Italianieuropei 9-10/2013
Italianieuropei 9-10/2013

Agenda

Germania ed Europa nel segno della Merkel

Focus

Firenze. Mito e realtà

In questo numero

Pressoché unanime fra le forze politiche e nell’opinione pubblica è il giudizio sulla necessità delle riforme costituzionali. Quando però dalla consapevolezza del problema si passa alla definizione delle possibili soluzioni, tutto si ferma. Perché è stato ed è così difficile riformare questo paese? Solo entrando nel merito delle proposte in campo possiamo avere qualche chance di uscire dall’impasse in cui si trova il dibattito sulle riforme.

il Sommario

l' Editoriale

Il Partito Democratico e il coraggio delle riforme

Con la fine del “ventennio” di Berlusconi, si avvia un mutamento profondo del sistema politico italiano. È da vedere se ciò riguarderà solo i partiti o se investirà – e in che misura – gli assetti più complessivi del “regime” italiano: se si tratta di un episodio tra i tanti delle lotte di potere tra il ceto politico oppure se si apre uno spazio nuovo per mettere finalmente in campo non solo qualche riforma settoriale, ma un progetto complessivo di cambiamento del paese.

gli Articoli

Prima pagina. Riforme costituzionali.Superare l'impasse

La fatica delle riforme

di Anna Finocchiaro

Quello delle riforme è un terreno sul quale, negli anni, si sono misurati, a tutto scapito del loro successo, i rapporti di forza politici e si è constatata l’assenza di una condivisione, tra i soggetti in campo, dei principi e valori fondanti della democrazia repubblicana. Oggi le riforme costituzionali rappresentano un punto del programma governativo di un esecutivo che può contare su un’ampia maggioranza. Questo, pur non mettendole al riparo dal rischio di fallimento, aumenta le probabilità che si possa procedere speditamente verso un traguardo positivo, restituendo così, tra l’altro, dignità e autorevolezza alle istituzioni.

Prima pagina. Riforme costituzionali.Superare l'impasse

Uscire dalla palude del dibattito. La relazione della Commissione per le riforme

di Cesare Pinelli

La Commissione per le riforme costituzionali, ricorrendo al metodo della democrazia deliberativa e superando le divergenze tra mondo accademico e mondo politico, è riuscita a redigere un insieme organico di proposte che riguardano l’elezione e le competenze del Senato, il riassetto dei rapporti fra Stato e autonomie territoriali, la forma di governo e la legge elettorale. Non ha però mancato di prospettare innovazioni ignote al dibattito politico corrente, ma necessarie, secondo molti costituzionalisti, a superare le maggiori distorsioni dei processi di produzione normativa. Indipendentemente dall’immediato seguito parlamentare delle riforme in una legislatura tanto contrastata, la Relazione pone le premesse per una strategia di politica costituzionale centrata sulla ricerca dei rimedi a modalità patologiche di funzionamento delle istituzioni.

Prima pagina. Riforme costituzionali.Superare l'impasse

Le proposte di riforma della commissione governativa: alcuni interrogativi

di Michela Manetti

La Relazione della Commissione per le riforme costituzionali, salvo alcune seppur importanti eccezioni, ha circoscritto il suo lavoro alla disamina e riproposizione di alcune riforme che, negli ultimi vent’anni, erano già state prese ripetutamente in considerazione. Al di là della questione della scelta fra monocameralismo e bicameralismo differenziato e dei limiti della ripartizione di competenze fra la Camera e il nuovo Senato suggerita dalla Commissione, degne di nota sono la proposta del cosiddetto “voto a data fissa” – purché accompagnato da una limitazione del ricorso alla fiducia – e quella dell’introduzione di due nuovi istituti: l’iniziativa legislativa popolare indiretta e la consultazione come condizione per l’esercizio delle potestà normative secondarie. Centrali e controverse rimangono però le questioni della forma di governo da adottare e della personalizzazione della politica.

Prima pagina. Riforme costituzionali.Superare l'impasse

Quali riforme elettorali? Un aiuto (semiserio) da Francesco Bacone

di Augusto Barbera

Sempre maggiore, tra le forze politiche e tra gli studiosi della materia, è la consapevolezza della necessità delle riforme. Quando però si passa dall’ammissione dell’esistenza del problema alla definizione dei possibili rimedi, inizia il turbinio inconcludente dei progetti di riforma costituzionale ed elettorale. La ragione di questa inconcludenza sta nel mancato superamento di alcune idee di fondo – “idola”, per dirla con Francesco Bacone – che viziano ogni tentativo di smantellamento dell’esistente e di efficace progettazione degli assetti futuri.

Prima pagina. Riforme costituzionali.Superare l'impasse

Quale legge elettorale nel nuovo sistema istituzionale?

di Roberto Cerreto

Dei tre modelli istituzionali prospettati dalla Commissione per le riforme costituzionali, il governo parlamentare del primo ministro è quello che più necessita di essere approfondito, sia in termini generali sia per quanto riguarda gli aspetti legati alla legge elettorale che porta con sé. Ispirato com’è all’esperienza dell’elezione diretta dei sindaci dopo il 1993, ambisce a trasporre a livello nazionale un sistema che ha dato buoni risultati a livello locale. Siamo però sicuri che l’esperimento possa funzionare?

Prima pagina. Riforme costituzionali.Superare l'impasse

Alla ricerca della riforma perduta: il bicameralismo

di Claudio Tucciarelli

La riforma del bicameralismo, finora soltanto annunciata, rappresenta uno degli assi portanti del rinnovamento delle istituzioni. Essa deve tuttavia tener conto di una pluralità di fattori, come la forma di Stato, la forma di governo, il sistema politico e il processo di integrazione europea, che da un lato la condizionano e dall’altro ne sono condizionati. Di tutti questi aspetti si è occupata la Commissione per le riforme costituzionali che si è pronunciata in favore del superamento dell’attuale bicameralismo paritario, suggerendo alcune modifiche relative a composizione e competenze delle due Camere. In attesa della riforma costituzionale, è possibile aggiornare il nostro bicameralismo adeguando prassi e regolamenti parlamentari?

 

Prima pagina. Riforme costituzionali.Superare l'impasse

Le riforme costituzionali e le prospettive per le autonomie

di Luciano Vandelli

Sebbene da tempo, da più parti, si sia invocata una riforma complessiva del sistema delle autonomie territoriali, il legislatore non è riuscito, in questi anni, a mettere mano in termini organici e coerenti alla materia, procedendo invece con interventi episodici e settoriali che non hanno permesso di fare fronte a una crisi sempre più profonda e prolungata del sistema istituzionale. In questo quadro, la Commissione per le riforme costituzionali ha avanzato, nelle scorse settimane, alcune proposte per il riordino delle autonomie e la revisione del Titolo V che possono rappresentare una base importante per la ripresa del percorso delle riforme in questo ambito.

Agenda. Germania ed Europa nel segno della Merkel

Elezioni tedesche: gli elettori danno una scossa al sistema partiti

di Bernhard Wessels

Le elezioni federali dello scorso settembre, pur assicurando alla CDU un’ampia maggioranza relativa, hanno scompaginato il sistema dei partiti tedesco. Per la prima volta dalla nascita della Repubblica Federale, infatti, il Partito Liberale Democratico non occuperà seggi al Bundestag, lasciando i cristiano-democratici unico partito di centrodestra, mentre un nuovo soggetto politico, l’Alternativa per la Germania, dichiaratamente euroscettico, pur non avendo superato la soglia di sbarramento, ha dimostrato di avere grandi probabilità di crescita. Inoltre, l’esito dei negoziati per la costituzione di una coalizione fra la CDU e i partiti di sinistra è tutt’altro che scontato, considerati l’incompatibilità fra alcuni punti essenziali dei rispettivi programmi politici e il timore che un’alleanza con la Merkel finisca per appannare l’identità dei partner di governo.

Agenda. Germania ed Europa nel segno della Merkel

La vittoria di Pirro di Angela Merkel

di Ulrike Guérot

La sensazionale vittoria di Angela Merkel, che ha mancato per un soffio la maggioranza al Bundestag, potrebbe tramutarsi in una drammatica situazione di stallo politico in Germania, qualora la SPD e i Verdi, i due principali candidati a formare una coalizione con la CDU, non riuscissero a giungere a un compromesso accettabile con i cristiano-democratici. Se però a prevalere sugli interessi di partito fosse la ragion di Stato, il risultato potrebbe essere lo spostamento un po’ più a sinistra di Berlino, anche sulle questioni europee, e la Germania potrebbe venire incontro ad alcune fondamentali richieste dei partner dell’Unione, come l’ammorbidimento delle politiche di austerità.

Agenda. Germania ed Europa nel segno della Merkel

Il mercato e le regole. Ideologia, politica ed economia ai tempi dell'eurocrisi

di Germanicus

La teoria ordoliberista ha molto influenzato, almeno a livello politico, il resto dell’Europa, sino a raggiungere una vera e propria costituzionalizzazione con l’adozione del Fiscal Compact. Tuttavia, la sua applicazione ha registrato non poche deviazioni, mentre l’idea di governare l’economia soltanto attraverso le regole ha mostrato, particolarmente in questi ultimi anni di crisi, enormi limiti, di cui hanno risentito soprattutto i paesi in deficit. Lo spirito comunitario, fondamento della costruzione europea, è stato così sostituito da un sistema fondato sulla sfiducia reciproca.

Agenda. Germania ed Europa nel segno della Merkel

La Germania come modello di riferimento dell'Europa intera

di Angelo Bolaffi

L’imperativo al quale deve oggi rispondere l’Europa se vuole avere un futuro nell’era della globalizzazione è quello della sua unificazione economica e strutturale. Il paese che dimostra di avere i migliori requisiti per trainare l’intero continente verso questo traguardo è la Germania, che, anche grazie a impopolari quanto tempestive riforme dell’economia e della società, è riuscita, nonostante le difficoltà conseguenti alla caduta del muro di Berlino, a diventare leader dell’export mondiale e campione europeo nel contrasto alla disoccupazione giovanile. L’economia sociale di mercato, che del successo tedesco è elemento portante, può rappresentare per l’Europa intera il modello ideale da seguire.

Agenda. Germania ed Europa nel segno della Merkel

La politica energetica nel dibattito elettorale tedesco

di Alex Sorokin

Sebbene la politica energetica non sia stata, a differenza dei temi sociali, fiscali ed europei, centrale nel dibattito elettorale tedesco, e sebbene tutti i partiti condividano in linea di principio l’impegno nella lotta al cambiamento climatico e nel sostegno allo sviluppo delle energie rinnovabili, significative sono le differenze nei programmi di CDU, SPD, Verdi e Linke in merito al sistema di incentivazione delle fonti rinnovabili, al percorso per l’uscita dal nucleare e alle strategie per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica.

Focus. Firenze. Mito e realtà

Costruire il futuro, persino a Firenze

di Matteo Renzi

In un contesto nazionale in cui le città non sono riuscite a giocare un ruolo fondamentale e a diventare paradigma di una trasformazione possibile, l’amministrazione di Firenze vuole rappresentare un modello, un esempio di costante attenzione ai problemi dei cittadini, primo tra tutti quello dello sfilacciamento dei rapporti umani e dello smarrimento del senso di appartenenza a una comunità. Tutte le misure attuate in questi anni dall’amministrazione hanno avuto come ambizione quella di restituire al nucleo urbano e ai suoi spazi pubblici la funzione di luogo privilegiato di sviluppo della socialità tra i suoi abitanti. Da quest’insieme di azioni passa il processo di costruzione del futuro, anche in una realtà dal luminoso passato quale è Firenze.

Focus. Firenze. Mito e realtà

Per non morire di mito

di Marcello Verga

Gran parte della retorica cittadina di Firenze, ossia il modo in cui essa rappresenta se stessa e viene rappresentata e narrata dai ceti dirigenti e dall’opinione colta della città, rimanda a un’immagine – quella di culla del Rinascimento, luogo dei musei e del pittoresco – non più in grado di trasmettere messaggi culturali forti e di mobilitare energie. La città appare come paralizzata dal successo della sua immagine tradizionale, timorosa di fare i conti con il suo essere luogo vivo e complesso e di intaccare così in qualche modo il miracolo che ne fa una meta di un largo consumo culturale.

Focus. Firenze. Mito e realtà

Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale

di Sergio Givone

A Firenze, nei suoi edifici pubblici e di culto, nei suoi musei e nelle sue biblioteche, è conservato un patrimonio culturale unico al mondo. Se il patrimonio culturale è un bene da conservare, da trasmettere alle generazioni future, quindi da tutelare e al tempo stesso da incentivare, la sua valorizzazione non sarà allora un di più, perché valorizzare implica anzitutto riconoscere il valore intrinseco di ciò che è ritenuto degno di essere conservato e trasmesso. Cosa significa, allora, valorizzazione del patrimonio
culturale in quel laboratorio ideale che è la città di Firenze?

Focus. Firenze. Mito e realtà

Pubblico e privato nella gestione delle istituzioni culturali: l'esempio di Palazzo Strozzi

di Lorenzo Bini Smaghi

La scarsità di risorse pubbliche disponibili rischia di compromettere l’azione di salvaguardia e valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale del nostro paese. Seguendo l’esempio delle maggiori istituzioni culturali europee, la Fondazione Palazzo Strozzi ha avviato sette anni fa un esperimento di partnership tra pubblico e privato volto a superare questa difficoltà attraverso la combinazione delle competenze di un settore con i mezzi dell’altro. Governo societario, solidità finanziaria e qualità dei processi decisionali ed esecutivi hanno garantito il successo dell’operazione.

Focus. Firenze. Mito e realtà

Funzioni e risorse di Firenze per competere nello spazio europeo

di Patrizia Lattarulo e Chiara Agnoletti

Parlare di Firenze oggi vuol dire riferirsi non più soltanto alla patria indiscussa del Rinascimento italiano, ma anche a una città in forte evoluzione, che gode di un’economia diversificata e di una posizione geografica strategica, collocata com’è al centro delle maggiori direttrici di sviluppo. Una città che rappresenta ancora il motore economico della Regione e che vanta una notevole capacità esportativa verso i mercati nazionali ed esteri, nonché un inesauribile potenziale turistico. Tuttavia, questo sistema rischia di diventare obsoleto se non si apre allo sviluppo di funzioni high-value, cogliendo ad esempio le opportunità offerte dal recupero e dalla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente; la presenza di queste funzioni appare oggi indispensabile per competere nello spazio europeo.

Focus. Firenze. Mito e realtà

La scienza non è solo un mito

di Massimo Inguscio

La cultura scientifica è, sin dai tempi di Galileo, uno dei maggiori vanti della città di Firenze. Qui Enrico Fermi scoprì le leggi sul comportamento degli elettroni e sempre qui, nei primi anni Novanta, è stato fondato il Laboratorio europeo di spettroscopia non lineare (LENS), che ha proiettato la città nel mondo scientifico internazionale. Purtroppo, però, le idee da sole non bastano; occorre che anche il Comune o, meglio, la Città metropolitana si attivi per garantire i servizi essenziali necessari per lo sviluppo e il successo di aree di forte impatto scientifico, come quella sorta a Sesto Fiorentino, in cui ha sede il LENS, che rappresentano per la città un’enorme risorsa.

Focus. Firenze. Mito e realtà

Firenze e la Toscana: un modello innovativo di relazioni industriali

di Mauro Lombardi

Firenze e la Toscana sono il terreno di sperimentazione di un modello di relazioni industriali incentrato sulla partnership strategica, molto differente dal modello partecipativo prevalso in passato. Lo spartiacque tra i due modelli è stata la crisi, che si è innestata, accentuandola, sulla dinamica involutiva già in corso e che ha indotto strategie e comportamenti originali sia da parte delle imprese che dei sindacati. Tale modello innovativo si è caratterizzato per il passaggio da un sistema fondato sulle partecipazioni statali a uno – favorito anche dall’arrivo delle multinazionali – incentrato sulla convergenza tra elaborazioni strategiche autonome e la ricerca di obiettivi condivisi. Per essere portato avanti con successo, però, esso richiede mutamenti radicali della cultura aziendale e sindacale e un contesto di interrelazioni con la sfera politico-istituzionale rinnovato.

 

Focus. Firenze. Mito e realtà

Appunti sull'area metropolitana fiorentina

di Enrico Amante

L’istituto della Città metropolitana rimane ad oggi la grande incompiuta tra le riforme istituzionali. La questione investe in modo particolare Firenze e la sua area metropolitana, che, nonostante gli studi e le proposte susseguitesi dalla metà del Novecento, non ha ancora raggiunto un assetto soddisfacente.

Focus. Firenze. Mito e realtà

Il welfare come strumento di appartenenza a una comunità

di Sandro Domenichetti

Si è ormai da tempo consolidata l’idea che l’erogazione di prestazioni sociali, sanitarie e previdenziali, in quanto determinanti della percezione di appartenenza a uno specifico luogo, abbia una forte caratterizzazione comunitaria. I Comuni vengono in tal modo chiamati in causa in quanto promotori e garanti di un’idea inclusiva di cittadinanza sociale, attraverso la fornitura di un ventaglio ampio e articolato di prestazioni e servizi sociali e sanitari. In questa prospettiva, il Comune di Firenze non solo si è orientato con forza verso la localizzazione e la vicinanza dei servizi sociali al territorio di pertinenza, ma ha anche favorito l’integrazione dei servizi sociali con quelli sanitari, al fine di avviare percorsi integrati di presa in carico del cittadino e della molteplicità dei suoi bisogni.

Cronache della crisi

Settembre 2013: un mese cruciale per la crisi finanziaria

di Carlo Pinzani

Nello scorso mese di settembre si sono verificati due eventi molto importanti per valutare gli sviluppi futuri della crisi. Da un lato il summit del G20 di San Pietroburgo, che ha segnato non solo l’abbandono della sua originaria impostazione di organismo preposto ad affrontare i problemi della crisi finanziaria, ma anche un cedimento rispetto a ogni proposito di riforma del sistema finanziario internazionale. Dall’altro, la decisione della Federal Reserve di non ridurre più, diversamente da quanto dichiarato nel maggio scorso, il volume mensile di acquisti di buoni del tesoro americani e altri titoli legati ai mutui ipotecari ancora presenti nei bilanci delle banche. Sono entrambi segnali che rivelano quanto si sia ancora lontani dal superamento delle cause profonde della crisi che, sebbene in forme diverse, rimandano all’ipertrofi a della finanza e all’incomprimibile tendenza ad assumersi rischi eccessivi nella ricerca di una migliore remunerazione del capitale.

 

Dizionario Civile

Leadership

di Donatella Campus

Il significato di “leadership” attiene sia alle caratteristiche personali del leader, soprattutto a suoi specifici tratti caratteriali che ne farebbero un individuo eccezionale e perciò qualificato per il comando, sia alla relazione che si instaura tra il capo e i suoi seguaci. La prima accezione ha prodotto una miriade di analisi e di studi di leader famosi nell’intento di arrivare a definire un catalogo delle presunte qualità necessarie a “fare il capo”; la seconda si è concentrata sulla particolare dinamica creata dalla leadership. Chi è il leader agli occhi dei propri seguaci? Perché certi individui riescono a “farsi seguire” più di altri? Che tipo di influenza il leader
esercita sui propri sostenitori?