Saverio Ricci

Saverio Ricci

insegna Storia della filosofia all’Università della Tuscia di Viterbo.

Persona

«La persona è il segreto del genere umano», protesta Ibrahim, rifugiato africano (in Italia?), in una delle ultime scene del film di Ermanno Olmi, “Il villaggio di cartone”. Una Chiesa-navicella di Pietro naufraga, come i clandestini cui il film è dedicato, sulla spiaggia della sua età post-rituale e post-dogmatica, ma non riesce a offrire neppure un’etica intramondana, e costituisce appena un asilo fisico transitorio per disperati, come nudo cemento; insidiato peraltro dal tradimento interno, oltre che da esterna persecuzione.

La crisi di identità dell'università italiana

All’indomani del d.d.l. del ministro Gelmini che an­nuncia la riforma complessiva dell’università, riemer­ge il dibattito sul fallimento del processo riformato­re che da anni accompagna la vita dell’istituzione italiana. La riflessione suggerita coinvolge piani di­versi da quelli meramente legislativi, che attengono la necessità di ripensare la funzione universitaria e la sua identità a partire non solo dalle misure concre­te come la razionalizzazione degli insegnamenti e dei meccanismi di reclutamento, ma anche dal re­cupero della centralità dei valori della conoscenza.

Gustaw Herling-Grudzinski, Un mondo a parte

“Un mondo a parte” appartiene a un genere che potrebbe dirsi della letteratura “concentrazionaria”, e quasi lo inaugura, benché abbia goduto di tardiva notorietà in alcuni paesi, soprattutto in Italia e in Francia. Il genere è quello nato dall’esperienza di uno degli aspetti più tragici dell’età dei totalitarismi e della seconda guerra mondiale: la concentrazione in disumani campi di prigionia e lavoro forzato, e spesso di sterminio, di milioni di perseguitati per motivi politici, ideologici o razziali, prigionieri di guerra e detenuti comuni. “Un mondo a parte” uscì a Londra nel 1951. Primo Levi aveva pubblicato “Se questo è un uomo”, nato dall’universo concentrazionario nazista, nel 1947. Ma “Una giornata di Ivan Denisovicˇ” di Aleksandr Solženicyn apparve nella rivista “Novyj Mir” solo nel 1962, recando all’autore fama ma anche una sequela di persecuzioni, che sarebbero culminate nella espulsione dall’Unione Sovietica (1974), ma anche nella celebrità internazionale di “Arcipelago Gulag”, apparso in Italia nel 1973-78.

Tolleranza

Il termine tolleranza viene in uso in Europa a partire dal XVI secolo, derivando, nelle maggiori lingue del continente, dal latino tolerantia, “capacità di sopportazione”, sinonimo di patientia, una delle virtù morali individuali codificate dallo stoicismo nell’ambito della fortitudo, quindi non con un’accezione di tipo politico-sociale.
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