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Il voto in Italia. Come cambierà l'Europa dopo la guerra? Italianieuropei 3/2022

Il voto in Italia. La lettura attenta del voto dello scorso 25 settembre ci dice molto di un centrodestra che, pur senza conquistare un travolgente consenso popolare, è riuscita, grazie alla sua capacità di ricompattare il fronte conservatore, ad ottenere una netta vittoria politica.

Come cambierà l'Europa dopo la guerra. L’aggressione russa all’Ucraina del 24 febbraio 2022 pone l’Unione europea di fronte a un dilemma ineludibile perché esistenziale: trasformarsi in un’area politica coesa, determinata e capace di compiere scelte precise,

 

Tre lezioni dai Balcani occidentali per la futura politica di allargamento

C’è un’errata percezione sulle relazioni UE-Balcani occidentali che associa i continui stalli del processo formale di allargamento dell’UE a una effettiva sospensione del processo di integrazione. In effetti, dopo il successo nella chiusura dei negoziati di adesione con la Croazia nel 2011 (diventata poi formalmente membro dal 2013), il processo UE di allargamento è entrato in crisi a causa dello scetticismo verso l’ingresso di nuovi membri in alcune capitali europee. Questa situazione è stata certificata dal discorso programmatico dell’allora nuovo presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, al Parlamento europeo, che nel 2014 è sembrato a molti una sospensione del processo di allargamento.

 

L’eredità controversa degli allargamenti dell’UE

Quando il Consiglio europeo di Bruxelles del 23 giugno 2022 ha approvato la richiesta di adesione all’Unione europea da parte dell’Ucraina, ha suggellato un’alleanza attraverso lo strumento principale della sua azione politica internazionale. L’allargamento rappresenta uno tra i principali successi del processo di integrazione europea; ha condotto dalla piccola Europa dei 6 paesi fondatori degli anni Cinquanta alla grande Europa a 28. E lo ha fatto non attraverso gli strumenti della conquista violenta, come era sempre avvenuto nella storia europea precedente all’avvio delle Comunità, bensì per mezzo di richieste provenienti dagli stessi nuovi membri.

 

Un fantasma si aggira per l’Europa: l’Europa

C’è ancora l’Europa? O un fantasma si aggira per l’Europa, ed è l’Europa stessa? E quando questo fantasma ha cominciato a circolare? Sono domande non più aggirabili dopo l’Ucraina. Che al di là della tragedia in sé politica e umana, per il diritto internazionale e il diritto delle genti, che rappresenta, è da cinque e più mesi la cartina di tornasole del bivio davanti a cui si trova la costruzione europea, almeno per quel che voleva essere; e dei bivi che nei decenni passati, quando doveva, l’Europa non ha imboccato.

 

La transizione ecologica ed energetica al bivio della guerra in Ucraina

Cosa accadrà delle politiche energetiche e ambientali europee in un quadro di perdurante incertezza e aumento dei prezzi per la guerra in Ucraina e per la riduzione degli scambi di gas con la Russia? Analizzare i possibili scenari risulta quanto mai difficile perché ci troviamo in una situazione senza precedenti, dove alla necessità di individuare quanto prima alternative efficaci per gli approvvigionamenti si somma una oggi ineludibile valutazione delle conseguenze che le scelte su impianti e reti avranno sugli impegni climatici. A complicare il già difficile quadro, quasi a ricordare lo scenario che si sta accelerando, un’estate torrida con una siccità che ha avuto effetti impressionanti sulla portata dei fiumi e quindi a catena sul funzionamento di centrali nucleari, termoelettriche e idroelettriche.

 

I passi da compiere per una difesa comune

Si è molto, fin troppo parlato negli ultimi anni di identità europea di difesa e sicurezza senza alcun progresso concreto se non quello, ormai sterilmente condiviso, che non sia più rinviabile la realizzazione di un destino comune. Anche gli Stati Uniti, in verità almeno dai tempi di Madeleine Albright e delle sue “Tre D” – non si sa quanto genuinamente o forzatamente –, hanno dovuto ammettere che un’Europa forte contribuisce sostanzialmente a irrobustire il sistema di sicurezza globale e a interagire efficacemente con la NATO senza sovrapporvisi o sostituirla.

 

Tra NATO e UE, la strategia di difesa del vecchio continente

Unione europea e NATO sono da sempre i “promessi sposi” per eccellenza dello scenario internazionale. A differenza dei personaggi del romanzo di Manzoni, però, le due organizzazioni vantano una “convivenza” ultradecennale, da cui deriva una conoscenza reciproca molto approfondita, compresa quella dei difetti e delle gelosie reciproche, come in ogni coppia che si rispetti. Anche le vicissitudini del loro rapporto sono diverse. Renzo e Lucia, come noto, fosse per loro si sposerebbero alla seconda pagina, ma devono contrastare ostacoli che vengono dall’esterno: la codardia di don Abbondio, la prepotenza di don Rodrigo, lo spirito e le crisi dei loro tempi.

 

Governance economica e ruolo internazionale dell’UE

La grave crisi internazionale che stiamo vivendo pone l’Unione europea di fronte all’urgenza di dotarsi di un nuovo assetto di governance che le consenta di giocare finalmente un ruolo più incisivo nella riconfigurazione in atto delle relazioni internazionali. Il tema coinvolge in misura rilevante la strategia di politica economica dell’Unione e gli strumenti della sua attuazione. Ed è su questo che si concentra questa nota.

 

Le svolte europee

In politica, il lessico è sostanza. Per la prima volta dopo molti anni, almeno dal 2021, l’Europa in Italia non è più tanto concettualizzata in termini di vincoli esterni e di regole, quanto di occasione storica. Senza dubbio il “merito” di questo cambiamento di prospettiva è di Next Generation EU (NGEU), il pacchetto finanziario da 750 miliardi di euro, adottato dalla UE come risposta collettiva alla crisi pandemica, e soprattutto da una sua componente assai rilevante, il Dispositivo per la ripresa e resilienza (RRF). È questo il quadro finanziario in cui si inserisce il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), al quale sono agganciate iniziative strutturali nei due settori gemelli della transizione energetica e di quella digitale.

 

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