Il quaderno 2/2009 sulla Sanità

Di Redazione Martedì 31 Agosto 2010 16:36 Stampa

Un sistema sanitario universale, il diritto alla cura garantito, l’accessibilità alle strutture e l’equità assicurate a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro condizioni sociali ed economiche. Su questi principi è nato, nel 1978, il Servizio sanitario nazionale (SSN), una riforma fondamentale per il nostro paese che, trent’anni or sono, ha dato concretezza ad un diritto, quello alla salute, che era già stato riconosciuto dalla Costituzione. In quello stesso anno, il Parlamento italiano approvò la legge Basaglia sulla riforma della psichiatria e la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza che, insieme alla riforma della sanità, rappresentano ancora oggi tre pilastri nel nostro sistema di welfare e nell’affermazione dei diritti dei cittadini.

 

 

Questi progressi hanno avuto un impatto molto significativo sulla società italiana anche perché inseriti nel più vasto e ambizioso progetto di migliorare la qualità di vita a livello generale. Gli anni Settanta vengono spesso ricordati come gli anni della lotta e della violenza, un periodo in cui le tensioni erano talvolta esasperate e sono sfociate in tragedie umane e sociali, con fenomeni, come quello della lotta armata, con cui il nostro paese non è ancora riuscito a chiudere completamente. È sorprendente pensare che in quegli stessi anni, in quello stesso contesto di contrasti e forte agitazione, il Parlamento riusciva a fare approvare riforme importantissime che hanno portato l’Italia ad iscriversi tra i paesi più avanzati del mondo per quanto riguarda le conquiste sociali e la tutela dei diritti dei cittadini. Vale la pena ripensare alla spinta ideale che guidò gli sforzi per la creazione del Servizio sanitario nazionale quando riflettiamo, oggi, sulle riforme necessarie per fare in modo che esso possa continuare a rappresentare per i cittadini un punto di riferimento solido e sicuro. Va riconosciuto che in trent’anni è cambiato il mondo, sia in termini sociali che demografici, e senz’altro è cambiata la medicina e l’organizzazione del lavoro negli ospedali e per questo si sente ancora di più la necessità di considerazioni approfondite sul significato del termine salute e sul ruolo della sanità pubblica.