Liliana Segre, attraverso l’indicibile nel silenzio.

Written by Vichi De Marchi Tuesday, 17 April 2018 16:42 Print

Le grandi tragedie spesso si annunciano in modo banale o discreto, comunque incomprensibile.
Nel bel salotto borghese di Corso Magenta 55, a Milano, dove vive la famiglia Segre, la piccola di casa, super coccolata e viziata da nonni e papà, a otto anni apprende che, a ottobre, non potrà tornare alla sua scuola di via Ruffini. Le leggi razziali hanno deciso per lei, piccola ebrea, l’allontanamento da tutte le scuole pubbliche. Nelle numerose e ricchissime testimonianze sulla sua esistenza di sopravvissuta ai campi di concentramento e alla Shoah, Liliana Segre, la neo senatrice a vita, ricorda quella come la vera cesura tra una vita borghese e l’orrore della guerra e dello sterminio. È un momento fugace, è una notizia forse neppure spiegata per intero alla bambina Liliana, ma che segna l’inizio di una tragedia insieme collettiva, familiare e individuale.

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