Non la sfiora il sospetto che una cosa è la partizione del genere umano in due sessi e un’altra, ben diversa, sono le preferenze sessuali che riguardano i singoli individui, e sono molteplici, alcune tra l’altro oggettivamente criminali. Davvero curioso per una filosofa che dice di apprezzare San Tommaso non rilevare la diversità “ontologica” dei due ambiti. La teoria della differenza sessuale attiene all’ordinamento materiale e simbolico dell’intera forma di esistenza di una società, di una civiltà e chiede cambiamenti radicali affinché l’eguaglianza non significhi cancellazione, assimilazione, negazione. È una via lunga, complicata. Può sembrare più facile liquidare la differenza sessuale e dire che è meglio per tutti, uomini e donne, liberarsi del corpo e delle sue iscrizioni simboliche, accedere ad una dimensione dove, concentrati di puro spirito, prendiamo e dismettiamo a volontà maschere, identità. Un delirio di onnipotenza nell’aspirazione, in realtà un adattamento all’esistente dove non è necessario cambiare nulla nell’assetto sociale, economico politico e alle donne è chiesto di fare volta a volta, secondo le circostanze e le richieste, l’Ipazia, la Maddalena, la Madonna e di non contare nulla.
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