Italianieuropei 9/2012
Italianieuropei 9/2012

Agenda

Web e democrazia

Focus

Transizione democratica nella Primavera araba?

In questo numero

Da alcune settimane c’è grande fermento nell’Unione europea. L’azione diplomatica messa in moto dal rischio che durante l’estate l’euro potesse essere travolto da un’onda speculativa ha portato importanti novità, che segnano innegabili passi in avanti nel rafforzamento del governo economico e finanziario dell’eurozona. Sull’onda di questa nuova spinta propulsiva cominciano a cadere alcuni radicati tabù, primo fra tutti, come ci ricorda il presidente Napolitano, quello della prospettiva di un’Europa politica.

il Sommario

l' Editoriale

Il punto sull’UE

Non sono sconvolgenti, ma sono ripetuti e continui i cambiamenti che intervengono nell’Unione europea e in particolare nell’eurozona. Per questo fare il punto su di essi è un’esigenza alla quale non è facile tener dietro e a stento riesce a farlo la nostra rivista, ora che da bimestrale è diventata mensile. È importante seguirli, registrarne i possibili effetti e soprattutto capire in quale direzione ci stanno portando.

gli Articoli

Prima pagina. Una fase nuova della politica europea

Una fase nuova della politica europea

di Massimo Bray

Se l’Europa non è crollata, se abbiamo ancora una moneta unica, se la speculazione finanziaria non ha travolto il nostro paese (come invece è successo alla Grecia), se Draghi ha potuto esporsi con tanta fermezza in difesa dell’euro, se, insomma, il peggio sembra essere alle nostre spalle, ciò non signifi ca che ogni problema sia ora risolto. Al contrario, si staglia davanti a noi, nitida e imponente, una sfi da tutta politica: la costruzione dell’Europa come entità sovrana, come federazione degli Stati che ne costituiscono l’ossatura.

Prima pagina. Una fase nuova della politica europea

Unione politica ed europeizzazione della politica

di Giorgio Napolitano

Pubblichiamo di seguito l’intervento svolto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nell’ambito del Festival della Politica, che si è tenuto a Mestre dal 5 all’8 settembre 2012.

Prima pagina. Una fase nuova della politica europea

Due scenari per l'area euro

di Paolo Guerrieri

Il verifi carsi nel mese di settembre di alcune condizioni tendenzialmente favorevoli, in particolare il varo dell’OMT da parte della BCE, ha fatto recuperare fi ducia nella tenuta dell’euro. Tuttavia, rimane il rischio che il perdurare della politica di rigore, non controbilanciata da adeguate politiche per il rilancio della crescita a livello europeo, vanifi chi quanto fatto. Il giusto mix di austerità, liquidità e crescita, accompagnato da un processo di reale integrazione economica e politica, costituisce la via d’uscita dalla crisi.

Prima pagina. Una fase nuova della politica europea

L'integrazione europei accelera il passo

di Debora Serracchiani

Gli enormi, innegabili passi in avanti compiuti nel processo di integrazione europea, dagli anni Cinquanta del Novecento a oggi, lasciano riemergere, soprattutto nei momenti di crisi, la difficoltà di considerarci tutti – Stati, popoli e individui – parte dell’Europa. Fortunatamente però, dopo mesi di tentennamenti, di fronte a una crisi come quella che ha interessato la moneta unica la scorsa estate e che ha rischiato di spaccare l’Unione europea, qualcosa pare stia cambiando, e una nuova consapevolezza dell’enormità della posta in gioco sembra stia spingendo l’Europa a compiere uno scatto di reni verso una adeguata e opportuna revisione della sua architettura istituzionale.

Prima pagina. Una fase nuova della politica europea

L'impatto globale della crisi europea

di Pasquale Ferrara

La legge delle conseguenze inintenzionali ha prodotto il paradosso di una rilevanza mondiale della crisi dell’eurozona – per quanto non certamente catastrofica – nonostante la narrazione di una crescente marginalizzazione dell’Unione nel gioco della politica internazionale. Mette comunque a disagio questa dimensione imprevista dell’Europa come global player al negativo. Tale processo, tuttavia, può essere letto anche come l’equivalente del costo della non-Europa a livello globale. In ogni caso, le conseguenze delle fortissime tensioni alle quali è stata sottoposta l’eurozona hanno prodotto due ordini di criticità: quelle economico-finanziarie e quelle politico-istituzionali.

Agenda.Web e democrazia

Trasparenza e partecipazione per una Pubblica Amministrazione migliore

di Mario Calderini e Francesco Profumo

Le moderne tecnologie di informazione e comunicazione non solo offrono enormi possibilità di accesso ai dati e di partecipazione diretta e immediata dei cittadini alla vita pubblica, ma consentono alla pubblica amministrazione di evolversi, di migliorare il suo funzionamento e la sua efficacia, di trarre vantaggio dall’energia, dall’esperienza e dall’apporto critico di cittadini, imprese e attori collettivi.

Agenda.Web e democrazia

Rigenerare la democrazia attraverso la rete

di Simon Hampton

Che impatto può avere internet sulla politica? Gli esempi sono ormai innumerevoli: la Primavera araba, le elezioni estoni del 2005 e del 2011, ma anche il blog del ministro svedese Carl Bildt e i numerosi movimenti sociali nati online. La rete, priva di gerarchie com’è, permette uno scambio alla pari, favorisce il contatto tra cittadini e istituzioni e può dare un nuovo slancio alla democrazia, cambiandone profondamente le regole del gioco.

Agenda.Web e democrazia

Spettri di democrazia

di Geminello Preterossi

Quella che si sta espandendo nel web è vera democrazia? Oppure è solo una sua illusione, che si esaurisce in una sorta di “democrazia emotiva virtuale”, che alla prova dei fatti risulta ininfluente sulla reale agenda politica e che è soggetta più di quanto si creda a manipolazioni di stampo populistico? La stessa mediatizzazione della politica rischia, più che approdare a una vera partecipazione, di degenerare in demagogia, come è avvenuto negli ultimi vent’anni in Italia. Per porvi rimedio bisogna che la politica più solida lanci dei segnali forti, sostanziali e simbolici, evitando di ripiegarsi su se stessa.

Agenda.Web e democrazia

La democrazia ai tempi del web

di Matteo Orfini

Nel contesto della crisi di credibilità che i partiti stanno vivendo, la rivoluzione digitale può rappresentare uno strumento importante di innovazione politica, a patto che si consideri il web per quello che è: uno strumento neutro e ambivalente. Per rigenerare se stessi e recuperare forza e autorevolezza non basta che i partiti si vestano di una superficiale modernità. Occorre invece che rimettano mano ai problemi economici e sociali che affliggono il paese.

Agenda.Web e democrazia

Presidi di democrazia: internet come moderna sezione di partito

di Riccardo Luna

Internet rappresenta un modello di organizzazione sociale senza centro, una rete di reti. Ciò agevola il contatto tra le persone per risolvere i problemi e costituisce una terza via della politica tra una destra che crede nel potere assoluto del mercato e una sinistra che tutela il ruolo dello Stato. Fare buona politica oggi vuol dire, pertanto, diventare digitali, cioè credere nei valori della trasparenza, della partecipazione e della collaborazione.

Agenda.Web e democrazia

La politica in rete in Italia

di Paolo Giordano

La Primavera araba, le ultime campagne elettorali statunitensi, il fenomeno Grillo e il Movimento 5 Stelle hanno destato l’attenzione della politica e dei politici italiani verso il medium digitale e ne hanno fatto comprendere le opportunità e, in parte, le potenzialità. Se l’interesse è sicuramente cresciuto, tanto che più del 60% dei politici italiani sta regolarmente sul web, le modalità di relazione con gli utenti e gli approcci sviluppati su internet non possono ancora essere considerati molto evoluti. I politici italiani non esprimono le potenzialità del digital, cui si accostano spesso come a un medium tradizionale senza dargli un ruolo primario definito.

Agenda.Web e democrazia

La Germania in rete: analisi e prospettive politiche della digitalizzazione

di Benjamin-Immanuelle Hoff

In Germania, l’evoluzione della rete e l’utilizzo sempre più diffuso di internet stanno modificando gli strumenti della comunicazione,
dell’informazione e della partecipazione, favorendo l’emergere di nuove istanze politiche. Queste non necessariamente riflettono le tradizionali fratture sociali e, non trovando soddisfazione nel classico sistema dei partiti, si esprimono nel voto per il Partito dei Pirati.
L’istituzione da parte del Bundestag di una Commissione di inchiesta sulla materia certifica in maniera apodittica il peso che la rivoluzione digitale ha sui radicali cambiamenti in corso.

Agenda.Web e democrazia

Qualche insegnamento dalla campagna digitale di François Hollande

di Vincent Feltesse

Nelle recenti elezioni presidenziali francesi, è significativamente aumentato l’uso degli strumenti digitali. Se ne è avvalsa, con esito positivo, la campagna elettorale di Hollande, che attraverso il web ha offerto agli elettori, o quantomeno ai più politicizzati di essi, nuove forme di espressione e partecipazione. Sarebbe, però, un errore credere che il web abbia soppiantato i media tradizionali, la cui influenza rimane a tutt’oggi preponderante in Francia. Azione sul campo e azione online non devono essere considerate come alternative l’una all’altra, poiché è solo dal consolidarsi del loro legame che può derivare un arricchimento della politica.

Focus.Transizione democratica nella Primavera araba?

I tempi lunghi della transizione araba

di Renzo Guolo

Le recenti manifestazioni di violenza scatenate in tutto il mondo arabo dal film sulla vita di Maometto hanno condotto in Occidente a
una riflessione su quale sia, a quasi due anni dalle prime proteste in Tunisia, l’esito delle primavere arabe. La vittoria elettorale dei partiti islamisti egiziano e tunisino hanno alimentato i sospetti di quanti ritengono che la democratizzazione di quei paesi sia sostanzialmente fallita. È, però, ancora troppo presto per giudicare dei processi di transizione che richiedono tempi molto più lunghi.

Focus.Transizione democratica nella Primavera araba?

Il nodo siriano e la posta in gioco per la Turchia

di Carlo Frappi

Il nodo siriano rappresenta la principale sfida diplomatica che l’esecutivo guidato dall’AKP si sia trovato ad affrontare nella sua ormai
decennale esperienza governativa. Per prossimità geografica e importanza delle dinamiche regionali e transfrontaliere messe in atto dalla crisi, la questione siriana ha infatti il potenziale per rimettere in discussione gli innegabili successi conseguiti in politica estera dall’AKP, chiamato oggi a ripensare i fondamenti della propria diplomazia e a rinsaldarne i presupposti interni.

Focus.Transizione democratica nella Primavera araba?

La crisi in Siria e gli interessi strategici dell'Iran

di Nicola Pedde

La crisi siriana sta di fatto modificando gli equilibri mediorientali e mettendo a repentaglio l’alleanza, più strategica che religiosa o ideologica, tra Damasco, Teheran ed Hezbollah in Libano. Il timore di un possibile disfacimento del regime di Assad sta spingendo il governo iraniano verso una revisione della propria politica di alleanze regionali e a proporsi nell’inedito ruolo di mediatore internazionale, con l’obiettivo di salvaguardare la sua integrità territoriale.

Focus.Transizione democratica nella Primavera araba?

La guerra in Siria, la guerra per la Siria. Le capitale arabe del Golfo contro Damasco

di Massimiliano Trentin

Il conflitto in Siria è più di una guerra civile fra un regime repressivo e una frammentaria opposizione. Incastonato nel cuore del Medio Oriente, il paese è al centro di complessi equilibri regionali che interessano anche i paesi arabi del Golfo Persico. Arabia Saudita e Qatar in particolare hanno deciso di sostenere l’opposizione al governo di Bashar al-Assad nel tentativo di indirizzare la rivolta verso posizioni politiche e religiose a loro congeniali. Gli strumenti utilizzati per appoggiare i movimenti ribelli vanno dall’approvvigionamento di armi alla guerra di propaganda ingaggiata attraverso gli influenti network televisivi del Golfo.

Focus.Transizione democratica nella Primavera araba?

Stati Uniti e conflitto in Siria: le opzioni possibili

di Brian Katulis

Il conflitto siriano richiede da parte degli Stati Uniti una stretta collaborazione con gli alleati regionali e un’attenta valutazione delle diverse opzioni, inclusa quella, rischiosa, di un intervento militare diretto. Inoltre, per evitare il rapido e drammatico deteriorarsi della situazione una volta conclusa la guerra civile – come accaduto in Iraq – sarà opportuna l’elaborazione di un piano politico condiviso per il post Assad.

Focus.Transizione democratica nella Primavera araba?

La pericolosa transizione della Libia

di Arturo Varvelli

La morte dell’ambasciatore americano in Libia Chris Stevens nel consolato americano di Bengasi il 12 settembre scorso, alla vigilia della nomina del nuovo premier libico, apre nuove e inquietanti prospettive sulla transizione politica della Libia post Gheddafi. Nonostante le elezioni per il Congresso nazionale tenutesi il 7 luglio 2012 abbiano avuto un relativo successo, la stabilità e il futuro della Libia appaiono ancora molto incerti. Il primo presupposto per una transizione pacifica e democratica, cioè l’affermarsi di condizioni di sicurezza sufficienti al mantenimento della pace e dell’integrità territoriale – derivanti dal monopolio dell’uso della forza da parte dello Stato – non è ancora soddisfatto. Inoltre, diversi fattori disgreganti o centrifughi, quali la presenza delle milizie, l’opposizione degli ex gheddafiani e la crescente minaccia terroristica, sembrano porre sfide di difficile soluzione.

Focus.Transizione democratica nella Primavera araba?

Tunisia: una rivoluzione senza bussola

di Rachid Khechana

A quasi due anni di distanza dalle rivolte che, proprio a partire dalla Tunisia, hanno dato inizio alla Primavera araba, il paese nordafricano attraversa una grave crisi istituzionale, che vede il partito di maggioranza relativa, Ennahda, operare al fine di conservare quanto più a lungo possibile il potere e impedire così il completamento del processo di transizione democratica. Tutto ciò in un contesto economico e sociale sempre più difficile, che spinge molti giovani tunisini a lasciare la patria e a cercare fortuna in Europa.

Le idee

India, un gigante che cresce e inciampa nelle sue inadegautezze?

di Antonio Menniti Ippolito

Il black-out che ha colpito l’India la scorsa estate ha richiamato l’attenzione su un paese che, pur attraversando una fase di notevole sviluppo, non solo demografico, presenta fragilità molto marcate. Le sfide con cui la più popolosa democrazia del mondo è chiamata a confrontarsi sono impressionanti e non possono essere affrontate nello stesso modo, assai più “spedito”, con cui può permettersi di farlo la vicina Cina. Per questo è fondamentale che le trasformazioni in atto nella grande nazione non si arrestino.

Dizionario Civile

Capitale Sociale

di Roberto Cartocci

In questi anni è diventata ricorrente l’espressione “capitale sociale”. Si tratta di un concetto che sociologi e politologi utilizzano per designare una varietà di fenomeni che influenzano sia la qualità del nostro vivere associato sia il benessere degli individui, sia gli scambi di mercato. Trasparente la metafora: si tratta di una risorsa capace di generare ricchezza, e in questo affine alle forme canoniche di capitale (le macchine, le risorse finanziarie, le conoscenze tecniche).

I libri di Italianieuropei

L'Italia dei buoni e dei cattivi. Recensione a B. Emmott, Good Italy, Bad Italy

di Ronny Mazzocchi

Il bipolarismo morale e antropologico che ha fatto a lungo tendenza, soprattutto negli ambienti del cosiddetto “ceto medio rifl essivo” e dell’autobattezzatasi “società civile”, ha trovato di recente una insperata riscoperta nell’ultimo libro di Bill Emmott, ex direttore dell’“Economist” e navigato commentatore di importanti giornali e riviste internazionali.

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