Italianieuropei 3-4/2013
Italianieuropei 3-4/2013

Agenda

Elezioni 2013: leggere la protesta

Focus

Per la rinascita di Roma

In questo numero

Quanta rabbia e quanto dolore si nascondono dietro il voto dello scorso febbraio, che così generosamente ha premiato il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e, altrettanto nettamente, penalizzato il Partito Democratico? Senza dubbio ha pesato la difficoltà dei partiti tradizionali di offrire risposte credibili a una crisi economica che, con le sue durezze, colpisce tanta parte della popolazione italiana. I temi sociali, la mancanza del lavoro, il progressivo impoverimento delle famiglie, l’assenza di prospettive per le giovani generazioni, l’immiserimento di quelle più anziane, l’allargamento della forbice delle disuguaglianze, la crisi del welfare State, le ricette per uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale non sono stati, purtroppo, al centro della campagna elettorale. E invece a questi temi che bisogna dare risposta per provare a uscire dall’impasse attuale in modo costruttivo.

il Sommario

l' Editoriale

Elezioni 2013: leggere la protesta

Primi ma non vincitori. Si potrebbe sintetizzare così l’esito, per il Partito Democratico, di una tornata elettorale che, in un certo senso, non ha deluso le attese. Doveva segnare un passaggio storico e lo ha fatto. Purtroppo, non nel senso che avremmo auspicato.

gli Articoli

Agenda. Elezioni 2013: leggere la protesta

Misurare il consenso attraverso i nuovi media

di Gianni Riotta

L’analisi dei Big data politici delle ultime elezioni condotta dalla startup Tycho ha permesso di smentire in anticipo i sondaggi tradizionali. Ha infatti subito mostrato il limitato appeal del PD sul popolo dei new media a fronte di quello, molto maggiore, di Grillo. Questo tipo di analisi, le cui tecniche andranno perfezionate e che impongono, per ora, cautele importanti, si rivelano però efficaci nella fotografia che rendono della realtà; una realtà più difficile e pericolosa di quanto si immaginasse.

Agenda. Elezioni 2013: leggere la protesta

Il dopo-elezioni: confrontarsi con i risultati

di Nadia Urbinati

La nomina a senatore a vita di Monti voluta da Napolitano nel novembre 2011 gettava le premesse per un governo tecnico ritenuto allora indispensabile per evitare all’Italia il calvario della Grecia. Una scelta che non è servita ad avviare la riforma più urgente, quella elettorale. Inoltre il compassato economista si è lasciato vincere dalle emozioni e ha deciso di candidarsi, con la conseguenza di infondere nuovo vigore in Berlusconi, spingendolo a ricandidarsi, e di agevolare il M5S. E gli esiti elettorali hanno dimostrato che i cittadini hanno prestato ascolto alle forti emozioni aizzate da Grillo e Berlusconi, ai populismi di destra e di sinistra. L’unica strada per poter sfruttare la sua risicata maggioranza e così intraprendere le riforme necessarie è che il PD sfugga all’amo della grande coalizione lanciato da Berlusconi e cerchi un dialogo con gli eletti del M5S.

Agenda. Elezioni 2013: leggere la protesta

Il boom delle 5 stelle

di Paolo Natale

I risultati delle recenti elezioni politiche hanno smentito in maniera inaspettata le previsioni dei sondaggi, che indicavano il centrosinistra come candidato a una larga vittoria. All’ultimo momento una quota significativa di votanti del PD ha deviato il suo voto sul M5S, che è risultato il vero vincitore delle consultazioni elettorali. La lieve superiorità della coalizione composta da PD e SEL rispetto a quella composta da PDL e Lega si configura come una vittoria di Pirro, sia perché il Senato ne esce ingovernabile sia perché il centrosinistra non ha tratto vantaggio dallo sfaldamento dell’area di centrodestra.

Agenda. Elezioni 2013: leggere la protesta

Sui rischi di deragliamenti della democrazia italiana. Può un rischio diventare occasione?

di Mauro Magatti

I risultati delle scorse elezioni politiche e il quadro parlamentare che ne è emerso segnano la rottura degli equilibri che hanno caratterizzato la seconda Repubblica, senza risolvere, ma anzi aggravandone, le peculiarità negative. Il M5S di Grillo si unisce a Berlusconi e alla Lega nell’elenco delle anomalie del nostro sistema politico, tanto che non è esagerato dire che un’ampia parte del Parlamento appena eletto non è riconducibile alla tradizione delle democrazie occidentali contemporanee. Spetta ora al PD il compito di provare a uscire dall’impasse, spronando il Parlamento – e il M5S al suo interno – ad avviare davvero una stagione di cambiamento che possa consentire di trasformare quanto accaduto in un’opportunità di positivo rinnovamento.

Agenda. Elezioni 2013: leggere la protesta

Dall'antipolitica alla difficoltà di governare

di Michele Prospero

Le recenti elezioni hanno sancito la fine del bipolarismo e imposto una condizione di ingovernabilità, caratterizzata dalla presenza di tre poli ugualmente rilevanti e poco propensi a cumulare i consensi ottenuti. Il vero sconfitto è, però, il PD, che non è risultato credibile né come rinnovatore delle istituzioni, né come partito della società. Gli elettori hanno premiato l’antipolitica, che venti anni fa aveva i volti di Berlusconi e di Bossi, oggi quello di Grillo. Un estremo tentativo per salvare il paese dalla deriva consiste nel puntare sulle componenti pragmatiche e progressiste presenti nel M5S.

Focus. Per la rinascita di Roma

Una pagina nuova nella vita della città

di Walter Veltroni

Una città ben amministrata, piena di energia e consapevolezza di sé, efficiente, vasta, complessa e composita, ma allo stesso tempo animata da spirito di partecipazione e senso civico, inclusiva, solidale con i più deboli, unita perché in grado di essere davvero una comunità. È questa la Roma che le amministrazioni di centrosinistra hanno lasciato nel 2008 a chi gli è succeduto: patrimonio che la destra ha in gran parte dilapidato. Se è vero che per amministrare la città nel prossimo futuro occorrerà dotarsi di idee nuove, è altrettanto vero che non si riparte da zero. Su quanto di buono è stato fatto negli anni passati si potrà contare per archiviare il malgoverno della destra e per aprire una nuova pagina nella vita della città.

Focus. Per la rinascita di Roma

Roma capitale della cultura

di Andrea Carandini

Roma è oggi priva di un progetto organico per la valorizzazione del suo immenso patrimonio storico-archeologico. Ci sarebbe invece bisogno di una ricomposizione di questa inestimabile ricchezza, periodo per periodo, e di una concertazione tra luoghi normali, siti archeologici, tessuto urbano e musei, città e campagna. Bisognerebbe insomma dar vita a un pensiero al contempo analitico e sintetico, scientifico e comunicativo, capace di investire l’insieme di Roma, secondo un’idea umanistica rinnovata, all’altezza dei tempi. Ciò la renderebbe nuovamente universale, in grado di spiegarsi, raccontarsi, confrontarsi con altri passati e presenti, per un futuro che sappia riconoscere e valorizzare le diversità nel destino comune del globo.

Focus. Per la rinascita di Roma

Roma e la presenza della Chiesa

di Alberto Melloni

Ogni riflessione sul rapporto fra la Chiesa cattolica e la città di Roma non può prescindere da una considerazione iniziale: il papa è anche vescovo della città e, in quanto tale, pur con i differenti gradi di episcopalizzazione del ruolo petrino sperimentati dai diversi pontefici, continua a volgere alla città uno sguardo particolare, senza con questo voler essere, o riuscire ancora a essere, quell’entità eterna ed eternamente incombente sulla vita politica nazionale e locale cara a tanta retorica.

Focus. Per la rinascita di Roma

Decifrare la citta contemporanea: Roma in forma di cometa

di Piero Ostilio Rossi

La città di Roma può essere efficacemente rappresentata con l’immagine di una cometa, i cui elementi più significativi sono l’anello del Raccordo anulare al cui interno si distingue la stella delle strade consolari, e una lunga coda che arriva fino al mare. Il GRA, in particolare, considerata la complessità di ruoli e funzioni accumulate nel tempo e i diversi tipi di paesaggio che innerva (aree naturali protette, nuclei commerciali, università, zona archeologica e città militare), merita non solo di essere analizzato come una grande unità di senso, ma anche di essere affiancato come sesto ai cinque Ambiti strategici previsti dal Piano regolatore del 2008. Un’importanza ancora maggiore ricopre però la zona tra la parte finale della valle tiberina e la fascia di infrastrutture contigua, ossia la coda della cometa, nella quale si trova ormai il principale asse di sviluppo della città.

Focus. Per la rinascita di Roma

Infrastrutture: doing more with less

di Alberto Clementi

Le moderne città-mondo hanno bisogno, più che di opere funzionali, di spazi vitali che configurino assetti innovativi. Per far ciò occorre da un lato sfruttare il potenziale insito nelle infrastrutture esistenti, che devono superare il concetto di pura funzione, dall’altro, approfittando delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie, migliorare le cosiddette slow infrastructures. Il buonsenso consiglia infatti di concentrarsi su piccoli interventi concretamente realizzabili anziché preventivare grandi opere, ormai inattuabili.

Focus. Per la rinascita di Roma

L'immagine di Roma

di Francesca Ghio

Fino a pochi anni fa anche Roma, come le principali capitali mondiali, era impegnata in un importante processo di modernizzazione e rinnovamento del suo profilo architettonico. Questo percorso si è bruscamente interrotto con la giunta Alemanno, che ha rinunciato a governare il processo di trasformazione urbana, preferendo la via più comoda del “progetto di finanza”. Ciò non esime dalle sue responsabilità il soggetto pubblico, chiamato invece a dimostrare di possedere una lucida capacità di indirizzo, valutazione e programmazione dei processi di trasformazione urbana.

Focus. Per la rinascita di Roma

L'indecifrabile conflitto nella capitale senza capitale

di Paolo De Nardis

Roma è una città, come tutte le metropoli, disordinata e instabile. Eppure, vive una situazione troppo peculiare per poter essere generalizzata, essendo al contempo capitale d’Italia e città eterna. Una rinascita è possibile, ma non può prescindere dal risanamento di alcuni conflitti che la contraddistinguono, ossia quelli tra metropoli e centro politico-amministrativo del paese, centro e periferia, presente e passato, polarizzazione e linearità, unità e frammentazione, consumo e inquinamento, virtuale e reale. Un vero rilancio potrà scaturire soltanto dalla definizione di un nuovo modello sociale, che garantisca formazione accessibile e lavoro equo a tutti i cittadini.

Focus. Per la rinascita di Roma

Roma come vogliamo vivere?

di Enzo Scandurra

Le città, nell’era della modernità e della globalizzazione, vengono pensate e presentate come luoghi abitati da numeri statistici e folle anonime, governate dall’etica del consumo e dall’omologazione culturale, piuttosto che comunità di individui liberi, dediti alle virtù civiche. Per recuperare il valore e le risorse delle città, dalle relazioni sociali e umane ai luoghi di incontro e partecipazione, è necessario soprattutto valorizzare la democrazia locale, riscoprire il potere della carità e smitizzare il concetto di modernizzazione.

Focus. Per la rinascita di Roma

Roma, città capitale tra paese e territorio

di Lidia Piccioni

Sin dagli anni immediatamente successivi all’Unità d’Italia lo sviluppo di Roma si è caratterizzato per la mancanza di un progetto e di una pianificazione capaci di renderla una vera capitale moderna. Oggi la legge su Roma Capitale e il decreto legge del 2008 sulla Città metropolitana potrebbero invertire la rotta, in particolare per quanto riguarda il rapporto con il territorio circostante, nei cui confronti Roma ha sempre esercitato un forte potere di attrazione e condizionamento ma secondo un modello peculiare rispetto ai processi di urbanizzazione occidentale.

Focus. Per la rinascita di Roma

Città-mondo o capitale?

di Marco Cremaschi

Negli ultimi quarant’anni Roma è mutata in modo radicale. Nella prima metà del Novecento la capitale burocratica si era consolidata intorno all’anello ferroviario e i nuovi quartieri inurbavano l’antica plebe artigiana e il proletariato agricolo immigrato. Con i costi sociali e i guasti che il neorealismo e le lotte urbane postbelliche hanno segnalato. Ma oggi la città non è più “povera e magnifica” come la voleva Pasolini. E non è nemmeno più la città divisa tra centro privilegiato e periferie proletarie della grande narrazione degli anni Settanta. Non è neanche parte della città globale e del pensiero unico. Insieme globalizzata e insorgente, omologata e riottosa, Roma, come tutte le città-mondo, è oggi molto più confusa e mescolata, più vasta e disomogenea di un tempo.

Focus. Per la rinascita di Roma

Disuguaglianze capitali

di Pasquale De Muro

Le disuguaglianze, siano esse economiche, culturali o di qualità della vita, sono presenti a Roma come nella maggior parte delle aree metropolitane delle economie occidentali. Eppure, benché siano frequentemente oggetto di studio, manca a Roma una base informativa sufficiente che permetta alle amministrazioni di definire le politiche necessarie ad affrontarle. Dai tentativi fatti per tracciare una mappa delle disuguaglianze nella capitale emerge, infatti, come spesso l’agenda politica cittadina metta l’accento su questioni sulle quali non si registrano i livelli di malessere più elevati.

Focus. Per la rinascita di Roma

La povertà a Roma: aspetti emergenti azioni di contrasto e prevenzione

di Fiorenza Deriu

Le nuove forme di povertà di inizio millennio, il cui caso più emblematico era rappresentato dai cosiddetti working poors, ormai non scuotono più le coscienze dei cittadini, che purtroppo sembrano essersi abituati a simili scenari. La nuova povertà dei nostri giorni ha l’aspetto degli anziani, dei giovani, delle donne che hanno subito violenza, dei richiedenti asilo e dei rifugiati, dei minori stranieri non accompagnati e delle vittime degli usurai. Solo promuovendo il lavoro e il diritto all’abitazione è possibile uscire da questa spirale, che rischia di travolgere chiunque e degenerare in gravi episodi di esclusione sociale.

Focus. Per la rinascita di Roma

Politiche di accoglienza tra realtà e ipotesi future

di Maria Immacolata Macioti

La capitale sta compiendo molti sforzi per sprovincializzarsi e divenire il più possibile multietnica. Sono infatti diverse le iniziative legate alle istituzioni e al volontariato volte a preservare e diffondere le culture e le tradizioni degli immigrati e fornire loro il supporto di cui hanno bisogno. Tuttavia, Roma non può definirsi solidale, visti i numerosi episodi di intolleranza e razzismo degli ultimi anni e la difficoltà che gli immigrati riscontrano nell’inserirsi nel tessuto urbano. Bisognerebbe abbandonare la logica di emergenza e intervenire con strategie di lunga durata, ricorrendo a professionisti competenti e ben coordinati e in grado di garantire un’assistenza sicura e continuativa.

Focus. Per la rinascita di Roma

Integrazione o segregazione? La condizione dei rom nella capitale

di Marco Brazzoduro

Nei confronti della popolazione rom perdurano molti pregiudizi, che condizionano anche gran parte delle politiche pubbliche messe in atto nei loro confronti. Il Piano nomadi, ad esempio, inaugurato il 31 luglio 2009, prevede lo sgombero dei campi nomadi spontanei e tollerati e lo spostamento delle persone che vi abitavano in quelli autorizzati, veri e propri lager che in qualche modo formalizzano la ghettizzazione dei rom e gli effetti perversi a essa collegati. Un processo di integrazione realistico dovrà invece, preliminarmente, considerare i rom come persone con una dignità, delle aspirazioni e capacità di dialogo pari a quelle di tutti gli altri esseri umani, e incardinarsi su tre assi: il lavoro, l’alloggio, la scuola.

Focus. Per la rinascita di Roma

Per una scuola dell'inclusione

di Marco Rossi-Doria

La scuola è stata, sin dall’Unità d’Italia, il canale privilegiato per realizzare l’obiettivo dell’inclusione: inclusione delle grandi masse
analfabete nel percorso democratico prima; inclusione dei fi gli delle famiglie svantaggiate nel processo di crescita economica del paese successivamente. Un ruolo che la scuola può rivendicare ancora oggi, grazie alle positive esperienze di inclusione dei bambini con disabilità e di quelli di cittadinanza non italiana. E che può rivendicare con maggior forza proprio nei contesti più difficili, dove il compito è più arduo, come accade, ad esempio, nelle periferie romane.

Focus. Per la rinascita di Roma

Roma capitale e la città metropolitana: per non perdere la speranza

di Pietro Barrera

La novella costituzionale del 2001, che gettava le basi per un ordinamento differenziato per la capitale d’Italia, si è scontrata, nelle due legislature successive, prima con la volontà del centrodestra di smontare la riforma, poi con la difficoltà dell’unione del centrosinistra a produrre innovazioni rilevanti, su questo come su molti altri fronti. Anche dopo il 2010, con governo, Regione e Comune nelle mani del centrodestra, ci si sarebbe potuti attendere un’accelerazione del processo, ma le attese sono andate deluse. Con la sfida di realizzare un ordinamento in grado di far convivere la Capitale con la Città metropolitana dovrà confrontarsi chi nei prossimi mesi si assumerà la guida del governo del paese, della Regione Lazio e del Comune di Roma.

Focus. Per la rinascita di Roma

Roma capitale: il cantiere infinito e i compiti del centrosinistra

di Marco Causi e Ilaria Feliciangeli

Nel corso degli ultimi anni sono emersi tre modelli di riferimento per risolvere il tema della “specialità” di Roma: un ente territoriale che corrisponde al Comune di Roma ma è dotato di funzioni regolamentari e amministrative diverse da quelle degli altri Comuni e delle altre Città metropolitane; una Città metropolitana speciale, dotata di forme e condizioni particolari di autonomia; un ente con uno status simile a quello delle Regioni. La prima strada è quella sinora perseguita, pur se in maniera inadeguata, dall’attuale sindaco e dalla maggioranza di centrodestra. Le altre due, non prive di aspetti positivi, hanno invece riscosso meno consensi. Sarà compito della prossima maggioranza sciogliere i nodi irrisolti e disegnare il futuro di Roma.

Focus. Per la rinascita di Roma

Il Gruppo Roma Capitale: quali prospettive?

di Ivana Paniccia

Gli ultimi dati di bilancio disponibili, purtroppo negativi, registrati dal Gruppo Roma Capitale sottolineano il duplice danno subito dai cittadini romani, che non solo assistono allo spreco di ingenti risorse pubbliche, ma vedono l’ente comunale, costretto a ripianare le perdite, tagliare spese su altri ambiti di intervento: assistenza sociale, scuola, case, cultura. Per porre rimedio a questa situazione si impongono due prospettive fondamentali: quella della città metropolitana, che tiene conto di come i bisogni e la capacità di darvi soddisfazione attraverso i servizi erogati dalle società del Gruppo si sviluppino su “reti lunghe” che oltrepassano i confini del Comune; quella della sussidiarietà orizzontale e della partecipazione, che chiama in causa un nuovo rapporto di integrazione e complementarità tra cittadinanza e aziende del gruppo.

Focus. Per la rinascita di Roma

Politiche di mobilità e qualità della vita a Roma

di Fiammetta Mignella Calvosa

Roma appare come una città diffusa, la cui espansione è avvenuta a macchia d’olio e dalla periferia verso il centro. Purtroppo, a ciò non si è affiancato un adeguato sistema di trasporto pubblico, con la conseguenza che la grande maggioranza dei romani ricorre al mezzo privato e che la mobilità urbana è divenuta insostenibile. Eppure, la capacità di spostarsi e di relazionarsi rappresenta l’essenza stessa dell’essere cittadino e incide profondamente sull’ambiente. Governance urbana e governance dell’ambiente devono andare di pari passo per garantire lo sviluppo del territorio e dell’economia e la qualità della vita.

Focus. Per la rinascita di Roma

La mobilità romana tra patologia urbanistica e cura dell'accessibilità

di Federico Tomassi

Il governo della mobilità a Roma richiede una grande capacità di pianificazione, regolazione e integrazione delle politiche, con un’ottica di lungo periodo rispetto al ciclo elettorale e di area vasta, in grado di indirizzare e cambiare gli spostamenti dei romani. Sono tre gli obiettivi principali da perseguire: limitare il transito e la sosta delle automobili nel centro, rilanciare tram e ferrovie per recuperare il deficit di infrastrutture, favorire la mobilità “dolce” a piedi e in bicicletta.

Focus. Per la rinascita di Roma

Roma città sostenibile?

di Linda Meleo

Sostenibilità a Roma significa innanzitutto migliore gestione dei rifiuti e contenimento dell’inquinamento atmosferico. Quanto ai rifiuti, la città non è ancora in grado di gestirne razionalmente il ciclo, avviando politiche adeguate di prevenzione nella loro produzione e di recupero differenziato. L’inquinamento atmosferico dipende invece dai consumi energetici residenziali e, soprattutto, dall’eccessivo ricorso alla mobilità privata. Pratiche come, da una parte, la raccolta porta a porta dei rifiuti, l’introduzione di incentivi per la differenziazione degli stessi e un migliore sfruttamento delle materie prime seconde e delle opportunità economiche a queste legate e, dall’altra, il potenziamento delle reti ferroviarie e metropolitane, nonché delle forme di trasporto collettivo, l’estensione delle ZTL e l’introduzione di un ticket di ingresso in città aiuterebbero a rendere Roma più sostenibile.

Dizionario Civile

Governo

di Cesare Pinelli

In prima approssimazione, il termine “governo” designa sia il soggetto titolare di una funzione sia direttamente la funzione del governare. “Governo italiano”, o “francese”, è esempio della prima accezione, mentre “governo delle società industriali avanzate” o “arte del buon governo” sono esempi della seconda. Questa duplicazione non è nuova. Quando nel XIII secolo Bracton distingue
gubernaculum da iurisdictio e ascrive leges, constitutiones e assisae a ciò che pertinet ad regni gubernaculum, si riferisce alla funzione di governo, non al governo soggetto (che infatti è il re). In altri casi, invece, il termine “governo” viene riferito al soggetto governante partendo dalla domanda “Chi governa?” o anche “Chi dovrebbe governare?”, come nella discussione che, secondo Erodoto (V secolo a.C.), si sarebbe svolta fra Otane, Megabizo e Dario sulla migliore forma di governo da instaurare in Persia dopo la morte di Cambise (rispettivamente democrazia, oligarchia, monarchia).

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