Italianieuropei 1/2004

il Sommario

gli Articoli

Le cose da fare

Una squadra di leader per l'Ulivo

di Mauro Calise

Lista unica, partito unico, coalizione unitaria. Sono i termini che descrivono la geometria del sistema politico italiano nella transizione infinita dalla Prima alla Seconda Repubblica. I suoi picchetti costituenti. Poi ci sono le variabili concomitanti: le cause profonde, spesso insondabili, sempre immodificabili. Le spiegazioni di comodo con il corredo pronto delle recriminazioni. Le ambizioni, le collusioni (mancano all’appello le visioni). Ma se si vuole capire la dinamica dei rapporti di forza, il primum movens di questo decennio e forse del prossimo, ci si può fermare a quel trittico.

 

Pensare la Politica

L'orgoglio (pre-politico) di sentirsi italiani

di Paolo Segatti

Forse è tempo che si riconosca anche a Bossi qualche merito. Tra un’invocazione e l’altra all’identità padana e intermittenti proclami secessionisti, la Lega ha costretto molti a chiedersi chi siamo noi italiani e perché siamo così. Ne è prova il numero di libri, articoli e saggi sull’identità nazionale usciti negli anni Novanta, in crescita rispetto al passato. I meriti della Lega andrebbero però equamente divisi anche con altri. Il cambiamento politico del decennio scorso ha proiettato gli ex-fascisti verso una nuova centralità politica.

 

Pensare la Politica

Non basta il patriottismo umanitario

di Gian Enrico Rusconi

Il patriottismo umanitario e del lutto che abbiamo registrato in Italia in occasione della tragedia di Nassiryia è il segno della rinascita del senso d’identità nazionale e di patriottismo in Italia? In realtà occorre distinguere tra la latenza di un sentimento di comunità e l’incapacità della politica di dargli una risposta adeguata. Davanti a Nassiryia la politica stessa è rimasta sorpresa, persino intimidita dalla reazione spontanea della gente. Si sono pianti i «nostri» giovani caduti, ma non ci si è pronunciati sulla giustezza o meno di una linea politica che ha procurato quel sacrificio. Tutto è rimasto sospeso.

Pensare la Politica

La nazione condivisa

di Gennaro Malgieri

Non è necessario scomodare Ernest Renan per convincersi che la nazione è un «plebiscito» di tutti i giorni. Basta avere la consapevolezza che il principio stesso dell’appartenenza ad una cultura e ad un sistema di valori civili ci fa cittadini di una nazione. Sembra – e forse lo è – una banalità, ma dopo la crisi delle ideologie che negavano in radice la nazione come comunità storicamente fondata, sono insorte forme diverse e probabilmente più subdole che la mettono in discussione, delle quali bisogna necessariamente tenere conto: il mondialismo, il pensiero unico, l’indifferentismo culturale.

 

Versus

Elogio della manipolazione politica

di Massimiliano Panarari

È invalso da tempo (soprattutto in un paese come il nostro di «santi, poeti, navigatori e… sportivi», purtroppo il più delle volte passivi) applicare la metafora calcistica a ogni pie’ sospinto e a ogni ambito della vita quotidiana. Abitudine che, notoriamente, non risparmia neppure la politica. Se, per una volta, si prova però a cambiare disciplina sportiva, appare per molti versi evidente come la politica postmoderna assomigli a un tennis court assai più che a un campo da calcio.

 

Versus

Perché la sinistra deve dire no allo spin

di Franco Motta

Da un po’ di tempo a questa parte la sinistra italiana risente dei postumi di una ubriacatura da comunicazione o, per meglio dire, di una «sbornia» da manipolazione politica. Scrivere di spin in riferimento alla comunicazione politica è una forzatura non scevra da malafede. La triste fine del professor David Kelly, nel torrido agosto scorso, ha infatti richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale su un brutto caso di manipolazione di informazioni e sullo spregiudicato uso dei media da parte di colui che è considerato il genio degli image makers contemporanei, l’ex giornalista Alastair Campbell (divenuto, in seguito, il collaborazione più fidato e indispensabile del primo ministro britannico).

Il caso italiano

L'università italiana: autonomia o decadenza

di Nicola Rossi e Gianni Toniolo

Uno dei discorsi politici emotivamente più coinvolgenti – quello di accettazione pronunciato da Clinton a San Francisco nel 1996 – fu in buona parte giocato sui temi dell’istruzione e della ricerca: nella visione del presidente, il futuro degli Stati Uniti sarebbe passato attraverso la scuola, l’università, i laboratori, le biblioteche. In questi giorni, Tony Blair ha messo a rischio la sua stessa sopravvivenza politica nel tentativo generoso di rilanciare il sistema universitario inglese. Schroeder assicura che imposterà la strategia politica e programmatica della SPD su scuola e ricerca.

 

Il caso italiano

Piccole imprese, ricerca e innovazione

di Philip Moschetti e Saveria Sechi

Il tema della competitività è il tema centrale del dibattito di politica industriale in Italia. Per anni la competitività italiana ha avuto nel prezzo il proprio asse portante, supportata da una politica fiscale e monetaria accomodanti. L’euro e le costrizioni della finanza pubblica, che hanno progressivamente incrementato il carico fiscale effettivo, hanno quindi colpito un modello strategico durato più di quarant’anni.

Il caso italiano

Dal 2004 alle elezioni politiche, tra voto locale e voto nazionale

di Guido Legnante

Il calendario elettorale dei prossimi due anni è particolarmente denso. Fra pochi mesi vi saranno le elezioni europee e le elezioni locali in oltre la metà dei comuni (fra cui varie decine di capoluoghi) e delle province, nel 2005 le elezioni nelle 15 regioni a statuto ordinario e infine nel 2006 (se la legislatura non avrà un termine anticipato) le elezioni politiche. Vi fu la stessa sequenza nel triennio 1999-2001, quando al sostanziale pareggio alle europee (ma con la storica vittoria di Giorgio Guazzaloca a Bologna) seguì il netto successo della Casa delle Libertà alle regionali prima e alle politiche poi.

 

Europa Europe

Un'agenda per far crescere l'Europa

di Pier Carlo Padoan

L’obiettivo del rapporto «An Agenda for a Growing Europe» è importante e ambizioso: identificare le cause del rallentamento della crescita in Europa e proporre dei rimedi. Come scrive nella prefazione Andre Sapir, il coordinatore del gruppo di esperti, il rapporto si ispira a quello coordinato da Padoa-Schioppa del 1986, che fornì le idee di base per il lancio del Mercato interno. La crescita deve diventare la priorità economica numero uno dell’Europa, scrive sempre Sapir, e non si può certo dargli torto.

 

Europa Europe

Dopo Berlusconi: la presidenza italiana e l'Europa

di Antonio Missiroli

Il 2003 è stato un anno difficile per l’Unione europea, fra crisi irachena, crisi del Patto di stabilità e crisi della Conferenza intergovernativa (CIG) che avrebbe dovuto varare la nuova «Costituzione». E nella seconda metà dell’anno, la presidenza di turno è stata tenuta – probabilmente per l’ultima volta, se la rotazione semestrale sarà davvero abolita – proprio dall’Italia. Farne un bilancio il più possibile equilibrato, che tenga conto cioè dei vincoli effettivi e del clima generale in cui si è aperta, sviluppata e conclusa, può dunque essere un esercizio utile per meglio capire sia lo «stato dell’Unione» alla vigilia dell’allargamento a dieci nuovi membri e del rinnovo di Parlamento e Commissione, sia la posizione del paese nella nuova Europa che si va – letteralmente – costituendo.

 

Europa Europe

L'Europa divisa

di Carlo Pinzani

Il fallimento della Conferenza intergovernativa dello scorso dicembre è giunto a conclusione di una serie di eventi che, per quanto prevalentemente negativi, hanno visto il processo d’integrazione europea al centro del dibattito politico internazionale, in un modo che non si era mai verificato in passato. Anche soltanto per denunciarne i limiti o deplorarne l’insufficienza degli sviluppi, il sistema mediatico mondiale ha dedicato all’evento un’attenzione inusitata e senza precedenti nel cinquantennale processo di costruzione di un’entità politica europea.

 

Europa Europe

Europa, Oriente, Islam

di Maria Grazia Enardu

È merito degli storici, rispetto ai politologi o ad altri analisti, tentare di capire eventi e situazioni guardando al passato e cercando le connessioni col presente. È loro demerito non osare andare molto indietro nel tempo, e questa miopia è più che evidente per quanto riguarda il Medio Oriente, e le sue antichissime relazioni con l’Europa. Pochi ammettono che l’Europa e quindi l’occidente, è nata in Medio Oriente e, al massimo, lo riconoscono quando ricordano le radici giudaico-cristiane, di cui tanto si parla. Ma molto più importanti sono le radici pagane dell’Europa, che risalgono a tempi lontanissimi, tra mito e preistoria.

 

Policy Network

I media e la politica negli Stati Uniti: una minaccia per la democrazia?

di Amy Rosenthal

Uno dei pilastri della democrazia è l’accesso all’informazione in materia di problematiche di pubblico interesse. Si tratta di un concetto già percepito dai padri fondatori dell’America nel lontano 1791, quando questi dettero stesura al primo emendamento, che sancisce la libertà d’espressione, stampa, religione, petizione e assemblea. Ciononostante, accade che, all’avvio del Ventunesimo secolo, i mezzi di comunicazione di massa liberi e democratici siano preda di una frenesia tale da far rivoltare i padri fondatori nelle loro tombe. Ciò non vale solo per l’Italia, dove l’attuale primo ministro, Silvio Berlusconi, regna tirando le redini del suo personale regime mediatico, ma anche negli Stati Uniti.

 

Policy Network

Un nuovo protagonismo latinoamericano

di Donato Di Santo e Marina Sereni

Gli ultimi mesi hanno dimostrato come lo scenario politico dell’America Latina sia in rapida evoluzione. Il presidente Lula, a poco più di un anno dalla sua elezione, è ora alla prova complessa del governo e delle riforme in un paese enorme e contraddittorio come il Brasile. L’Argentina sembra aver superato il momento più drammatico di una violentissima crisi economica, finanziaria, sociale e politica e vede oggi una personalità nuova come Kirchner tentare di ridare speranza e credibilità al paese. L’Uruguay attraversa una crisi simile a quella argentina e si profila la possibilità di una vittoria della coalizione progressista alle imminenti elezioni presidenziali.

 

Le storie

Lo strano caso delle Hawaii. Diario dall'America più lontana

di Alessandro Agostinelli

6 gennaio. Sono arrivato all’aeroporto di Honolulu alle 10,45 pm (ora locale); ero partito da Pisa alle 7,50 (ora locale). Ho preso quattro aerei. Ho volato per circa ventotto ore. Ora sono a casa di Carol e Dan, due bravi ragazzi che sembrano una coppia perfetta. La casa è sull’isola di Oahu, all’estremità del paese di Kaneohe.

Le idee

Siamo davvero alle «invasioni barbariche»? In tema di fecondazione assistita

di Paola Marion

La recente approvazione al Senato della legge sulla fecondazione assistita ha riproposto alla ribalta dell’opinione pubblica un tema ad alto impatto emotivo e psicologico per il riflesso che esso ha sulle coscienze e sulla sfera privata di ognuno di noi. Il lungo vuoto legislativo prima e il lacerante dibattito poi seguito alla sua approvazione, non sono solo conseguenza del conflitto tra ragioni della scienza e ragioni della morale e della difficoltà di ricomporre posizioni diverse su un tema così spinoso e delicato, ma rappresentano, a un altro livello, anche la spia di una reazione più profonda ed emotiva, che riguarda l’effetto delle innovazioni tecnologiche sulla psicologia degli individui.

 

Le idee

I modelli di politica economica dei politici italiani

di Ferdinando Targetti

Tra gli economisti di tutte le università del mondo le posizioni keynesiane si identificano con posizioni di sinistra, le posizioni neoclassiche con posizioni più conservatrici. Nella politica italiana le cose stanno in modo diverso: nella Casa delle Libertà albergano due posizioni, una delle quali, la più moderata, si potrebbe chiamare «keynesiana di destra». Anche nell’Ulivo albergano due posizioni, una delle quali, la più moderata, si potrebbe definire «neoclassica di sinistra». Per illustrare i capisaldi di queste posizioni focalizzeremo la nostra attenzione sui tre tradizionali attori della political economy: imprese, lavoratori e Stato.

 

Archivi del Riformismo

Dall'altro al pubblico. Considerazioni critiche sulla filosofia di Martin Buber

di Alessandro Marini

La società occidentale odierna è definita comunemente società della comunicazione. Il verbo «comunicare» apre vasti spazi che si perdono nell’anonimato di una pluralità indefinita; la comunicazione è divenuta la finestra principale dalla quale ognuno volge il proprio sguardo sull’umanità. Tuttavia, la comunicazione in se stessa – il «dire pur di dire», si potrebbe affermare parafrasando Heidegger – ha assunto maggiore importanza rispetto ai contenuti e al destinatario a cui la comunicazione medesima si rivolge.

 

Archivi del Riformismo

Una nuova saggezza per una nuova era. A proposito Francesco Saverio Nitti

di Giuseppe Abbracciavento

Quando il 25 marzo 1894 appare il primo numero de «La Riforma sociale. Rassegna di scienze sociali e politiche», si capisce sin da subito la radicale diversità della rivista rispetto allo stagnante panorama editoriale del tempo. Il testo che qui si propone è l’editoriale di apertura col quale la rivista si presenta ai suoi lettori, vero e proprio manifesto programmatico nel quale il giovane direttore, Francesco Saverio Nitti, chiarisce le linee programmatiche e gli orientamenti di una rivista decisa a imporsi «alla grande massa del pubblico intelligente» dell’Italia fin du siècle, contro ogni provincialismo asfittico e paralizzante.