Social investment tra dinamismo europei e immobilismo italiano

Di Emmanuele Pavolini Giovedì 20 Marzo 2014 15:23 Stampa

Negli ultimi decenni si è sviluppata una visione del welfare come forma di investimento sociale, un welfare che non serva soltanto a proteggere l’individuo dal mercato, ma anche a favorirne l’inserimento e la capacità di rimanervi, finendo così per sostenere la crescita economica. Si tratta di un passaggio, davvero innovativo, a un’economia della conoscenza che valorizzi il capitale umano e di conseguenza la coesione sociale e l’occupazione. Purtroppo il nostro paese, che ha seguito nell’ultimo ventennio una logica di tagli alle spese e di scarsa modernizzazione del proprio sistema di welfare, appare da questo punto di vista in forte ritardo,“congelato”, e sono sempre più gravi le difficoltà che ormai affliggono le famiglie meno abbienti e le medie e piccole imprese.

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