Giuliano Francesco

Giuliano Francesco

esperto di studi strategici.

La Libia ostaggio del grande duello turco-egiziano

Alla frammentazione del potere che caratterizza il panorama politico libico attuale – diviso in due realtà statuali, quella di Tobruk e quella di Tripoli, e sconvolto dalla violenza di vari gruppi terroristici, Stato Islamico in primis – corrispondono le fratture proprie della comunità internazionale, e in particolare il posizionamento degli attori regionali nei confronti dell’Islam politico. Nella lotta civile libica si percepiscono insomma gli echi di uno scontro in seno al mondo islamico che contrappone, fra gli altri, Turchia ed Egitto. Anche i paesi occidentali sono divisi fra quanti appoggiano risolutamente il governo riconosciuto di Tobruk e quanti preferiscono avere posizioni meno nette, auspicando una ricomposizione politica che includa anche il governo tripolino.

L’Afghanistan verso l’opzione zero. Ma per l’America non è un nuovo Vietnam

Gli Stati Uniti si preparano a lasciare l’Afghanistan. Nonostante le analogie, l’Afghanistan non è il Vietnam del 1973, e il ritiro americano rientra nella riconfigurazione della posizione globale degli USA. Tuttavia le truppe statunitensi, al cui ritiro seguirà quello degli alleati, si lasceranno alle spalle un paese ancora lacerato dalle tensioni etniche e minacciato dalla “riscossa” talebana.

Il ritorno della politica di potenza nel Mediterraneo. L’Italia stretta tra Francia e Turchia

La primavera araba, il relativo ritiro americano dal Mediterraneo, le rinnovate ambizioni francesi e il risveglio turco stanno inevitabilmente cambiando gli equilibri di potere nel Mediterraneo. L’Italia sarà costretta a giocare in difesa.

Le prospettive in Libia e nel Mediterraneo dopo la caduta di Tripoli

Il destino della Libia rimane quanto mai incerto. La tenuta del Consiglio nazionale transitorio non è un affare scontato e non si può nemmeno escludere che il Rais riesca a giocare un ruolo destabilizzante anche in futuro. Ma ciò che più conta è che gli equilibri nel Mediterraneo sono in una fase di profondo cambiamento.

Cosa cambia dopo la morte di Osama

Il blitz dei Navy Seals che ha portato all’uccisione di Osama Bin Laden ha ancora diversi punti oscuri. In particolare rimane incerto il ruolo giocato dal governo e dalle forze armate pakistane. Chiarire questo punto non costituisce un dettaglio secondario, in quanto aiuterebbe a capire qual è, in ultima analisi, la strategia statunitense nella regione.

Mentre infuria la guerra di Libia nubi si addensano sul Mediterraneo orientale

In Medio Oriente sono in atto profonde trasformazioni politiche che, qualora si verificassero alcune – non troppo remote – condizioni, potrebbero persino provocare un conflitto di vaste proporzioni.

Il presidente Obama cambia strategia. Un anno decisivo per l'Afghanistan

La revisione della strategia statunitense per l’Afghanistan e i rinforzi che stanno affluendo in quel teatro segnano l’avvio di una nuova fase: la gestione del conflitto si americanizzerà nei numeri e nelle idee, comprimendo il ruolo degli alleati europei della NATO. I dubbi sul nuovo corso riguardano le condizioni dell’apertura negoziale ai movimenti armati che si oppongono al governo di Kabul e, soprattutto, le modalità di uso della forza sul terreno. Il modello utilizzato dal generale Petraeus in Iraq difficilmente potrà essere riprodotto in Afghanistan.

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