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Italianieuropei 2/2009

Introduzione

Agenda
Europa

Focus
La forma partito


Editoriale
di Giuliano Amato

Nello scorso numero della nostra rivista Giulio Tremonti ha svolto un’analisi della crisi in atto e delle terapie per fronteggiarla che suscita insieme consensi e dissensi. [...] Tremonti ha scritto che la crisi non è solo una «turbolenza finanziaria», né è seriamente prevedibile che a compensarne gli effetti devastanti sulle «vecchie» economie possa arrivare una salvifica accelerazione delle «nuove». Muovendo da questa indiscutibile e condivisa premessa, giunge poi a concludere che la causa della crisi è comunque nella finanza, e che non ha quindi senso cercarne la cura dalla parte sbagliata, e cioè dalla parte dell’economia, gettando risorse in inutili stimoli fiscali. E questo è assai più difficile da condividere.

il Sommario

l' Editoriale

Editoriale

Nello scorso numero della nostra rivista Giulio Tremonti ha svolto un’analisi della crisi in atto e delle terapie per fronteggiarla che suscita insieme consensi e dissensi. È la premessa naturale per un dibattito, e questo editoriale, che speriamo seguito da altri interventi, comincia ad aprirlo. Tremonti ha scritto che la crisi non è solo una «turbolenza finanziaria», né è seriamente prevedibile che a compensarne gli effetti devastanti sulle «vecchie» economie possa arrivare una salvifica accelerazione delle «nuove».

gli Articoli

Agenda. Europa

Le origini dell'Europa

di Jacques Le Goff

Se l'Europa, come ogni territorio che si contraddistingua con un nome specifico, è il risultato dell'incrocio tra geografia e storia, è legittimo chiedersi quali siano i suoi limiti geografici e le sue radici storiche. L'indeterminatezza dei confini orientali dal punto di vista geografico e l'eredità del mondo greco e romano, così come del cristianesimo, hanno contribuito a costruire la comune civiltà europea.

Agenda. Europa

Ripartire da Lisbona. Le sfide per l'Unione nell'età della crisi

di Nicola Verola

I postumi della crisi istituzionale, causata dal "no" al Trattato di Lisbona decretato dagli elettori irlandesi lo scorso anno, si intrecciano con l’attuale crisi economica e pongono all’Unione europea e agli Stati membri importanti interrogativi sul futuro del progetto europeo e sulla tenuta dell’assetto istituzionale delineato dal nuovo trattato. È opportuno, dunque, chiedersi se quanto disegnato a Lisbona sarà sufficiente ad assicurare coerenza alle politiche europee e a superare la preoccupante debolezza delle istituzioni comunitarie.

Agenda. Europa

Elezioni europee o "nazionali"?

di Paolo Ponzano

Con l’approssimarsi delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo si ripropone il comportamento strumentale della maggior parte delle forze politiche nazionali, le quali – con poche eccezioni – non sembrano avere l’intenzione di condurre una campagna elettorale su temi e scelte di politica europea. Anche la composizione delle liste elettorali rischia di essere ispirata a considerazioni di politica interna piuttosto che alla formazione di una nuova classe dirigente europea.

Agenda. Europa

Costruzione europea e deglobalizzazione

di Biagio De Giovanni

L’Unione europea sta subendo i colpi della crisi economica e finanziaria globale. È dunque indispensabile interrogarsi sulle ripercussioni che questa avrà sul processo di globalizzazione e, in particolare, sulla costruzione europea. Si configurano ipotesi contrastanti in proposito: da una deglobalizzazione accompagnata dal ritorno al protezionismo e da un multipolarismo conflittuale, al risorgere del progetto europeo proprio come antidoto alla globalizzazione.

Agenda. Europa

Le politiche economiche dell'Unione europea dopo la crisi finanziaria: è tempo di cambiare

di Stefano Micossi

La crisi finanziaria ha mandato in frantumi i vecchi equilibri su cui si erano finora fondate le politiche economiche comuni dell’Unione europea, portando alla luce le lacune esistenti nel sistema europeo di gestione delle problematiche economiche. È quindi emersa l’esigenza di costruire meccanismi e procedure che diano continuità e contenuto alle forme di coordinamento, e la necessità di creare nuove strutture comuni capaci di decisioni efficaci e vincolanti.

Agenda. Europa

L'Unione europea e la crisi di democrazia. Un aiuto dai partiti?

di Luciano Bardi e Simona Iacopetti

Le prossime elezioni europee si svolgeranno in un momento delicato per l’Unione, che si trova a fronteggiare le sfide dell’allargamento, la necessità di individuare soluzioni per garantire un funzionamento più snello ed efficiente delle proprie istituzioni e per avvicinare alle stesse il demos europeo, riducendo quel deficit di democrazia che finora ha accompagnato le vicende europee. Anche alla luce degli ultimi sviluppi, una strada percorribile sulla via della democratizzazione potrebbe essere rappresentata da un rafforzamento degli europartiti.

 

Agenda. Europa

Le cattive abitudini dell'Italia in Europa

di Adriana Cerretelli

Nel momento in cui in Europa si registrano grandi cambiamenti e l’ingresso di nuovi membri altera equilibri di potere consolidatisi negli anni, un’Italia sempre più provinciale e marginale rischia di rimanere progressivamente esclusa dalle decisioni cruciali. La scelta dei candidati per le prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo potrebbe essere il primo passo per un’inversione di tendenza.

Agenda. Europa

La sfida della mobilità giovanile in Europa: l'Erasmus universale

di Giacomo Filibeck

Incrementare le risorse per promuovere la mobilità, secondo i modelli in essere nell’Unione europea, ed estenderla a tutte le aree di lavoro e scambio tra cittadini europei non solo è il presupposto di una migliore integrazione, ma è necessario per arginare i rischi connessi alla crisi che coinvolge, in varia misura, tutti i paesi dell’Unione.

Focus. La forma partito

Ha ancora senso la parola partito?

di Dario Franceschini

Tra le forze politiche presenti nel Parlamento italiano solo una conserva la parola partito nel suo nome: il PD. Eppure, la Costituzione parla esplicitamente di partiti. Nel campo delle culture riformiste la riflessione sul tema del "partito nuovo" è stata inevitabilmente condizionata dalla cornice politica e istituzionale del nostro paese. Anche la forma di questo nuovo strumento-partito rappresenta qualcosa di più di una formula organizzativa, ma deve riuscire a incarnare una visione della democrazia intesa come qualcosa di vivo e di adatto alla modernità.

Focus. La forma partito

Per un partito del territorio

di Sergio Chiamparino

La discussione sul partito e la sua forma deve essere contestualizzata storicamente e politicamente. Il PD, e al tempo stesso il PDL, con storie diverse ma non separate, possono essere il momento di ricomposizione delle residualità con cui guardare, finalmente, al futuro? Questa, almeno per il PD, è stata ed è la grande speranza.

Focus. La forma partito

Alla ricerca delle radici perdute

di Mauro Calise

Per capire la crisi del PD, non basta interrogarsi sugli errori di alleanza, sulla leadership, sulla strategia. Il terremoto
viene da lontano. Riguarda la dimensione fondativa di ogni partito politico: il rapporto tra centro e periferia. Il centrosinistra aveva la sua forza nelle radici territoriali, vecchie e nuove. Quando ha accettato di reciderle si è
condannato alla sconfitta.

Focus. La forma partito

Un partito moderno: liquido o strutturato? Il caso del PD in prospettiva comparata

di Oreste Massari

Il dibattito teorico su forma o modello di partito si è espresso da più di quarant’anni come confronto tra modello americano del partito elettorale e modello europeo del partito di massa. Nel tempo, a questo confronto si è sovrapposto quello tra partito liquido o fluido e tra partito pesante o strutturato. In questo contesto si analizza l’esperienza italiana, con particolare attenzione all’esperimento del PD e alle elezioni del 2008, in cui si è provato a costruire partiti maggioritari con lo scopo di passare a un sistema bipartitico.

Focus. La forma partito

Partiti e culture politiche nell'Italia repubblicana

di Francesco Traniello

La storia dell’Italia democratica è caratterizzata da una nuova configurazione dei partiti politici, che tuttavia evidenzia
alcuni elementi di continuità con i raggruppamenti pre-repubblicani. La situazione odierna vede i partiti politici tradizionali incapaci di uscire dalla crisi, acuitasi con la fine dei conflitti ideologici, e di riassorbire la scarsa
incidenza della civic culture nelle dinamiche politiche italiane.

Focus. La forma partito

I partiti tra "locale" e "nazionale"

di Maria Serena Piretti

Come hanno costruito il loro radicamento i partiti che abbiamo conosciuto negli anni della Prima Repubblica, quando
si parlava del Veneto bianco e dell’Emilia rossa? Come mai una rendita di posizione, che aveva retto per circa
cinquant’anni, si è sgretolata così rapidamente? Cercheremo di rispondere a questi interrogativi andando a ricostruire il radicamento di alcuni partiti nei primi anni del Novecento e ripercorrendo il rapporto fra dimensione locale e nazionale che nel tempo li ha legati al territorio.

Focus. La forma partito

Partito pesante o partito leggero?

di Alessandro Campi

Quella tra partito strutturato e partito leggero è un’alternativa che rischia di non farci comprendere le difficoltà reali nelle quali, da oltre un quindicennio, si trova la politica italiana. Il vero problema della Seconda Repubblica non è dato tanto dalla scelta tra il vecchio partito-chiesa e il partito “fluido”, quanto dall’eccesso di frammentazione partitica, dalla quale derivano instabilità e ingovernabilità. La nascita del PD e del PDL, passaggio dalla logica delle coalizioni a due grandi partiti a vocazione maggioritaria, rappresenta il tentativo di aprire una nuova fase politica.

Il caso italiano. Le pensioni

La previdenza sociale: un bilancio in chiaroscuro

di Tiziano Treu

Le riforme e le modifiche al sistema previdenziale che si sono susseguite negli ultimi quindici anni hanno permesso di raggiungere traguardi importanti, primo fra tutti la stabilizzazione della spesa pensionistica. Molto però rimane ancora da fare per superare i problemi rimasti irrisolti e per rispondere ai cambiamenti inattesi che si sono prodotti nel frattempo e che, a cominciare dall’allungamento dell’aspettativa di vita, impongono una rielaborazione delle valutazioni fatte nel 1995.

Il caso italiano. Le pensioni

Pensioni: la flessibilità in uscita si realizza con la riforma dei salari

di Elsa Fornero, Giovanni Mastrobuoni e Filippo Tadde

Il sistema pensionistico italiano risente negativamente sia del fattore demografico sia della crisi economica; si rende pertanto necessaria un’evoluzione dei criteri di distribuzione delle pensioni che potrebbe ispirarsi alla riforma del 1992. Occorrerebbe inoltre rendere più flessibile il sistema previdenziale accogliendo le sollecitazioni delle istituzioni
europee ad adeguare i trattamenti pensionistici agli standard dell’Unione.

 

Il caso italiano. Le pensioni

Problemi aperti nello schema NDC italiano

di Sandro Gronchi

Lo schema NDC italiano, pur garantendo equità e trasparenza, presenta ancora numerosi problemi, lacune e contraddizioni, che ne rendono incerto il disegno e le finalità. Sarebbe un errore continuare nella sua applicazione senza dubbi o ripensamenti. È invece necessario individuare e applicare i rimedi più opportuni.

Il caso italiano. Le pensioni

Una proposta per le pensioni

di Claudio De Vincenti

Il sistema pensionistico italiano, uniformato dal 1995 al modello NDC, è passato allo schema contributivo. Il Protocollo sul welfare del 2007 ha ridefinito i coefficienti di trasformazione ma non ha riassorbito tutte le criticità. Occorrono nuove iniziative per rendere più evoluto il modello di welfare; tra queste è auspicabile l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne, che potrebbe concorrere a ridurre l’incidenza della spesa pubblica sul PIL.

Biblioteche e archivi

Essere archivisti nel XXI secolo

di Linda Giuva e Mariella Guercio

Attraversati da fenomeni contrastanti, gli archivi vivono una profonda crisi. La mancanza di risorse e di personale rappresenta sicuramente la causa delle difficoltà di questo periodo, ma il settore ha anche bisogno di idee nuove, di riflessioni sull’assetto storico, sui processi formativi e sulla qualità delle risposte da dare alle sfide della contemporaneità.

Biblioteche e archivi

Biblioteche e archivi: il digitale e le sfide per l'Italia

di Walter Santagata ed Enrico Bertacchini

In Italia ci sono 15.502 biblioteche e 99 archivi. La digitalizzazione dei libri e dei documenti, che appare in tutto il mondo come una scelta strategica, nel nostro paese è in ritardo soprattutto per l’assenza di un progetto globale. In Italia si assiste ad una trasformazione delle biblioteche in centri culturali, ma la lettura è ancora una scelta minoritaria. Di fronte a questi dati, si comprende come l’accesso a testi e contenuti digitali possa essere concepito come una politica per far crescere il numero di lettori.

Biblioteche e archivi

Grandezza e miseria delle biblioteche

di Luciano Canfora

La drammatica situazione in cui versano le biblioteche italiane è principalmente il frutto degli interessi corporativi e della scarsa lungimiranza dei diversi soggetti coinvolti nella loro gestione: bibliotecari in senso stretto, con le loro organizzazioni di categoria, politici, strutture universitarie. L’attuale situazione non lascia sperare in un miglioramento in tempi brevi.

Le idee

Eslahtalaban: che ne è del riformismo iraniano?

di Francesco De Leo

Il 12 giugno si terranno in Iran le elezioni presidenziali. Il popolo iraniano sarà chiamato alle urne per scegliere tra l’attuale presidente Ahmadinejad e i candidati del fronte riformista. Questi ultimi, a distanza di quattro anni dalle ultime elezioni, sembrano perseverare in una strategia autodistruttiva che li porta a presentarsi ancora una volta divisi contro un candidato conservatore inviso alla comunità internazionale, accusato dai suoi avversari di essere il peggior presidente nella storia dell’Iran e promotore di un discusso piano economico.

Dizionario civile

Corpo

di Andrea Carlino

 

Nel corso degli ultimi decenni, e in modo particolarmente acuto in questi ultimi anni, il corpo, con le sue parti, nelle sue funzioni e disfunzioni, nelle sue diverse forme, generi ed età, è entrato prepotentemente nel campo della politica e, di conseguenza, del diritto.

Dizionario civile

Nemico

di Francesco Benigno

Nel dibattito politico italiano degli ultimi quindici anni, in parallelo con l’affermarsi di un bipolarismo imperfetto, si sono ripetutamente levate voci insistenti, da sinistra come da destra, per chiedere alla lotta politica di abbandonare la retorica bellicista del nemico, sostituendola con quella, democratica,  dell’avversario, competitore di un gioco condiviso, in cui nessuno venga accusato di stare al tavolo illegittimamente, di barare o di voler far saltare il banco.

Dizionario civile

Testamento biologico

di Ignazio R. Marino

Negli ultimi mesi, con la discussione in corso in Parlamento per arrivare ad una legge sul testamento biologico, si parla spesso di sospensione delle cure, autodeterminazione dei pazienti e testamento biologico: temi difficili e controversi che da alcuni anni sono entrati a fare parte del dibattito pubblico.

Archivi del riformismo

La redenzione comincia da noi

di Giampaolo D’Andrea

Il discorso pronunciato da Luigi Sturzo a Napoli il 18 gennaio 1923 rimane un documento di grande attualità nel dibattito storiografico e politico sulla questione meridionale. L’invocazione in esso contenuta a non cadere nell’errore di ritenere insanabili le difficoltà del Mezzogiorno e l’invito rivolto alla classe dirigente meridionale a rendersi protagonista della riscossa del Sud Italia rappresentano le linee di un percorso politico tuttora valido.

I libri di Italianieuropei

Paul Krugman, L'incanto del benessere. Politica ed economia negli ultimi vent'anni

di 

Nell’epoca in cui la crisi finanziaria ed economica spinge esperti e politici di tutti gli schieramenti ad invocare un
ruolo più attivo dello Stato nell’economia, a chiedere un ritorno ai precetti del keynesianesimo e a condannare le
derive provocate dall’ideologia neoliberista è opportuno interrogarsi sulle modalità attraverso le quali questa ideologia è riuscita ad affermarsi e a guidare così a lungo l’agire dei governi del mondo industrializzato (e non solo di questo). Una spiegazione di come ciò sia potuto accadere ci viene offerta da Paul Krugman nelle pagine di un testo del 1994 dal titolo “Peddling Prosperity. Economic Sense and Nonsense in the Age of Diminished Expectations”, apparso l’anno successivo in traduzione italiana per Garzanti con il  titolo molto meno accattivante e assai meno ricco di rimandi “L’incanto del benessere. Politica ed economia negli ultimi vent’anni”.