Così lontani, così vicini: su “Pina” di Wim Wenders

Di Michele Capasso Venerdì 10 Febbraio 2012 13:40 Stampa

Partendo dal pensiero di Artaud, una riflessione critica sulla parabola descritta dall’estetica di Wenders: dall’immagine del corpo al corpo dell’immagine. In “Pina”, omaggio alla coreografa tedesca Pina Bausch, Wenders ha ripreso i gesti del teatro-danza, e ora questi possono essere guardati come un nuovo alfabeto per decifrare quello che siamo.

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