Italianieuropei 7/2011
Italianieuropei 7/2011

Agenda

Chi ricompone l’Italia?

Focus

A dieci anni dall’11 settembre

In questo numero

Gli  eventi degli ultimi mesi possono essere interpretati come tappe di un cammino  che, anche se forse non avrà uno sbocco politico immediato, segna tuttavia il  verificarsi di un mutamento di prospettiva, che ci impone di spingere lo sguardo  al di là della contingenza per disegnare un progetto per il futuro del paese.  Impresa non facile in un paese che negli ultimi due decenni ha visto ampliarsi a  dismisura le preesistenti fratture sociali, economiche, territoriali, politiche,  e nascerne di nuove. Ripensare il futuro del paese significa allora chiedersi  come riallacciare quei legami che si sono progressivamente sfilacciati e  individuare le forze sane e responsabili su cui poter contare. È in momento di  chiedersi chi e come possa ricomporre l’Italia.

il Sommario

l' Editoriale

Editoriale. Chi ricompone l’Italia?

Gli eventi degli ultimi mesi possono essere interpretati come tappe di un cammino che, anche se forse non avrà uno sbocco politico immediato, segna tuttavia il verificarsi di un mutamento di prospettiva. | di Massimo D’Alema

gli Articoli

Agenda. Chi ricompone l’Italia?

La paralisi di un sistema politico

di Simona Colarizi

L’avvento di Berlusconi ha costituito una comoda ancora di salvezza tanto per la destra quanto per la sinistra, uscite sconvolte nel loro assetto dal terremoto che ha investito il sistema partitico italiano con Tangentopoli. Tutto ciò è costato all’Italia vent’anni di paralisi del sistema politico, ridotto all’aspra quanto sterile contrapposizione tra schieramenti, senza alcun riguardo per i problemi e gli interessi del paese.

Agenda. Chi ricompone l’Italia?

Ma è proprio vero che i cittadini non amano la politica?

di Alfio Mastropaolo

I risultati in termini di partecipazione ottenuti dalle recenti consultazioni elettorali contraddicono l’idea che i cittadini “odino” la politica, e sembrano dimostrare che l’astensionismo non è un fenomeno cronico nelle nostre società. Forse l’impegno e l’interesse dei cittadini si sono semplicemente spostati verso altre forme di partecipazione. O forse, più che a un’avversione generalizzata verso la politica, siamo di fronte a molte diverse ragioni di insofferenza, a esigenze e bisogni rispetto ai quali le classi dirigenti si dimostrano insensibili. E se fosse la politica a odiare i cittadini e non i cittadini a odiare la politica?

Agenda. Chi ricompone l’Italia?

Unificare la nazione, unificare lo Stato: il posto delle Chiese

di Alberto Melloni

Dall’Unità in poi, seppure a fasi alterne e non prive di contraddizioni, le Chiese hanno contribuito alla salvaguardia del valore della nazione, anche intervenendo in modo palese nella politica dei partiti e in particolare nei giochi di alleanze della DC. Chiusa la fase del ruinismo il paese si trova adesso sull’orlo di una crisi che la Chiesa cattolica non è più in grado di arginare: arriverà a risolverla una nuova “primavera spirituale” della società civile?

Agenda. Chi ricompone l’Italia?

Respingere, coesistere o convivere?

di Francesco Remotti

Le recenti, tragiche vicende che hanno interessato i migranti provenienti dall’Africa ripropongono la questione del rapporto tra gruppi culturalmente diversi. Disinteresse, tolleranza, riconoscimento, rispetto: dalla semplice coesistenza a una consapevole convivenza, sono molteplici le sfumature che tale rapporto può assumere. Perché le moderne società non siano sopraffatte da una cieca e dannosa contrapposizione tra “noi” e “altri”, è fondamentale che si affermi una cultura della convivenza che non si limiti a tollerare o a ignorare le differenze, ma che le comprenda, le accetti, le valorizzi.

Agenda. Chi ricompone l’Italia?

Un nuovo ecosistema linguistico

di Giuseppe Antonelli

Le celebrazioni e le riflessioni innescate dal centocinquantenario dell’Unità d’Italia hanno ribadito l’importanza della lingua come fattore di coesione nazionale. Negli ultimi vent’anni, tuttavia, il baricentro della lingua pubblica si è spostato sempre più dal nazionale al popolare, fino a derive palesemente populiste. Per invertire questa tendenza occorre contribuire alla creazione di un nuovo ecosistema linguistico in cui il rapporto tra italiano dei politici e italiano degli italiani non si basi più su un tautologico rispecchiamento, ma sulla condivisione di un progetto per il futuro del paese.

Agenda. Chi ricompone l’Italia?

La frattura Nord-Sud: una nuova questione meridionale

di Marco Meriggi

A centocinquant’anni dall’unificazione è ancora vivo il dualismo che da sempre percorre ogni lettura dei rapporti tra Nord e Sud, risvegliato e avvalorato dalle maggiori conseguenze della crisi economica sulle Regioni meridionali rispetto a quelle settentrionali. A livello politico, tuttavia, la questione meridionale sembra ridursi a manovre di rivendicazione e negoziazione in risposta alle minacce del federalismo e alla riproposizione di temi e polemiche di sapore più filoborbonico che meridionalista.

Agenda. Chi ricompone l’Italia?

Nord-Sud: una riflessione sul federalismo

di Marcello Fedele

Sta prendendo forma un’“Italia a tre velocità”, che non rassicura una buona metà del paese. In mancanza di un “progetto” nazionale, la frattura tra Nord e Sud si rivelerà perciò difficile da governare, anche più di quanto sia accaduto nel nostro recente passato.

Agenda. Chi ricompone l’Italia?

La questione meridionale oggi e domani

di Gianfranco Viesti

Il dibattito sugli squilibri tra Nord e Sud del paese si è tristemente ridotto alla riproposizione di un “teorema meridionale” in base al quale lo stanziamento di risorse per il Mezzogiorno sarebbe inutile, visto che in passato esse non si sono rivelate efficaci a causa degli sprechi e della struttura clientelare della società meridionale. L’unica via percorribile per rilanciare l’economia non solo del Sud, ma di tutto il paese, è invece quella di rendere prioritarie nell’agenda politica italiana l’elaborazione e l’attuazione di politiche di sviluppo, che puntino anche alla crescita delle imprese e dell’occupazione nel Sud Italia.

Agenda. Chi ricompone l’Italia?

L’Italia e il recupero della sua identità smarrita

di Cesare Pinelli

A dispetto di un pessimismo generalizzato e di una retorica che vede il nostro come un paese dall’identità debole e sbiadita, alcuni segnali fanno intravedere nella società il risveglio di un senso di appartenenza da tempo sopito, rifiutato, mortificato. Dal referendum costituzionale del 2006 all’apprezzamento per l’impegno di Ciampi prima e di Napolitano poi nella promozione del valore della nazione, fino all’imprevista, massiccia partecipazione ai festeggiamenti del centocinquantenario dell’Unità, i segnali di cambiamento non mancano: alla politica, ora, il compito di raccogliere il messaggio.

Agenda. Chi ricompone l’Italia?

La cultura digitale aggiorna la politica

di Dino Amenduni

Le spinte al cambiamento che dal 2008 interessano diverse zone del mondo, dall’America di Obama al Nord Africa in rivolta, sino alla Grecia e alla Spagna “indignata”, sembrano essere giunte ora anche in Italia. I giovani non sono più disposti ad aspettare e la politica deve sempre più fare i conti con la comunicazione interattiva del web 2.0. Il potere istituzionale deve allora imparare a dare voce a queste rinnovate esigenze di aggregazione e confronto.

Focus. A dieci anni dall’11 settembre

Gli Stati Uniti allo specchio

di Gian Giacomo Migone

La fine della guerra fredda e il tramonto del bipolarismo, l’affermazione di nuove economie nel panorama internazionale, la crisi finanziaria e la conseguente necessità di ridisegnare una strategia militare economicamente insostenibile hanno costretto gli Stati Uniti a riconsiderare la propria leadership. A Obama l’arduo compito di traghettare il paese verso un multipolarismo che non lo vede più come incontrastato protagonista senza perdere il consenso dell’opinione pubblica; all’Europa quello di elaborare una politica unitaria per impostare un nuovo rapporto con Washington, più maturo e meno subordinato.

Quanto è fragile l’egemonia statunitense?

di Mario Del Pero

A dieci anni di distanza dagli attentati dell’11 settembre 2001 studiosi ed esperti continuano a interrogarsi sul reale impatto di quell’evento. Sui suoi effetti sulle relazioni internazionali così come sulla politica estera degli Stati Uniti. | Di Mario Del Pero per il focus "A dieci anni dall’11 settembre" del numero 7/2011.

Focus. A dieci anni dall’11 settembre

Gli Stati Uniti e la fine della “città sulla collina”

di Mattia Diletti e Martino Mazzonis

L’elezione di Obama ha segnato la crisi del paradigma securitario del dopo 11 settembre: oggi, la principale preoccupazione dei cittadini americani riguarda le prospettive economiche e lavorative. Per traghettare l’America in una fase nuova nella quale sia possibile dare una risposta politica a questi problemi, Obama deve sapersi destreggiare fra tre incognite: il ridimensionamento relativo degli Stati Uniti, la crisi sociale interna, la paralisi del sistema politico-istituzionale.

Focus. A dieci anni dall’11 settembre

Conciliare sicurezza e libertà: una sfida per le democrazie occidentali

di Massimo L. Salvadori

Come tutelare allo stesso tempo sicurezza, libertà, diritti civili e politici? La questione ha assunto un’importanza sempre più rilevante nelle democrazie occidentali, soprattutto in seguito agli attentati dell’11 settembre. Per i governi e le istituzioni occidentali la sfida, oggi, è garantire la libertà e la sicurezza dei propri cittadini avviando, a livello internazionale, politiche volte a depotenziare le cause dei conflitti, riconoscendo e difendendo il diritto alla libertà e alla sicurezza di quanti non godono né dell’una né dell’altra.

Focus. A dieci anni dall’11 settembre

Libertà e sicurezza nella politica mondiale

di Pasquale Ferrara

Se c’è un ambito che più di altri appare rivelatore di un’acuta crisi della politica è proprio quello dei dilemmi operativi ed etici posti dall’intricato fascio di insicurezze contingenti e strutturali che investe e condiziona le società contemporanee. | di Pasquale Ferrara per il focus "A dieci anni dall’11 settembre" del numero 7/2011.

Focus. A dieci anni dall’11 settembre

La Comunità atlantica alla ricerca di una nuova identità

di Emiliano Alessandri

Negli ultimi dieci anni, la posizione della Comunità atlantica e dell’Occidente sembra essersi indebolita. La crisi finanziaria e l’emergere di nuovi soggetti nel quadro internazionale, nonché il propagarsi di movimenti populistici e nazionalistici, costringono la democrazia america na e quelle europee a ripensare il proprio ruolo e ad abbandonare l’idea dell’unipolarità a favore del multilateralismo e di una nuova idea di leadership basata sul confronto.

Focus. A dieci anni dall’11 settembre

2001-2011: l’evoluzione della strategia americana in Medio Oriente

di Jeffrey Laurenti

A partire dal 2001, la regione mediorientale è diventata il fulcro strategico della politica estera degli Stati Uniti, che hanno inaugurato una nuova linea di azione soprattutto in materia di intervento armato e di armamenti nucleari. Dopo una prima fase di isolazionismo e di massiccio uso della forza che ha creato non poco malcontento tra i cittadini americani, l’Amministrazione Obama ha inaugurato una linea più rispettosa delle regole condivise a livello internazionale, meno aggressiva e più vicina al nuovo volto dell’opinione pubblica americana, profondamente mutato nel decennio successivo agli attentati dell’11 settembre.

Focus. A dieci anni dall’11 settembre

Se la paura governa: la lotta al terrorismo dopo l’11 settembre

di Valentina Pasquali

Nei dieci anni trascorsi dagli attentati dell’11 settembre 2001, la guerra al terrorismo lanciata dal presidente Bush ha indebolito la democrazia americana e lo Stato di diritto, e ha drenato le finanze del paese. Gli Stati Uniti continuano a fare i conti con le conseguenze delle scelte fatte allora, dettate dalla fobia del terrorismo internazionale, dall’ambizione dei consiglieri all’epoca più vicini al presidente e dall’incapacità dei democratici di svolgere il proprio ruolo di opposizione.

Focus. A dieci anni dall’11 settembre

Al Qaida: storia di un nemico che cambia

di Riccardo Redaelli e Andrea Plebani

L’uccisione di Osama Bin Laden, simbolo degli attentati che dieci anni fa sconvolsero gli Stati Uniti e il mondo intero, induce a una riflessione sull’evoluzione di al Qaida: dalle origini, caratterizzate dal forte accento posto sul jihad, agli sviluppi successivi, che hanno visto l’organizzazione far propria la conoscenza delle tecnologie comunicative occidentali, utilizzandole a proprio vantaggio.

Focus. A dieci anni dall’11 settembre

Ground Zero dieci anni dopo

di Livio Sacchi

La riprogettazione del World Trade Center è frutto della mediazione tra una pluralità di istanze diverse, se non contrastanti. | Di Livio Sacchi per il focus "A dieci anni dall’11 settembre" del numero 7/2011.

Le idee. Discussione su “Habemus Papam”

Due piazze, due Chiese

di Giuseppe Vacca

“Habemus Papam” è il magistrale racconto di una duplice crisi: quella della scienza da un lato, quella della religione dall’altro. In entrambi i casi, il regista sembra suggerire che la via d’uscita risiede nell’accettazione di un limite: il limite della scienza di fronte alla fede e quello, di portata ben più “rivoluzionaria”, del papa di fronte al compito del quale è stato investito. Un’ammissione di inadeguatezza che è prima di tutto un’ammissione di umanità; e una crisi che, letta secondo le categorie gramsciane, può tradursi in uno stimolo positivo per la società tutta.

Le idee. Discussione su “Habemus Papam”

Habemus Nanni?

di Dario E. Viganò

L’ultimo lavoro di Nanni Moretti segna una svolta nella cinematografia del regista romano, che questa volta sembra farsi da parte per lasciare spazio a tematiche, codici, linguaggi meno personali, meno “morettiani”. Abile a non cadere nella facile trappola dell’anticlericalismo e dei più banali stereotipi sulla Chiesa, “Habemus Papam” si configura come un’opera matura, stratificata e aperta a una pluralità di letture e di temi; una riflessione sul potere, sulla religione, sulla responsabilità: sull’uomo.

Dizionario civile

Libreria

di Pietrangelo Buttafuoco

La libreria è un luogo d’accoglienza per viaggiatori di ogni tipo. C’è il solitario che, con timore e riverenza, vi arriva come per entrare in uno spazio sacro. Sa quel che vuole ma confida sempre in una sorpresa. | di Pietrangelo Buttafuoco per la rubrica "Dizionario Civile" del numero 7/2011.

Dizionario civile

Razzismo

di Francesco Cassata

Alcuni anni fa, nel 2008, in occasione del settantesimo anniversario della promulgazione in Italia delle leggi razziali, la Regione Toscana promuoveva, nel corso del meeting di San Rossore, la pubblicazione di un “Manifesto degli scienziati antirazzisti”, con l’obiettivo di dimostrare, punto per punto, l’infondatezza scientifica dei dieci articoli del cosiddetto “Manifesto degli scienziati razzisti” o “Manifesto del razzismo italiano” del luglio 1938.

Dizionario civile

Sovranità

di Massimo Luciani

Si potrebbe dire che della sovranità sappiamo tutto. Sappiamo, in particolare, che la questione ha assunto una posizione centrale nella teoria e nella pratica politica allorché si è trattato di fondare nuovi ordini politico-sociali, formalizzando e legittimando una discontinuità rispetto al passato.

Rivisitare l’Italia nei suoi 150 anni

Storie d’Italia, patrimonio d’Italia

di Mimmo Gangemi

«Terra ingrata. Non ci cresce la gramigna. Il Padreterno l’ha mandata di corpo, quella pietraia» sprezzava mio nonno, che tutto rapportava alle rigogliose campagne dell’Aspromonte tirrenico. | di Mimmo Gangemi per la rubrica "Rivisitare l’Italia nei suoi 150 anni".

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