Brasile: elezioni e violenze

Written by Simona Bottoni Tuesday, 17 April 2018 16:38 Print

A pochi mesi dall’apertura ufficiale della campagna elettorale per le presidenziali del 2018 la crisi politica in Brasile è ancora profonda e quella economica, cui si sperava di porre rimedio con la destituzione della presidente Dilma Rousseff per impeachment nell’aprile 2016, è ancora in corso. Nel marzo 2017 l’ex presidente della Camera Eduardo Cunha è stato condannato a 15 anni e 4 mesi di carcere per aver ricevuto tangenti su conti all’estero, per riciclaggio di denaro e per evasione fiscale nell’ambito dell’operazione Lava Jato. Michel Temer, esponente del Partito del Movimento Democratico Brasiliano (PMDB), come Cunha, e attuale presidente, in coalizione col Partito della Socialdemocrazia Brasiliana (PSDB) – principale forza di centrodestra del paese – è anche lui indagato nell’ambito dell’inchiesta Lava Jato. Con l’accusa di aver ricevuto 38 milioni di real (11,55 milioni di dollari) dalla JBS, la maggior impresa di lavorazione della carne del paese, si è dichiarato innocente e ha rifiutato di dimettersi per poi scampare alla destituzione grazie al voto della Camera che ha respinto la richiesta di impeachment.

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