Sovranità costituzionale, bussola per una navigazione difficile

Di Stefano Fassina Venerdì 16 Novembre 2018 11:44 Stampa

Non siamo in una fase ordinaria. I problemi, in politica come nella vita, vanno affrontati. Se rimossi, ritornano. È tempo di verità ama-re, purtroppo. Ma non di disperazione. Non di rassegnazione. Siamo in una fase dove, prima dei punti programmatici, anche prioritari, vanno riconosciuti i nodi sistemici, di quadro storico-politico. Prima delle policies, va condivisa un’analisi e vanno reimpostate le coordi-nate culturali e politiche per la controffensiva.

Si è chiuso un ciclo storico. Il post ‘89 doveva essere la “fine della Storia”, il trionfo delle liberal-democrazie rimaste senza alternative di sistema. Invece, è stato un “trentennio inglorioso”, caratterizzato in tutte le “economie mature” da due fatti interconnessi: da un lato, la dismissione dei principali strumenti regolativi dello Stato nazionale e, conseguentemente, la marginalità politica, finanche la scomparsa, di tutti i partiti della famiglia socialista europea (a parte, non a caso, il Labour rigenerato culturalmente prima che politicamente come sinistra nazionale e popolare da Jeremy Corbyn);

 

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