sottosegretario al Ministero dell'università e della ricerca
Non vi è analisi della situazione economica e sociale dell’Italia che non individui nella carenza di innovatività il principale punto di debolezza del sistema nazionale. Nell’Europa di oggi l’unico modo per un’economia nazionale di mantenere le proprie posizioni in un mercato globale in perenne e veloce trasformazione è quello di produrre continuamente innovazione in ogni prodotto e in ogni aspetto della vita dei cittadini. Beni industriali, servizi pubblici e privati, persino comportamenti e atteggiamenti culturali dei singoli cittadini, se non incorporano un alto tasso di coraggiosa innovatività, non riescono a risultare competitivi o a far competere con successo la nostra società. La preoccupante perdita di quote significative del mercato mondiale da parte delle nostre esportazioni e il diffuso senso di una società ripiegata culturalmente su se stessa sono due aspetti dello stesso fenomeno: noi italiani siamo diventati, mediamente, poco propensi e poco avvezzi all’innovazione, ne produciamo e ne consumiamo poca, sia nel privato che nella pubblica amministrazione, talora mostriamo addirittura di averne paura.