Mimmo Gangemi

Mimmo Gangemi

Mimmo Gangemi è nato a Santa Cristina d’Aspromonte nel 1950 e vive a Palmi, in provincia di Reggio Calabria, dove svolge la professione di ingegnere. Tra i suoi romanzi si ricordano “Il giudice meschino” (2009, Premio Selezione Bancarella 2010) e “La signora di Ellis Island” (2011), editi da Einaudi, “Il patto del giudice” (2013) e “La verità del giudice meschino” (2015) da Garzanti, “Un acre odore di aglio” (2015) da Bompiani e “Marzo per gli agnelli” (2019) da Piemme.

La bandiera rossa e i capricci del vento

Cicco, pur giovane, si sentiva mastro muratore di fino. Aveva però origini campagnole, i suoi erano imbrattati di terra, a menare di zappa per dieci ore filate, lui stesso aveva cominciato così. Apposta, quelli che mastri lo erano da generazioni e lo esibivano orgogliosi – alcuni avevano preteso il don davanti al nome – torcevano il muso al sentirlo annomare mastro e “mastricchio” correggevano. Apposta non lo avevano accettato tra i socialisti, nella fede che legava alla maestranza, la classe di mezzo in quegli anni Cinquanta, più di un rosso cerasuolo sui ghiri fritti in padella. Apposta Cicco s’era scostato più in là, comunista. Comunisti dichiarati ce n’erano pochi nel paesino alle prime pendici dell’Aspromonte. Il più infervorato era il professore Rollo.

La resa dei paesi fantasma

È tutto silenzio. Le campane non chiamano più alla messa né alla benedizione della sera. Persino l’orologio della torre ha deciso di tacere i rintocchi tintinnanti dei quarti e i colpi possenti e cupi delle ore. Le strade sono tristi fotogrammi in bianco e nero, le case del borgo nulla esalano dai comignoli, i vicoli verdeggiano di muschio, per i passi che vi mancano, erbe sono cresciute scomposte tra il lastricato di calcestruzzo e lo spiccato dei muri. Il paese com’era riesce ad affacciarsi solo stagliandosi sullo schermo dei ricordi e insinuando, tra le carezze del vento, sussurri che svelano la presenza di anime inquiete, intestardite a non staccarsi dal cielo che ebbero addosso da vivi.

Storie d’Italia, patrimonio d’Italia

«Terra ingrata. Non ci cresce la gramigna. Il Padreterno l’ha mandata di corpo, quella pietraia» sprezzava mio nonno, che tutto rapportava alle rigogliose campagne dell’Aspromonte tirrenico. | di Mimmo Gangemi per la rubrica "Rivisitare l’Italia nei suoi 150 anni".