Ontologie conservatrici nella crisi brasiliana

Di Roberto Vecchi Martedì 14 Luglio 2020 15:18 Stampa
Ontologie conservatrici nella crisi brasiliana ©iStockphoto.com/Oliver Kufner
Proiettato sul piano latinoamericano, il conflitto cieco e senza esclusione di colpi tra conservatori e progressisti in Brasile potrebbe sembrare pienamente all’unisono con quanto accade anche negli altri contesti subcontinentali. Del resto, uno strumento analitico a cui si ricorre per interpretare le trame politiche più intricate – per comprensibili esigenze di semplificazione – è quello della successione di cicli storici: una stagione, quella della onda alta progressista, è – ormai da tempo – al tramonto, schiacciata dal ritorno delle destre regionali e dalla lunga ombra nera trumpista che scende dal Nord.
In questo quadro, il campo conservatore sembra avere ritrovato una fase di energica riviviscenza. Ma si tratterà davvero di un nuovo “ciclo”? O solo di una congiuntura piuttosto casuale di fattori favorevoli, molto eterogenei tra loro? La lettura ciclica, va detto, non è sbagliata.

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