Francesco Ghidetti

Francesco Ghidetti

giornalista.

Gli entusiasti, i critici, gli indifferenti

Formidabile quell’anno. Macché, fu una pagliacciata. Non è vero: cambiò tutto. Figuriamoci: mutò solo il costume degli italiani. E poi era cominciato prima. Le conseguenze? Nefaste. Ma nemmeno per idea, dobbiamo ringraziare i protagonisti di quell’epoca. Tante opinioni, spesso in conflitto. Sì, il Sessantotto, come si usa dire ora, è “divisivo”. Come tutte le svolte, più o meno importanti che siano. Cerchiamo di capire meglio quell’anno così centrale nella storia dell’Italia repubblicana e del “secolo breve”. Lo facciamo a cinquant’anni di distanza con alcuni, magari loro malgrado, protagonisti: il giornalista, il critico della letteratura, lo storico, il politico puro.

Particolarismo e individualismo

Incerti. Impauriti. Individualisti. Egoisti eppur filantropi. Senza certezze. Senza partiti. Senza più sicurezze. Con uno Stato sociale che va in pezzi. Con la voglia di anteporre la carriera e le amicizie a qualcosa che non esiste più: il nido, il luogo di comfort del quartiere, laddove esisteva un cinema e ora, invece, c’è un ipermercato. L’Italia cambia. Cambiano i parametri di valutazione. Cambia la percezione della realtà. Ecco come.