Italianieuropei 4/2017
Italianieuropei 4/2017

In questo numero

Una rivista non è ciò che tu scrivi. Il tuo compiacimento non è nell’editoriale o nell’articolo che viene letto e, se capita, addirittura apprezzato. Una rivista, una bella rivista come questa, è un piccolo esercito che va fuori dai propri accampamenti e cerca di intercettare le coscienze, anche quelle meno disposte favorevolmente verso i tuoi temi, con cui ingaggiare una battaglia di conquista. 

Noi non vogliamo essere ipocriti. Questa rivista rappresenta storicamente, e lo farà per tutto il tempo in cui ci sarò io, il lavoro per dar vita in Italia a una sinistra grande, a una sinistra che combatta il pensiero unico e le austerità addossate sulle spalle della povera gente, che abbia in testa una società solidale e non parcellizzata in tante tribù egoiste e aggressive verso chi la pensa diversamente, ha un colore della pelle diverso o una religione diversa, viene da tanto lontano.

Su un punto vorrei che vi fosse, e in questo numero c’è già, un piccolo cambiamento. La rivista non assemblerà più saggi secondo lo schema intelligente del passato, ma pretenderà di raccontare l’Italia, spesso senza il filtro del giornalista ma attraverso la narrazione del protagonista o dei protagonisti.

 

il Sommario

l' Editoriale

Editoriale 4/2017

Firmo per la prima volta un numero di “Italianieuropei” e ringrazio per il lavoro fatto Daniela Reggiani, oggi impegnata in altri compiti, e soprattutto Massimo D’Alema, che ha voluto che io prendessi questa responsabilità dandomi la più ampia libertà di movimento. Sono in una fase della vita in cui preferisco dare consigli, molto spesso per iscritto, piuttosto che partecipare direttamente all’agone politico. “Italianieuropei” mi dà la possibilità, però, di fare entrambe le cose con una formula che mi diverte assai.

gli Articoli

Agenda. Lettere dall’Italia

Come nel film “Tutta la vita davanti”

di Rosa Fioravante

Capita ogni tanto di sentirsi come se si vivesse in un film. Il mio sarebbe la pellicola di Virzì del 2008 “Tutta la vita davanti”. Il film comincia con la discussione della tesi in Filosofia, conclusasi con bacio accademico, della protagonista. Il mio, o almeno le scene che vi propongo qui, con l’iscrizione allo stesso corso di laurea. Ho sempre creduto che, specialmente in un momento di crisi dei valori che investe tutta la civiltà occidentale, fosse necessario più che mai il ripensamento dell’orizzonte di senso entro il quale riflette e agisce la nostra società e delle nuove ideologie, sorte con il crollo di quelle del Ventesimo secolo e con la globalizzazione.

Agenda. Lettere dall'Italia

Storie afone di sfruttamento lavorativo

di Marco Omizzolo

Lavorare in provincia di Latina, a stretto contatto con lavoratori e lavoratrici considerati residuali nell’organizzazione sociale ed economica nazionale dal dibattito politico e culturale, significa fare esperienza diretta delle condizioni di vita e di lavoro di migliaia di persone, migranti e italiani, e di un sistema sovrastrutturale che pare tenere insieme settori dell’imprenditoria, rappresentanti politici e interessi economici diffusi, a volte di natura mafiosa.

Agenda. Lettere dall'Italia

Una politica europea a sostegno della cultura romaní

di Santino Spinelli

La popolazione romaní, costituita da diversi gruppi che si autodeterminano come rom, sinti, kalé, manouches e romanichals, rappresenta, con oltre undici milioni di persone, la più grande minoranza etnica europea. Presenti in ogni Stato dell’Unione europea, sono conosciuti con l’eteronimo peggiorativo di zingari e parlano la lingua romaní. In Italia il 60% dei 170.000 rom e sinti è di antico insediamento (XV secolo), sedentarizzato e ha cittadinanza italiana. Lo sguardo strabico imposto sulla loro esistenza deforma la realtà, mistifica la loro cultura e deprezza la loro dignità. Il contributo che queste comunità potrebbero recare alla società europea è trascurato anche a causa di pregiudizi: i rom rubano i bambini! Salvo scoprire che la magistratura non ha mai condannato nessuno.

Agenda. Lettere dall'Italia

Ricomporre un dialogo tra lavoratori e sindacato

di Giovanni Cartosio

Tra i molti pregi che l’attività sindacale nella FIOM-CGIL ha per chi la svolge uno appare particolarmente significativo: il contatto con il mondo del lavoro permette di sottrarsi alle mistificazioni del senso comune liberista che, presentato come “buon senso”, da anni orienta gran parte delle scelte di politica economica e sociale ed è dominante nel dibattito pubblico. La condizione materiale dei lavoratori, l’interazione con le controparti imprenditoriali, i rapporti tra capitale e lavoro, le conseguenze delle cosiddette “riforme” (per i più il termine è ormai sinonimo di sventura) sulla vita delle persone con cui si hanno rapporti quotidiani mettono a nudo la realtà che la costruzione ideologica neoliberista ha prodotto, camuffandola da “modernizzazione”, in decenni di egemonia culturale e politica.

Agenda. Lettere dall'Italia

Chiamateci emigranti

di Antonello Pellicano

Il fenomeno è quello che viene comunemente definito “fuga di cervelli”. La realtà è quella dei tanti giovani colleghi scienziati e ricercatori che dopo un lungo e valido percorso formativo in Italia hanno lasciato il paese per la drammatica assenza di opportunità professionali di lungo termine. Negli ultimi anni, migliaia di giovani scienziati sono stati costretti a trasferirsi in altri paesi europei o ad abbandonare del tutto il proprio lavoro di ricercatori a causa delle scarse possibilità di accedere a una posizione permanente in ambito accademico.

Agenda. Lettere dall'Italia

Scienza e salute in un ospedale pubblico del Sud

di Ciro Mundi

Oltre trent’anni di pratica della medicina, in particolare della neurologia, esclusivamente in un ospedale pubblico di una città capoluogo di provincia pugliese sono forse sufficienti per esprimere alcune considerazioni che travalicano la storia personale e investono una intera generazione che si appresta, nell’arco di qualche anno, a passare il testimone a una nuova classe medica della sanità pubblica.

Agenda. Lettere dall'Italia

Don Matteo, il vescovo della porta accanto

di Gianni Di Santo

Zuppi agli islamici: “isoliamo insieme il virus della violenza”. Famiglia, l’autocritica di Zuppi: “troppi corsi prematrimoniali e poca sostanza”. Il vescovo chiede una nuova alleanza tra laici e cattolici per aiutare i nuclei in difficoltà. Bologna, Guccini e il vescovo Zuppi insieme al Mast per ripensare ad Auschwitz: viene presentato il documentario “Son morto che ero bambino”, girato a marzo nei luoghi della memoria. Bologna, una casa-comunità per i ragazzi con problemi psichiatrici. Inaugurata una nuova ala nell’ex collegio voluto dal cardinale Lercaro. Sarà un centro per giovani in difficoltà. Zuppi: “così si sconfiggono le paure”. Bologna, il monito di Zuppi: “La Chiesa supplisce alla politica nel contrasto alla povertà”. E ancora: “Politici attenti solo ai sondaggi, ma anche la Chiesa deve avere maggiore audacia”. Bologna, il vescovo alla marcia per la pace con la bomba antistress di gommapiuma. Al 1° maggio, “Don Matteo” conquista anche la FIOM. Monsignor Zuppi alla manifestazione dedicata ai disabili.

Agenda. Lettere dall'Italia

Lungo la terra di nessuno

di Paride Ferrante

Venerdì 30 giugno, ore 16 circa. Lungomare di Mergellina. Il mio viaggio in bicicletta da Roma può dirsi concluso. Cerco qualcuno che possa scattarmi una foto autocelebrativa con lo sfondo più bello del mondo: il mare della mia adorata città, Castel dell’Ovo, il Vesuvio. Trovo una volenterosa fotografa. Il risultato non è granché ma può bastare. Sono troppo stanco per perdere altro tempo prima di tornare a casa. E poi il cielo è nuvoloso. E la cosa mi infastidisce non poco. Ma non è solo quello. Percorro a memoria gli ultimi chilometri che mi separano dalla meritata doccia e mi prendo il lusso di distrarmi
– non è mai una buona idea distrarsi in bicicletta ma sorvoliamo – e mi metto a pensare a che cosa mi abbia potuto turbare al punto di farmi godere solo in parte della piccola impresa finalmente realizzata – chi li aveva mai fatti 250 km in bicicletta?

Il racconto

Fastidio

di Maurizio de Giovanni

Danno fastidio. Danno molto fastidio.
Specialmente adesso, che è arrivata l’estate ma non fa ancora tanto caldo, e piacerebbe tenere le finestre aperte invece dell’aria condizionata. Non bastava la zona pedonale che pedonale non è, con i furgoni e le macchine col lampeggiatore e i motorini, gli impiegati e i funzionari dei mille uffici devono invece tenerle chiuse, le finestre, che se no non si riesce a lavorare, con tutto quel rumore. Anche la musica, adesso. Danno fastidio. Molto fastidio.

Focus. Il mondo oggi

Sulle origini della crisi della sinistra

di Vincenzo Visco

Dopo aver subito gli effetti della rivincita della destra, che a partire dagli anni Ottanta del Novecento ha saputo imporre un paradigma economico incentrato sul rilancio del mercato, sul valore etico del profitto, sull’individualismo e sulla contestazione dell’assistenzialismo, la sinistra deve ora recuperare identità e valori smarriti e riacquistare la propria autonomia culturale e politica. Non è un caso che a sinistra sia in atto un processo di riorganizzazione e riflessione sui fondamentali. In Italia, in particolare, essa andrà ricostruita dalle basi, con pazienza e determinazione, riscoprendo quanto di buono deriva dal passato ma tenendo presenti le esigenze che la nuova realtà economica e sociale pone in evidenza, a partire dal drammatico aumento delle diseguaglianze e dalla cronica mancanza di lavoro.

Focus. Il mondo oggi

L’affanno di politica e democrazia

di Bruno Tabacci

In quasi tutto l’Occidente politica e democrazia attraversano una fase di grande crisi, che si alimenta delle difficoltà che entrambe vivono e delle loro influenze reciproche. Le cause di questo fenomeno risalgono indietro nei decenni e sono frutto, per l’Italia come per gli altri paesi del Vecchio continente, dell’intrecciarsi di sviluppi nazionali e di ben note dinamiche globali. Di fronte a una situazione così compromessa e pericolosa, di cui rischiano di approfittare i movimenti populisti e sovranisti, diviene quindi essenziale trovare la chiave per risalire la china e restituire dignità alla politica e senso alla democrazia. Anche perché fuori da esse non c’è progresso ma conflitto e ulteriori diseguaglianze.

Focus. Il mondo oggi

Gramsci, l’attualità di un intellettuale rivoluzionario

di Angelo d’Orsi

Nel percorso compiuto da Antonio Gramsci nella sua densa e travagliata esperienza di intellettuale militante, continuità e discontinuità si giustappongono e si sovrappongono. Se esiste una discontinuità oggettiva, data dai cambiamenti della situazione storica e personale, lo sforzo che egli compie è quello di tenere ferma la barra nel mutare degli eventi, adeguando costantemente la teoria alla situazione concreta. Questa barra si chiama rivoluzione. Sia che si tratti del Gramsci militante socialista degli anni Dieci, del Gramsci dirigente comunista degli anni Venti o del Gramsci pensatore ristretto in carcere tra la fine degli anni Venti e la prima metà dei Trenta, egli è e rimane un rivoluzionario. E sono precisamente la teoria della rivoluzione e la sua fede solida in essa i punti fermi che affida a noi uomini e donne del presente.

Focus. Il mondo oggi

Dopo il califfato. Il Medio Oriente e la teoria del vero nemico

di Renzo Guolo

Con la conclusione dell’esperienza statuale dell’ISIS si delineano per il Medio Oriente scenari geopolitici imprevedibili. Molto dipenderà da quanto faranno i due schieramenti anti-jihadisti in campo, capeggiati rispettivamente da Stati Uniti e Russia, i quali, caduto l’alibi rappresentato dal califfato, dovranno ora confrontarsi con il “vero nemico”: più che gli jihadisti, considerati un elemento transitorio della scena, alcuni dei membri dell’altra coalizione anti-ISIS. Si riaprono quindi i grandi giochi per ridefinire i futuri assetti mediorientali e i nuovi rapporti di forza tra i veri protagonisti della lotta per l’egemonia politica e religiosa nella regione.

Focus. Il mondo oggi

La Germania si prepara alle elezioni parlamentari

di Dietmar Herz

Alle prese con i profondi cambiamenti che caratterizzano l’evoluzione della sua situazione politica e sociale – primi tra tutti la crisi dei partiti, la crescente presenza di sacche di disagio e l’incidenza dei processi di modernizzazione – e con il deterioramento del contesto internazionale sia europeo che extraeuropeo, la Germania si avvicina alla scadenza elettorale del prossimo settembre con incertezze e dubbi. E con una leadership progressista, quella di Martin Schulz, che sperimenta l’alternarsi di fasi di grande crescita a momenti di difficoltà.

Focus. Il mondo oggi

Il futuro della scienza

di Pietro Greco

Dove stanno andando la scienza e la tecnologia? Tra il riproporsi delle domande del passato – come è fatto l’Universo? – ancora in cerca di risposta e nuove frontiere della ricerca – intelligenza naturale e artificiale, biotecnologie e scienze della Terra – si delineano i tratti del nuovo paradigma scientifico che il futuro richiederà: realizzare una conoscenza che non vada a vantaggio di questo o di quello, ma dell’intera umanità.

L’Italia a puntate

Se sei mesi vi sembran pochi

di Alessandro De Angelis

Sarebbe tecnicamente possibile, anche se un po’ demodé, ricorrere alle parole di Gramsci: «Il vecchio che non muore e il nuovo che non nasce. In questo interregno si verificano i fenomeni più morbosi». Il fenomeno, “morboso” appunto, è l’intreccio, detta sempre in modo un po’ demodé, tra crisi del PD e crisi del sistema politico, in questo nuovo capitolo dell’infinita transizione italiana iniziato il 4 dicembre.

Le recensioni di Italianieuropei

L’utopia quotidiana di Bruno Trentin

di Fabrizio Loreto

La lettura dei “Diari” di Bruno Trentin, relativi al periodo in cui egli, tra il 1988 e il 1994, ricoprì il ruolo di segretario generale della CGIL, rappresenta un’esperienza tanto intensa sul piano emotivo quanto necessaria per l’analisi storica. Come sottolinea nella prefazione il curatore dell’opera, Iginio Ariemma, tale risultato non deriva soltanto dai contenuti del volume, vale a dire dalla rilevanza delle questioni affrontate, dai giudizi espressi, dalla lucidità dei ragionamenti; esso è anche il frutto del tipo di fonte, piuttosto rara e per questo particolarmente rilevante.

Le recensioni di Italianieuropei

Il ritorno di Botero

di Alfonso Musci

Einaudi riporta in libreria, nella collana “ammiraglia” Millenni, “Della ragion di Stato”, a cura di Pierre Benedettini e Romain Descendre. È la prima volta che il celebre testo del gesuita Giovanni Botero (1544-1617) appare in edizione critica, offrendo al lettore la versione veneziana del 1598 – stampata al sestiere di Rialto dai “torchi illustri” di Giolito de’ Ferrari – e le sue precedenti (1596 per Ponzio a Milano; 1590 per Pelagallo a Roma; 1589 per Giolito a Venezia). Merito anche del curatore Romain Descendre, esperto di pensiero italiano moderno e ormai massimo interprete di Botero tra gli studiosi della nuova generazione.

Parliamo di lui

Corbyn, il vecchio socialista che ha rivitalizzato il Labour

di Domenico Cerabona

Come è possibile che un sessantottenne, sindacalista, parlamentare di lunghissimo corso ma che non ha mai ricoperto ruoli di spicco nel governo e nel Partito Laburista, attivista di tutte le cause perse degli anni Sessanta, sia riuscito a diventare leader della sinistra inglese e un fenomeno pop in grado di scatenare tra i giovani britannici un entusiasmo riservato solitamente alle rockstar? Il successo di Jeremy Corbyn è da un lato l’esito di un intreccio di eventi rocamboleschi, dall’altro il frutto del suo modo di fare politica e della forza dell’idea che rappresenta: un programma elettorale apertamente socialista in grado di ottenere un consenso eccezionale perfino nel Regno Unito.

Quando la storia eravamo noi

I nove di Little Rock e la questione razziale negli Stati Uniti

di Mario Del Pero

Volgendo lo sguardo indietro si può vedere quanto il percorso di integrazione razziale negli Stati Uniti sia stato lungo, contorto e faticoso. Di questo percorso – che a giudicare dalle reazioni all’elezione di Obama e da alcune delle spinte che hanno portato Trump alla presidenza è lontano dal compiersi – è una tappa importante l’episodio che nel 1957 ha riguardato la battaglia di nove studenti afroamericani di Little Rock per vedere riconosciuto il loro diritto all’istruzione su un piano di parità con i coetanei bianchi. Cosa ha rappresentato questa vicenda per la storia delle forze progressiste americane e non solo?

Chi l'ha visto?

Jospin, la vittima francese della Terza via

di Stefano Marengo

Da quando, nel dicembre 2014, è diventato membro del Conseil Constitutionnel, l’organismo che vigila sulla costituzionalità delle leggi della République, Lionel Jospin ha definitivamente acquisito il ruolo del “vecchio saggio”. Per l’ex leader socialista, oggi ottantenne, si tratta in effetti del coronamento di una vita di passione e impegno, un riconoscimento che, a distanza di oltre un decennio, mitiga senza annullare la delusione ancora viva per la clamorosa sconfitta alle elezioni presidenziali del 2002.

Dizionario civile

Paura

di Nadia Urbinati

Le due più importanti decisioni democratiche del 2017 – la Brexit e l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca – sono state dominate dalla retorica della paura: dell’immigrazione nel primo caso, e del declino del benessere senza apparente via d’uscita nel secondo. Una retorica alimentata ad arte dai politici e dagli esperti di comunicazione per conquistare l’audience e rastrellare voti. La paura del terrorismo islamico, e quella più indistinta di essere invasi dai disperati che giungono alle nostre porte, domina l’opinione pubblica e le politiche dei governi nei paesi occidentali. Complici gli effetti di quella che è la più distastrosa e lunga crisi economica dopo la Grande depressione, la paura può essere cattiva consigliera. Come dimenticare le descrizioni manzoniane della folla affamata e inferocita che assaltava i forni o di quella debilitata dalla peste che favoriva il contagio reagendo irrazionalmente alla paura del contagio?