal suo predecessore è tutt’altro che semplice. Nonostante l’uscita dalla crisi, infatti, sono emersi con forza i limiti e le contraddizioni del modello cinese, soprattutto per quanto riguarda la sostenibilità del suo prodigioso sviluppo economico e il contemporaneo acuirsi delle diseguaglianze. Inoltre le tensioni internazionali, specie con i paesi vicini, dimostrano come la Cina pur essendo una potenza economica – peraltro ormai dipendente dai cicli internazionali– non possa ancora considerarsi pienamente inserita nella dimensione politica globale.

Focus. Cina, le crepe di una “società armoniosa”

Innovare per continuare a crescere

of Thomas Rosenthal

Nel 2014 la Cina ha conquistato, secondo il Fondo monetario internazionale, la palma di più grande economia del mondo superando anchegli Stati Uniti. In termini di PIL pro capite, tuttavia, il paese deve ancora fare molta strada. Il prossimo obiettivo sarà dunque quello di trasformarsi innanzitutto in una società moderatamente benestante e quindi in un paese pienamente sviluppato. Tuttavia, la crescita portentosa che ha sostenuto negli ultimi anni il miracolo cinese non potrà ripetersi e il paese dovrà d’ora in poi adeguarsi a una fase che è stata definita di nuova normalità, nella quale il progresso dipenderà sempre più dallo sviluppo tecnologico, dall’investimento in conoscenza e da una maggiore autonomia nella generazione di proprietà intellettuale.

Focus. Cina, le crepe di una “società armoniosa”

Sicurezza energetica e sviluppo sostenibile: lo shale gas in Cina

of Paolo Davide Farah

Lo shale gas sta rivoluzionando, grazie al significativo aumento della sua produzione, il panorama energetico globale. La Cina, che sembra possieda il più ampio deposito al mondo di tale risorsa, presenta ancora molte barriere di ordine giuridico, amministrativo e ambientale che ne limitano l’utilizzo. Una riforma giuridica e regolatoria del settore permetterebbe al gigante asiatico di soddisfare i suoi crescenti consumi energetici e di limitare al contempo l’emissione di gas serra, oltre che di ridurre la sua dipendenza dalle riserve di gas naturale del Medio Oriente.

Focus. Cina, le crepe di una “società armoniosa”

Gestione del dissenso, tecnologia e società nella Cina che cambia

of Alessandra Cappelletti

Per comprendere appieno il fenomeno del dissenso e della sua gestione in Cina occorre contestualizzarlo nell’ambito di un paese che sta attraversando profonde trasformazioni, verso una nuova dimensione internazionale, ma che rimane per molti versi solidamente ancorato al suo retroterra culturale e alla sua visione, confuciana, della gerarchia sociale. È in quest’ottica che va inquadrato anche il blocco dell’accesso ai social network occidentali imposto dal governo centrale. Secondo la mentalità cinese, infatti, non può esserci libertà di stampa senza controllo. Sarà dunque interessante vedere come sapranno interagire, in un futuro prossimo sempre più informatizzato, internet e società civile.

Focus. Cina, le crepe di una “società armoniosa”

Verso una maturità dello sviluppo? Alcune problematiche sociali nella Cina di Xi Jinping

of Valeria Zanier

Il prodigioso sviluppo della Cina potrà definirsi veramente maturo solo quando il paese avrà risolto alcune complesse problematiche che i cambiamenti sociali che hanno accompagnato il miracolo economico hanno fatto emergere. L’invecchiamento progressivo della popolazionee l’esigenza correlata di adattare il sistema pensionistico, la formazionedi una classe media che reclama i propri diritti e le disuguaglianze tra città e campagna sono questioni ancora aperte, che la nuova leadership dovrà affrontare quanto prima per raggiungere quell’ideale di società armoniosa che è ancora lungi dal realizzarsi.

Focus. Cina, le crepe di una “società armoniosa”

Le responsabilità globali della Cina

of Angela Stanzel

Gli Stati Uniti e i paesi occidentali hanno più volte ribadito la loro convinzione che la Cina debba svolgere in maniera più responsabileil suo ruolo all’interno del sistema internazionale, garantendo un appoggio maggiore nelle aree di crisi. La Repubblica Popolare Cinese, che fonda la propria politica estera sul principio di non ingerenza, si è però finora impegnata attivamente soltanto nei casi in cui era necessario tutelare i suoi interessi economici. Con l’aumentare di questi ultimi, soprattutto in regioni fortemente problematiche quali l’Africa e il Medio Oriente, è cresciuta a Pechino anche la consapevolezza che un ambiente stabile costituisce il terreno migliore per investire, accedere alle risorse e aprire canali commerciali. È evidente inoltre che la Cina desidera oggi essere l’artefice delle regole che definiscono le relazioni regionali e non limitarsi a subirle.

Focus. Cina, le crepe di una “società armoniosa”

L’Asia orientale tra Cina e USA: come cambiano gli equilibri

of Giovanni B. Andornino

Il Pacifico occidentale è il teatro dove più immediata è la sfida che il riemergere della potenza cinese porta all’attuale ordine internazionale. Insieme con la ridefinizione del rapporto con gli USA secondo una nuova formula di “relazioni tra grandi potenze”, al centro del calcolo strategico di Pechino si trova il vicinato oceanico della Cina, con le sue numerose controversie territoriali e le frequenti frizioni tra paesi rivieraschi. Il futuro dell’Asia orientale – e del mondo – dipenderà dalla capacità degli attori coinvolti di conciliare un sistema economicoregionale di cui la Cina è sempre più il baricentro con assetti di sicurezza ancora imperniati sull’egemonia militare americana.

Focus. Cina, le crepe di una “società armoniosa”

Pechino in Africa: prove di soft power

of David H. Shinn

L’impegno della Cina in Africa ha fra i suoi obiettivi principali l’accesso alle enormi risorse naturali del continente e al suo ampio mercato per le esportazioni di prodotti cinesi, la ricerca del sostegno politico e diplomatico degli Stati africani in seno alle organizzazioni internazionalie, più di recente, il perseguimento di interessi legati alla sicurezza. La strategia adottata dal governo di Pechino si fonda non solo sulle relazioni economiche, ma in misura sempre maggiore sull’uso del softpower, offrendo sostegno a istruzione e formazione di giovani africani e assicurando la presenza massiccia dei media cinesi. Non mancano però i problemi, dovuti soprattutto all’assenza di rapporti con la società civile africana, alle critiche che il rifiuto cinese di sostenere diritti umani e democrazia suscita, e da ultimo alla sempre più ampia diffusione di armi leggere di produzione cinese nelle zone di conflitto.

Focus. Cina, le crepe di una “società armoniosa”

La nuova via della seta. il futuro delle relazioni Ue-Cina

of Nicola Casarini

Dopo quarant’anni dall’avvio delle relazioni diplomatiche e dopo oltre dieci anni dal primo accordo di partenariato strategico, i rapporti di forza tra Cina ed Europa sono oggi profondamente mutati. L’Europa continua infatti ad arrancare a causa della crisi, mentre la Cina, che l’ha superata indenne, mantiene la sua economia in crescita. Le sue riserve valutarie si stanno anzi riversando in gran quantità nel Vecchio continente e Pechino continua a investire nelle infrastrutturee nelle industrie manifatturiere europee al fine di acquisirne il know-how e di aumentare la propria influenza politica. Il particolare interesse dimostrato per gli Stati dell’Europa del Sud è da ricondurre poi al progetto di sviluppo della Via della seta del XXI secolo lanciato due anni fa. Di fronte a questo attivismo cinese però molti Stati europei hanno preferito puntare sui rapporti bilaterali piuttosto che sul rafforzamento del partenariato fra Cina e UE.

Focus. Cina, le crepe di una “società armoniosa”

Il sogno cinese oltre la Cina

of Alessandra Lavagnino

Oltre trent’anni fa Deng Xiaoping intraprese lo smantellamento del socialismo maoista e la costruzione del socialismo con caratteristiche cinesi, una formula dentro la quale la leadership di Pechino è riuscita nei decenni a includere con spregiudicatezza tutte quelle novità politiche ed economiche che hanno condotto al successo della Repubblica Popolare. Oggi il modello di sviluppo cinese, il “sogno cinese” secondo il più recente slogan in voga, potrebbe diventare oggetto di esportazione, anche se la Cina non sembra ancora interessata a sviluppare una strategia organica in tal senso, quanto a stimolare la conoscenza e l’ammirazione per la sua ritrovata cultura millenaria e per i traguardi raggiunti. In ogni caso, per far ciò, dovrà accettare le regole di apertura e trasparenza del circo mediatico planetario del quale è entrata ormai a far parte.

Dizionario Civile

Integrazione

of Tiziana Caponio

L’idea che chi arriva come immigrato in un certo paese debba in qualche modo integrarsi nella società e nella cultura del paese di arrivo sembra rispecchiare il semplice buon senso e non richiedere pertanto grandi teorieo sforzi di spiegazione. Eppure, il concetto di integrazione presenta non poche ambiguità. In primo luogo, dal punto di vista teorico, è un concetto carico di implicazioni normative. Il riferimento classico è alla sociologia struttural-funzionalista di Émile Durkheim, secondo cui l’integrazioneè la funzione che consente al sistema sociale di mantenere ordine e armonia, in un contesto, quello a cavallo tra XIX e XX secolo, in cui le sfide che minacciavano la stabilità dei paesi europei erano rappresentate dal movimento operaio e dalle spinte alla democratizzazione e non certo dall’immigrazione.