A vent’anni dalla legge Amato, il ruolo economico e sociale delle fondazioni di origine bancaria appare sempre più importante. Considerate come investitori istituzionali di lungo periodo, capaci di stabilizzare il mercato finanziario e nel contempo di collaborare positivamente a iniziative di interesse collettivo, le fondazioni hanno contribuito alla buona tenuta complessiva del sistema creditizio italiano durante la crisi. La promessa di passare dalla vigilanza ministeriale a quella di un’apposita autorità indipendente sul terzo settore, da istituire nell’ambito di un’organica riforma delle persone del libro primo del Codice civile, però, sembra essere stata dimenticata. Eppure, la vigilanza ministeriale appare oggi, al tempo stesso, poco efficace e poco trasparente. L’adozione di misure di autoregolamentazione e il coinvolgimento di Banca d’Italia, Autorità antitrust e Agenzia per le onlus nel sistema di vigilanza potrebbero contribuire a migliorare l’accountability delle fondazioni.