Italianieuropei 4/2021
Italianieuropei 4/2021

In questo numero

Giustizia, quale riforma | C’è grande consenso tra cittadini e forze politiche sulla necessità di riformare il sistema della giustizia civile e penale nel nostro paese per renderla più rapida, efficiente, prevedibile negli esiti e, di conseguenza, più giusta. Su quali specifici interventi prevedere per raggiungere tali obiettivi, invece, le posizioni di distanziano e il dibattito si fa aperto e vivace. Indagare in profondità cause e risvolti delle criticità attuali della giustizia italiana diviene quindi essenziale per valutare le opzioni in campo e immaginare azioni puntuali e incisive di intervento.

L’America è tornata | Sin dalle prime decisioni di politica estera assunte dopo l’arrivo di Biden alla Casa Bianca si è compreso quanto la postura internazionale degli Stati Uniti potesse cambiare con la nuova Amministrazione. Sia che si guardi alle scelte che si stanno compiendo nelle relazioni transatlantiche, nei rapporti con Pechino e nello scacchiere mediorientale, sia che ci si soffermi sul prevedibile impatto di alcune misure di politica interna in termini di riposizionamento nelle filiere produttive e tecnologiche, appare chiaramente come gli Stati Uniti intendano riaffermare il loro ruolo di grande potenza e la loro proiezione globale.

il Sommario

gli Articoli

Agenda. Giustizia, quale riforma

La riforma del processo penale: nodi e possibili soluzioni

of Paola Severino

Sulla necessità di una profonda riforma del processo penale si è detto e scritto tanto, così come si sono molto spesso esaminati gli obiettivi che essa dovrebbe perseguire.
Tra i motivi che la hanno resa indifferibile, vi è in primo luogo la eccessiva durata dei vari gradi di giudizio, di molto superiore alla media europea, con conseguente pregiudizio sia dei diritti di chi si deve difendere dall’accusa di un reato, sia di coloro che devono ottenere il risarcimento dei danni conseguenti a esso. Le cause più immediate di questa differenza rispetto ai numeri riferibili ad altri paesi, pur simili per cultura e ispirazione giuridica, vengono concordemente rinvenute nell’accumularsi sul tavolo del magistrato penale di un numero di processi di gran lunga superiore a quello dei suoi colleghi europei, a causa del concorrere di almeno due fenomeni.

Agenda. Giustizia, quale riforma

Nota sulla crisi della giustizia civile

of Guido Alpa

Se si dovesse seguire l’insegnamento della storia, prendendo atto dei molteplici tentativi di riforma della giustizia, così come progettati e attuati in Italia nel corso degli ultimi due secoli, si dovrebbe giungere alla conclusione che nel nostro paese ogni speranza di realizzazione di un sistema efficiente deve essere abbandonata. I tentativi di riforma iniziano subito dopo l’entrata in vigore del codice Pisanelli del 1865 ma non producono risultati di sorta. E la riforma Mortara del 1901, destinata ad abbreviare i tempi dei processi utilizzando il rito sommario, si risolve in un vero e proprio fallimento. Anche Vittorio Emanuele Orlando, nel 1907, prova a migliorare il sistema, ma riesce – con una circolare – soltanto a introdurre competenze speciali per i minorenni.

Agenda. Giustizia, quale riforma

Note minime su protagonismo mediatico e presunzione di non colpevolezza: necessità di “restitutio ad integrum”

of Francesco Paolo Sisto

La complessità come principio motore dei cambiamenti. La nozione di complessità, per quello che qui rileva, rende indispensabile che si prenda le mosse dalla differenza fra “lineare” e “non lineare”. La linearità presuppone un problema che sia scomponibile in un gruppo di sotto-problemi, indipendenti fra di loro e risolvibili autonomamente; la non-linearità vede invece le componenti del problema interagire – spesso imprevedibilmente – fra di loro in modo da non poter essere separabili, rendendo così impossibile la loro soluzione individuale. Il cambiamento negli ultimi cento anni è caratterizzato, grazie alla rivoluzione tecnologica e ai suoi effetti sulla generalità delle culture, dal costante tentativo di rendere lineare (controllabile per separazione) la complessità non-lineare (non controllabile per inscindibilità).

 

 

Agenda. Giustizia, quale riforma

Riforma della giustizia: guardare al merito si può

of Anna Rossomando

Il vincolo di tutti i fondi del PNRR agli interventi di riforma della giustizia in Italia consegna al Parlamento e al governo una grande responsabilità, che è quella di intervenire in modo efficace in materia. Il Parlamento è il qui e ora delle riforme sulla giustizia. Superare le contrapposizioni del passato, del conflitto per il conflitto e discutere in modo diverso di giustizia è una necessità che può essere virtuosa per questa amplissima maggioranza. Abbandonare le posizioni puramente ideologiche e identitarie e mettere sul piatto idee e proposte che certamente devono avere un indirizzo e una connotazione chiara, deve essere il metodo. Guardare al merito si può: c’è un bagaglio di esperienze, di proposte e di studi a cui attingere senza dimenticare alcuni interventi significativi adottati nella scorsa legislatura con il ministro Orlando.

Agenda. Giustizia, quale riforma

Le proposte in discussione per la riforma del processo civile e penale

of Federico Conte

La riforma della giustizia, e in particolare la velocizzazione dei processi civili e penali, rappresenta uno dei maggiori obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) presentato dal governo Draghi alla Commissione europea il 30 aprile scorso: l’obiettivo complessivo dell’intervento proposto è quello di rispondere alle note criticità che da anni affliggono il sistema giudiziario evidenziate anche a livello UE, dove il Consiglio dell’Unione europea, nelle sue annuali Raccomandazioni, ha più volte sollecitato l’Italia a «ridurre la durata dei processi civili in tutti i gradi di giudizio», nonché ad «aumentare l’efficacia della prevenzione e repressione della corruzione riducendo la durata dei processi penali e attuando il nuovo quadro anticorruzione», invitando da ultimo ad adottare provvedimenti volti a «migliorare l’efficienza del sistema giudiziario».

Agenda. Giustizia, quale riforma

Riportare il CSM alle sue funzioni originarie

of Guido Calvi

Da tempo il tema della effettività del sistema giudiziario è oggetto di critiche assai severe sia da parte di giuristi che da parte dell’opinione pubblica. In realtà, si sta formando e consolidando un’analisi che appare inappropriata poiché giustappone e, quindi, confonde l’istituzione magistratura con le responsabilità di singoli magistrati. È necessario, pertanto, muovere dalla considerazione che la magistratura è l’istituzione deputata alla tutela del principio di legalità ed è, quindi, a fondamento dello Stato di diritto. Tuttavia, il sistema ordinamentale ha mostrato lacune e debolezze tali da consentire atti lesivi dei principi deontologici e contra ius. Occorre, pertanto, l’intervento della politica, vale a dire del governo e del Parlamento per impedire, con opportune riforme, il verificarsi di questi inconvenienti.

Focus. L’America è tornata

Autonomia europea e rilancio del partenariato transatlantico

of Riccardo Alcaro e Nathalie Tocci

Già prima del Covid-19 l’Unione europea era in difficoltà. I principi liberali su cui il progetto d’integrazione è basato, la sovranità condivisa e la cooperazione multilaterale, mal si accordavano con le tensioni geopolitiche in aumento tra le grandi potenze, regioni sempre più frammentate a ridosso dei confini dell’UE, nonché la marea crescente di un nazionalismo nativista ed euroscettico. Ad aumentare il senso di isolamento degli europei concorreva anche un grado di estraniamento senza precedenti dagli Stati Uniti, governati fino a inizio 2021 da un presidente come Donald Trump che era non solo scettico delle alleanze di lungo periodo ma anche ostile all’integrazione europea.

 

Focus. L’America è tornata

Gli Stati Uniti in cerca di una nuova egemonia

of Vittorio Emanuele Parsi

Quello degli Stati Uniti non è un semplice ritorno sulla scena politica globale, ma un vero e proprio rilancio dell’ordine liberale internazionale, dei suoi principi, dei suoi metodi e dei suoi obiettivi. Più precisamente, è l’annuncio del varo di un progetto di ordine internazionale all’altezza delle sfide contemporanee e future. Il contesto è sicuramente diverso da quello che, a metà del Novecento, segnò l’avvento del “secolo americano”. In questo caso nessuna distruttiva e tremenda guerra è stata vinta, nessun nemico annichilito, e sono innanzitutto moltissimi americani ad aver perso la loro incondizionata fiducia nella “grande nazione”. Joe Biden eredita dal suo predecessore un paese lacerato, polarizzato in termini politici, economici e sociali che, di fronte alla prospettiva di perdere la propria leadership, ha reagito rudemente nei confronti non solo dei rivali e degli sfidanti, ma persino degli amici e degli alleati, mentre si rinchiudeva sempre più in se stesso.

Focus. L’America è tornata

Stati Uniti e Cina: una nuova strategia del “contenimento”?

of Mario Del Pero

La relazione con la Cina costituisce oggi la chiara priorità strategica, politica e in una certa misura elettorale che pare informare l’azione internazionale dell’Amministrazione Biden. Relazione, si afferma, nella quale vi sono spazi ancora possibili di collaborazione – pensiamo ad esempio all’iniziativa globale e multilaterale contro il cambiamento climatico – ma in cui l’aspetto competitivo e antagonistico sarebbe divenuto ormai predominante. E competizione, questa tra le due potenze superiori del sistema internazionale, che Washington sembra interpretare in chiave sempre meno amichevole e collaborativa; nella quale prevale (e si ostenta) il convincimento che si debba agire con fermezza nel contrastare Pechino, contenendone l’influenza e limitandone la capacità di condizionamento dell’ordine mondiale.

 

Focus. L’America è tornata

L’America che vuol guidare il XXI secolo

of Giuseppe Surdi

250 sono le pagine del primo rapporto sulle supply chain che il Dipartimento del commercio, il Dipartimento dell’energia, il Dipartimento della difesa e il Dipartimento della sanità hanno inviato alla Casa Bianca a seguito dell’ordine esecutivo 14017 del presidente Biden del 24 febbraio 2021.
Il presidente democratico ha individuato nelle filiere produttive americane un fattore strategico per il rafforzamento della manifattura interna e per una competitività internazionale che non vada a scapito della creazione di lavoro qualificato e remunerato sul territorio nazionale, oltre che per cementare la cooperazione internazionale con alleati e partner. Per questo Biden ha richiesto un’analisi approfondita della “America’s supply chain” praticamente a tutte le principali strutture della propria Amministrazione.

 

Focus. L’America è tornata

Joe Biden, il capitalismo americano e l’interdipendenza tecnologica

of Alberto Prina Cerai

Per cercare di capire la traiettoria dell’Amministrazione Biden nella competizione tecnologica con la Cina è necessario riflettere su due chiavi di lettura. La prima riguarda il terreno di scontro, ovvero una globalizzazione sconquassata dalla pandemia. Un processo, esasperato nei modi e nei toni anche da Donald Trump, che ha terremotato proprio la relazione bilaterale su cui si era costruita l’integrazione mondiale. E che esemplifica anche il cortocircuito di quel progetto che vedeva l’inclusione di Pechino nel WTO non solo in linea «agli interessi economici, ma addirittura all’interesse nazionale degli Stati Uniti» dal momento che «si trattava della più grande opportunità per promuovere il cambiamento politico in Cina».

Focus. L’America è tornata

Un ritorno diverso. L’America di Biden in Medio Oriente E Nord Africa

of Renzo Guolo

Come si manifesterà l’“America is back!” di Joe Biden nella regione del Medio Oriente e Nord Africa? Un mutamento ci sarà sicuramente, nel solco della discontinuità con le scelte di Trump; ma un ritorno alle politiche di Obama, del quale Biden era vicepresidente, non è ipotizzabile.
Come per i suoi due predecessori, anche per il nuovo presidente americano il MENA (Middle East and North Africa) non sembra essere in cima all’agenda di politica estera. Collassata la dimensione statuale dell’ISIS, lo jihadismo ha perso rilevanza come minaccia strategica, anche se la sua spinta ideologica non si è ancora esaurita. Altri attori, però, questa volta Stati, pongono problemi alla Casa Bianca. Russia e Cina, insediatesi nell’area attraverso la via militare ed economica, in primo luogo.

I fatti. Mondo

La competizione per l’Artico e la geopolitica del cambiamento climatico

of Giuseppe Grieco

A lungo considerato come un caso di “eccezionalismo oceanico”, spazio marittimo inaccessibile, precluso all’attività umana e senza storia, solo nell’ultimo decennio l’Artico è diventato un progetto meta-geografico compiuto, ovvero un territorio con un significato spaziale e politico, trascinato al centro di trasformazioni geopolitiche, ambientali ed economiche.1 Immaginata dopo la guerra fredda come regione di esclusivo interesse scientifico e spazio di pace e cooperazione tra gli 8 Stati del Consiglio artico (1996), l’Artico è oggi frontiera della competizione strategica e del cambiamento climatico, che sta trasformando scenari glaciali in corridoi marittimi.

Le persone. Parliamo di lui/lei

Annalena Baerbock, alla guida dei Verdi tedeschi per governare il paese?

of Luca Argenta

Prima o poi sarebbe dovuto succedere. Dopo sedici anni di cancellierato e quattro mandati di governo, colei che la nota rivista “Forbes” ha confermato essere per il decimo anno consecutivo la donna più potente del mondo non sarà più alla guida della Germania. Angela Merkel ha infatti deciso, già nell’ottobre del 2018, che non si sarebbe ricandidata alle prossime elezioni federali che si svolgeranno a settembre di quest’anno. Fine dell’era Merkel, dunque.
Anche se in Germania non si vota in modo diretto per il Cancelliere, bensì per il Bundestag che eleggerà poi il capo di governo in base ai rapporti di forza che si verranno a creare dopo le elezioni, i candidati alla cancelleria hanno certo la loro importanza.

Le recensioni di Italianieuropei

Italia, Europa e Mezzogiorno, a partire dalla demografia

of Marco Esposito

I libri a tesi, diciamolo, hanno stancato. In un mondo di battute su tweet e liti in televisione – in cui essere assertivi e ripetere pochi scarni concetti è inevitabile – almeno i libri dovrebbero custodire quell’antica arte umana dell’argomentare, del cercare una possibile interpretazione della realtà, magari proprio per provare a cambiarla, la realtà. Invece, sempre più spesso, ci si deve confrontare con libri a una dimensione, il cui scopo è sostenere una tesi eludendo, oppure irridendo, ogni possibile diversa valutazione. Come se un libro fosse un tweet con molti più caratteri.

Dizionario civile

Giustizia

of Salvatore Veca

Questa voce del “Dizionario civile”, dedicata alla giustizia, difficilmente può sfuggire al cinquantenario di “Una teoria della giustizia” di John Rawls, l’opera del 1971 con cui il filosofo politico di Harvard ha finito per creare un vero e proprio paradigma. La sua imponente costruzione teorica è nata in alternativa alla prospettiva largamente dominante nella teoria politica, che consisteva in una qualche forma di utilitarismo. L’idea di base dell’utilitarismo vecchio e nuovo coincide con la massimizzazione del benessere collettivo o dell’utilità sociale come base della giustificazione e della legittimità della politica e delle politiche. A questa idea Rawls contrappone una concezione di giustizia radicalmente alternativa, che si avvale di una originale riabilitazione della tradizione del contratto sociale, una tessera del mosaico della nostra recente modernità.