Roberto Vecchi

Roberto Vecchi

insegna Letteratura portoghese e brasiliana all’Università di Bologna.

Ontologie conservatrici nella crisi brasiliana

Proiettato sul piano latinoamericano, il conflitto cieco e senza esclusione di colpi tra conservatori e progressisti in Brasile potrebbe sembrare pienamente all’unisono con quanto accade anche negli altri contesti subcontinentali. Del resto, uno strumento analitico a cui si ricorre per interpretare le trame politiche più intricate – per comprensibili esigenze di semplificazione – è quello della successione di cicli storici: una stagione, quella della onda alta progressista, è – ormai da tempo – al tramonto, schiacciata dal ritorno delle destre regionali e dalla lunga ombra nera trumpista che scende dal Nord.
In questo quadro, il campo conservatore sembra avere ritrovato una fase di energica riviviscenza. Ma si tratterà davvero di un nuovo “ciclo”? O solo di una congiuntura piuttosto casuale di fattori favorevoli, molto eterogenei tra loro? La lettura ciclica, va detto, non è sbagliata.

Il futuro sarà oggi? Trasformazioni sociopolitiche e cultura brasiliana

La sovraesposizione mediatica dovuta alla Coppa del mondo, un’occasione non sfruttata per rendere più comprensibile un paese tanto lontano come il Brasile, ha distolto l’attenzione dalle ultime fasi della campagna elettorale in corso, campagna che dura da alcuni mesi e che ha visto un attacco straordinario da parte della stampa nazionale e internazionale contro il presidente in carica. La sensazione è che si voglia demolire il progetto di Brasile sviluppato durante le presidenze post neoliberali di Lula e della Rousseff, che del primo è la continuatrice. Eppure il lulismo ha condizionato fortemente il paese e la sua cultura, modificando il ruolo e la percezione dello Stato e facendo dell’inclusione sociale una pietra angolare della politica brasiliana.

Il Brasile di Lula: c'era una volta un'era?

Il primo e il secondo mandato (2003-06 e 2007-10) del go­verno del presidente brasiliano Lula si concatenano intor­no a uno specifico progetto “nazionale”, analizzabile a par­tire anche dal confronto con altri programmi di crescita av­viati nel paese nel corso del Novecento. In particolare, tale progetto si fonda su un’idea di sviluppo economico che si propone di armonizzare crescita e inclusione sociale in mo­do da attenuare gli storici contrasti esistenti nel paese.