sottosegretario di Stato al ministero della Giustizia dal 2006 al 2008, è presidente dell’associazione “A buon diritto” e insegna Sociologia dei fenomeni politici presso l’Università di Milano “IULM”
I diritti degli stranieri, proclamati solennemente dal diritto internazionale e dalle Costituzioni, sono oggi quotidianamente violati. Ciò vale ancor più per l’ordinamento italiano, connotato dalla limitazione dei diritti e delle garanzie e dal ricorso, anche simbolico, alla sanzione penale, in particolare a partire dalla legge 189/02, la cosiddetta Bossi-Fini.
L’assunto di partenza di questo scritto è che nelle democrazie europee il ruolo della sinistra come «socialdemocrazia», cioè strumento di affermazione e tutela delle garanzie sociali, tende a esaurirsi. In parte perché ha realizzato quanto poteva realizzare; in parte perché si sono consumate le basi materiali (limiti dello sviluppo), che alimentavano la sua cultura e il suo programma. Accanto a ciò la necessità di un nuova sinistra ecologica si afferma non perché essa difende l’ambiente (che sarebbe il minimo della decenza), ma poiché assume un punto di vista fondato sulla coscienza della contraddizione tra domande di diritti e istanze di libertà dell’individuo, da una parte, e limiti dello sviluppo, dall’altra. La terza e connessa affermazione di partenza è che la sinistra nuova deve intendere le grandi potenzialità di ciò che (fra il serio e il faceto) chiamo ego-logia.