Biagio De Giovanni

Biagio De Giovanni

è professore emerito all’Università di Napoli “L’Orientale”.

Europa: due legittimazioni in contrasto

La crisi ha rimesso in discussione gli equilibri che sin dagli anni Cinquanta avevano consentito il parallelo consolidarsi, sulle macerie della seconda guerra mondiale, degli Stati sociali democratici e del processo di integrazione economica del continente europeo. C’è ora il rischio che si apra un varco incolmabile fra il tessuto delle democrazie nazionali e il sistema frutto del progetto comunitario. Alle forze politiche sta il compito di impedire che questa frattura diventi insanabile ripartendo dall’Europa che c’è, e che è ancora tanta.

Europa: due legittimazioni in contrasto

sovranazioLa crisi ha rimesso in discussione gli equilibri che sin dagli anni Cinquanta avevano consentito il parallelo consolidarsi, sulle macerie della seconda guerra mondiale, degli Stati sociali democratici e del processo di integrazione economica del continente europeo. C’è ora il rischio che si apra un varco incolmabile fra il tessuto delle democrazie nazionali e il sistema frutto del progetto comunitario. Alle forze politiche sta il compito di impedire che questa frattura diventi insanabile ripartendo dall’Europa che c’è, e che è ancora tanta.

Intellettuale

La parola “intellettuale”, nel senso più ampio di produttore di cultura, ha assunto un significato pregnante e inedito nell’età della politicizzazione di massa, tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo. Da quegli anni, che sono pure quelli della “grande trasformazione”, momento di rottura del vecchio equilibrio europeo, l’intellettuale conquistò una dimensione politica che lo spinse in un agone.

Costruzione europea e deglobalizzazione

L’Unione europea sta subendo i colpi della crisi economica e finanziaria globale. È dunque indispensabile interrogarsi sulle ripercussioni che questa avrà sul processo di globalizzazione e, in particolare, sulla costruzione europea. Si configurano ipotesi contrastanti in proposito: da una deglobalizzazione accompagnata dal ritorno al protezionismo e da un multipolarismo conflittuale, al risorgere del progetto europeo proprio come antidoto alla globalizzazione.

L'Europa e la guerra

La guerra torna a portar scompiglio nel progetto europeo, in un momento delicatissimo della sua costruzione. A dare un primo sguardo agli avvenimenti in corso si riceve l’impressione di quello che può apparire un vero e proprio paradosso: da un lato, il lavoro della Convenzione che la guerra non ha affatto bloccato, anzi. Giscard d’Estaing ha confermato che la conclusione dei lavori avverrà secondo previsione: per la fine di giugno il testo del nuovo trattato costituzionale dovrebbe esser pronto, sul tavolo di una conferenza dei governi che ne sarà vincolata come non mai prima, se si pensa non solo al lungo dibattito preparatorio ma sopratutto alla rappresentatività della Convenzione che vi sta lavorando.

 

La sovranità politica

E' difficile decifrare lo stato della questione europea dopo la conclusione dell’ultima conferenza dei governi, lo scorso dicembre a Nizza. Gli elementi che vengono in generale indicati possono essere, con buona approssimazione, riassunti così: a Nizza, si è registrato un fallimento e un’impasse. Il Consiglio europeo che lì si è riunito non ha saputo rispondere alle grandi domande che si erano aperte in vista della unificazione del continente, concludendo con decisioni di profilo basso e problematico. Come se l’Europa, giunta a un tornante decisivo del suo divenire, fosse attonita e incerta sugli sviluppi possibili, divisa nelle sue visioni, lacerata fra le interpretazioni relative al suo possibile divenire.