Massimo Campanini

Massimo Campanini

insegna Storia dei paesi islamici all’Accademia Ambrosiana di Milano e allo IUSS di Pavia.


La restaurazione militare in Egitto tra dinamiche religiose e islamismo

Il 3 luglio 2013 al Cairo un colpo di Stato militare guidato dal generale ‘Abd al-Fattah al-Sisi poneva fine alla “primavera” egiziana defenestrando il presidente civile legittimamente eletto, il fratello musulmano Muhammad Mursi. La repressione di cui fu vittima la Fratellanza Musulmana fu durissima: a prescindere dalla cronaca dei quotidiani, comunicazioni personali con testimoni degli scontri avvenuti attorno alla moschea di Rabia al-Adhawiyya riferiscono della violenza inusitata dispiegata dall’esercito in quei giorni.

Sull’uso del Corano da parte dei pensatori radicali

La questione del jihad, così come essa si pone nell’epoca attuale, può essere ricondotta a tre distinte ermeneutiche che nel Novecento hanno impegnato alcuni pensatori radicali, Qutb, ‘Azzam e Mutahhari, i quali si sono misurati con diverse e in qualche caso intensamente dialettiche interpretazioni di uno dei versetti – particolarmente significativo – del Corano. Queste interpretazioni fanno emergere la valenza rivoluzionaria dell’Islam oscurata dai messaggi distorti del jihadismo terrorista.

Sciiti e sunniti: polarizzazione o riconciliazione?

A lungo sunnismo e sciismo hanno convissuto, per lo più mescolati in interazione relativamente pacifica. Le recenti vicende sopravvenute a seguito delle svolte politico-strategiche dell’Occidente e la mancanza di un polo aggregante quale era stato negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso l’Egitto di Nasser hanno radicalizzato la contrapposizione tra le due confessioni. Dalla “grande discordia”, che da sempre ha opposto sciiti e sunniti, con l’irruzione dell’ISIS sulla scena storicopolitica, si potrà assistere a una convergenza di interessi delle due tradizionali componenti religiose dell’Islam?

Il concetto ambiguo di stato islamico

L’ideale di uno Stato islamico, ritornato al centro del dibattito in seguito alle rivoluzioni della Primavera araba, si richiama a un concetto controverso, che non ha un fondamento reale nel pensiero politico classico e, soprattutto, non essendo storicamente esistito alcuno Stato islamico, nessun modello del passato a cui richiamarsi. Questa ambiguità lascia spazio a una certa flessibilità nella sua pratica realizzazione. Si tratta allora di vedere se e a quali condizioni sia sperimentabile una versione islamica della democrazia.

Islam italiano e Islam europeo

Può essere utile giudicare e comprendere l’Islam italiano ponendolo nel contesto più ampio dell’Islam europeo. L’Islam in Europa, infatti, si sta organizzando in una rete trasversale che mira in prospettiva a una internazionalizzazione europea dell’Islam con la federazione delle organizzazioni dei singoli paesi. Questa prospettiva di fondo implica, in primo luogo, che i musulmani che vivono in Italia abbiano tutto il diritto di essere considerati «musulmani europei», sia che si tratti di italiani convertiti all’Islam sia che si tratti di musulmani doc emigrati in Italia. L’essere musulmani europei provoca però una serie di difficoltà.