Stefano Chiarlone

Stefano Chiarlone

lavora come economista nell’Ufficio strategie e studi di UniCredit Banca d’Impresa

L'economia indiana: un mercato emergente anomalo

L’India è una delle più importanti economie emergenti ed è fra le prime dieci economie del mondo, con un PIL di circa 750 miliardi di dollari. Non è un paese ricco, ma sta divenendo un importante mercato di sbocco, sebbene abbia un reddito pro capite di appena 620 dollari (3.000 in parità di potere d’acquisto), inferiore rispetto alla Cina il cui reddito pro capite è di 1.400 dollari (6.200 in parità di potere d’acquisto). I consumi superano, infatti, i 500 miliardi di dollari, gli investimenti fissi lordi si avvicinano ai 200 miliardi di dollari annui e, nonostante la limitata apertura internazionale, le importazioni manifatturiere superano i 100 miliardi di dollari. Le esportazioni sono aumentate solo del 76% tra il 2000 e il 2004, a conferma del fatto che il paese non ha un ruolo paragonabile alla Cina nella manifattura. Risulta, invece, più rilevante la sua forza nel commercio di servizi, soprattutto professionali.

Il rilancio della competitività dell'industria italiana

Un’analisi delle prospettive del capitalismo italiano non può trascurare l’industria, nella quale l’Italia mantiene una rilevante quota di occupazione e prodotto interno lordo. Le sue recenti difficoltà riflettono, in parte, lo scarso adattamento di taluni sistemi produttivi e territori a un diverso schema di vantaggi comparati mondiali e a una maggiore frammentazione internazionale delle filiere. Per superarle, occorre che la politica economica si dedichi ad accelerare la transizione delle imprese verso una collocazione internazionale maggiormente coerente con la dotazione fattoriale relativa dell’Italia. A questo fine, si impongono nuove modalità per l’internazionalizzazione delle imprese – che ne garantiscano una maggiore competitività internazionale – e occorre che si attivino investimenti finalizzati a rendere disponibile sul territorio un rinnovato insieme di fattori produttivi (materiali e immateriali, umani e non), funzionali alla localizzazione di imprese capaci di creare valore, tramite il loro utilizzo.

 

Reagire alla sfida cinese. Rischi di declino e prospettive di rilancio della manifattura italiana

L’integrazione economica della Cina è destinata a modificare in maniera strutturale i vantaggi competitivi delle nazioni, inclusa l’Italia. Essa acquisisce, inoltre, particolare pericolosità per l’Italia perché si completa in una fase nella quale la nostra economia tende verso un eventuale declino. Lo scenario recente della macroeconomia italiana è stato particolarmente negativo, nonostante una forte ripresa del commercio mondiale, prevalentemente a causa della debolezza degli investimenti e di una performance delle esportazioni altamente insoddisfacente, solo in parte per l’apprezzamento dell’euro.