insegna Storia della filosofia all’Università della Tuscia di Viterbo.
«La persona è il segreto del genere umano», protesta Ibrahim, rifugiato africano (in Italia?), in una delle ultime scene del film di Ermanno Olmi, “Il villaggio di cartone”. Una Chiesa-navicella di Pietro naufraga, come i clandestini cui il film è dedicato, sulla spiaggia della sua età post-rituale e post-dogmatica, ma non riesce a offrire neppure un’etica intramondana, e costituisce appena un asilo fisico transitorio per disperati, come nudo cemento; insidiato peraltro dal tradimento interno, oltre che da esterna persecuzione.
All’indomani del d.d.l. del ministro Gelmini che annuncia la riforma complessiva dell’università, riemerge il dibattito sul fallimento del processo riformatore che da anni accompagna la vita dell’istituzione italiana. La riflessione suggerita coinvolge piani diversi da quelli meramente legislativi, che attengono la necessità di ripensare la funzione universitaria e la sua identità a partire non solo dalle misure concrete come la razionalizzazione degli insegnamenti e dei meccanismi di reclutamento, ma anche dal recupero della centralità dei valori della conoscenza.